Ingenuità

Ritengo che questa parola venga usata spesso in modo inappropriato nei giorni nostri.

Quando definiamo una persona ingenua, la maggior parte delle volte intendiamo dire che è sprovveduta, inesperta, assume quindi un tono quasi negativo e di ammenda.

Non avete idea di quante volte mi sono sentita etichettare in questo modo e quanto questo mi abbia fatto sentire inappropriata.

Riflettendo su questa parola, sono andata alla ricerca della sua origine e quindi del suo significato più vero.  E sapete la cosa più sorprendente quale è stata? Che questo aggettivo in origine non ha per nulla questo significato. 

Si tratta di una parola che deriva dal latino, ingenuus, composto da in, dentro, e gignere, generare. Propriamente, che nasce da dentro, passato poi ad indicare i nati liberi. 

Si intendono quelle persone libere dal male, con uno spirito incorrotto, persone genuine e di animo semplice, come i bambini. Da qui, credo, sia mutato il significato verso un connotato più dispregiativo.

Io credo davvero che l’ingenuità sia in primis un valore positivo, di “naturale semplicità”. E cosa c’è di più bello che essere una persona dotata di quelle qualità stupende che caratterizzano i bambini?

È vero, una persona cresce, ma non deve dimenticare del bambino che era e che non abbandona mai il nostro spirito. Quel bambino che si meravigliava di fronte ad un cielo stellato, che credeva nell’amore assoluto, che il solo mangiare una caramella lo rendeva la persona più fortunata del mondo. 

Invece, da adulti ci dimentichiamo di quello che Pascoli definiva il “Fanciullino” che è in noi, forse perché la società ci impone degli schemi talmente ben definiti che se vengono rotti veniamo derisi, criticati e bollati come, appunto, INGENUI. 

Solo qualche anno fa ho letto per la prima volta in vita mia “Il Piccolo Principe” e mi sono meravigliata di quanto fosse profondo e carico di significato questo libro, tanto è che mi sono chiesta come hanno fatto a definirlo un libro per bambini. 

Ci ho riflettuto molto e infine sono arrivata alla conclusione che avevo perso gli occhi da bambina per poter leggere e godere a pieno una storia tanto semplice. Cercavo continuamente di interpretarla con occhi “adulti”, ma forse non aveva molto senso. Questo non vuole dire che non si nascondano tante lezioni di vita in questa storia. Mi dico solo che, forse, non è necessario complicarsi la vita, ma semplicemente godersi il momento ed essere appunto, un po’ INGENUI. 

Con ingenuità intendo anche quella leggerezza d’animo, quel cuore senza pregiudizi e paure, quel sesto senso che ti permette di seguire la strada verso la realizzazione dei propri sogni. 

Quando sentite che state perdendo la strada, fermatevi e ascoltate il vostro cuore, ascoltate il bambino che è in voi, stupitevi del cielo stellato. E tutto, sembrerà più semplice.

“Tutti gli adulti sono stati bambini una volta…

ma pochi di essi se ne ricordano”

Antoine De Saint Exupery

Michelle Manias