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Accùra, racconti al profumo di Sicilia scelti da Roberto Mistretta

Dai vicoli arabi di Palermo che profumano di stigghiole al barocco di Ragusa che sa di mandorle e torrone; dal mar cobalto delle Eolie ai latifondi sterminati della piana di Enna; dall’incanto delle spiagge di Barcellona Pozzo di Gotto ai crinali e alle zolfare dell’agrigentino; dalle piazze di Catania ai vicoli medievali di Manfreda nel cuore sicano dell’isola.

Quindici delitti e misteri che si dipanano in posti magici e poco conosciuti della Sicilia. Luoghi bagnati di luce e sale, che profumano di zagara e limoni, di mulini a vento e vulcani, di ex feudi e cattedrali secolari. Racconti che sanno di arancine e granite, di cannoli e fichidindia.

E non mancano ragazze dagli occhi saraceni, picciotti e coppole storte. Un viaggio tra giallo classico e noir contemporaneo per scoprire una Sicilia inedita. Paesaggi meravigliosi e viste mozzafiato tra misteri da risolvere e delitti da decifrare. Quindici racconti siciliani scritti da: Christian Maria Giuseppe Bartolomeo; Maddalena Battaglia; Claudia Miryam Cocuzza; Antonino Genovese; Simona Godano; Giorgio Lupo; Alessandro Miceli; Santino Mirabella; Roberto Mistretta; Davide Pappalardo; Michele Rondelli; Roberto Tedesco; Letizia Tomasino; Daniele Scrofani Cancellieri; Vincenzo Vizzini.

Recensione

Giallo è il colore dell’estate, del sole, della sabbia.
Giallo è il colore dei limoni.
Giallo è il colore della Sicilia, che si conferma isola gialla per antonomasia.

Perché è la terra del sole, delle spiagge e dei limoni?

No, perché il legame tra la Sicilia e la narrativa del mistero è antico, affonda le sue radici in un passato in cui il giallo non era ancora il colore che identifica i romanzi polizieschi/thriller.

La Sicilia è patria di contraddizioni e di passioni forti, portate alla loro espressione più estrema, e di questo narrano questi quindici racconti, ambientati in luoghi tanto diversi da poter rappresentare un microcosmo: dall’entroterra della Manfreda letteraria – Mussomeli – al caos del capoluogo, dagli scenari di verghiana memoria alle pendici dell’Etna, dal mare del golfo di Naxos alla briosa Catania fino alle Eolie, il lettore compirà un viaggio non solo nello spazio ma anche nel tempo, con narrazioni – alcune delle quali prendono spunto da fatti di cronaca o hanno come protagonisti personaggi realmente vissuti – che si muovono tra la contemporaneità e un passato più o meno lontano. Basti citare la mitica Targa Florio, nell’edizione del 1922, o la Ragusa degli anni ’30 in cui agisce un commissario tanto burbero quanto generoso o, ancora, più in là, nell’entroterra agrigentino del XVIII secolo.

Sono storie di delitti, è ovvio, ma dietro il delitto c’è una mano che si è mossa, e quello che scopriremo sarà il motivo che l’ha spinta, perché il giallo è un espediente per studiare l’animo umano, un “trucchetto” che gli autori usano per catturare l’attenzione del lettore mentre parlano di tanto altro: di Storia, politica, disagio sociale. Della vita.

D’altronde, ce lo ha insegnato Sciascia e qui, in questa antologia di giallisti siciliani doc, il precetto non poteva essere che rispettato.

Quindici racconti di cui non dirò altro; non assocerò un autore a una trama, a un’ambientazione o un personaggio, non farò nulla di tutto questo perché a voi lascio il piacere della scoperta.

Buona lettura!

Maria Elisa Aloisi