Ricapitolando: quattro anni fa scoprii che l’industra aveva escogitato un trucco per farci credere di acquistare olive nere quando invece si trattava di olive chimicamente colorate.
Negli anni successivi anche se non acquistai più olive colorate, c’era sempre un pensiero fisso che mi ossessionava: “… Eppure quel colorante, il gluconato ferroso, non è affatto un ingrediente innocuo, i valori di tossicità sono noti…”
Qualcosa non mi tornava… Possibile che un sistema di controllo alimentare come quello italiano, forse uno dei più intransigenti contro le frodi alimentari, non considerasse in alcun modo il rischio del gluconato nelle olive?
Scoprii inoltre che le olive erano state oggetto di svariate altre sofisticazioni, una in particolare che consisteva nella colorazione con E141 delle olive verdi. In pratica, per rendere più appetibili e belle da vedere le olive verdi, alcuni produttori le “verniciavano”, come si dice in gergo, con solfato di rame assieme al suddetto colorante.
Tale colorante di per sè non è tossico, di fatto deriva dalla clorofilla, infatti il suo uso è ammesso per alcuni alimenti come le conserve di frutta, ma non nelle olive, dove è esplicitamente vietato in qualsiasi quantità.
Infatti, in una interrogazione del parlamento europeo del 2016 trovai quanto segue:
L’uso degli additivi alimentari è stato pienamente armonizzato nell’Unione europea dal regolamento (CE) n. 1333/2008(1). L’allegato II di detto regolamento stabilisce un elenco unionale degli additivi autorizzati negli alimenti e le condizioni del loro uso. Esso include, tra l’altro, le condizioni per l’uso dell’E 141 complessi delle clorofille e delle clorofilline con rame. L’E 141 è autorizzato per l’uso in certe categorie di alimenti, ma non è autorizzato nell’UE per un uso nelle olive da tavola.
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-8-2016-004516-ASW_IT.html
Invece, per il gluconato, come ritrovai sul sito di altroconsumo:
Si ipotizza che un’assunzione di ferro elevata e duratura possa generare un rischio di sviluppare malattie cardiache (cardiomiopatia da sovraccarico di ferro). Tuttavia, il consumo dell’E579 in quanto additivo è considerato sicuro.
https://www.altroconsumo.it/alimentazione/sicurezza-alimentare/calcola-risparmia/banca-dati-additivi-alimentari/dettaglio/E579#
Quindi, come mi aspettavo, il gluconato ferroso risultava accettato ufficialmente dalle autorità come colorante “sicuro”, mentre l’ E141, per quanto innocuo, no.
Mistero: in pratica le olive potevano essere colorate di nero ma non di verde. E, soprattutto, le olive annerite potevano essere definite “olive nere” anche nell’etichetta, senza incorrere in alcun rischio di condanna per frode.
A questo punto la mia indagine era giunta ad un punto morto, non avevo strumenti, tempo e competenze sufficienti per proseguire, anche se il mio tarlo continuava a ronzare nella testa.
(Nota: se qualche lettore, a questo punto, si sarà chiesto “ma questo non ha altro da pensare?…”, sappiate che vi capisco benissimo)
Nel frattempo vi furono alcuni sviluppi nella mia storia personale assieme alla considerazione che il gluconato ferroso era di fatto un farmaco efficacemente usato nel trattamento dell’anemia ipocromica. Leggendo su wikipedia realizzai che l’uso di questo composto rispetto ad altre preparazioni di ferro “produce risposte reticolocitarie soddisfacenti, un’alta percentuale di utilizzo del ferro e un aumento giornaliero dell’emoglobina che normalmente si verifica in un tempo ragionevolmente breve”.
Quindi non un semplice additivo ma un vero e proprio farmaco che, con opportuno dosaggio, veniva utilizzato anche nell’industria alimentare come colorante additivo.
Quando realizzai tutto ciò cominciai a riconsiderare le olive annerite in maniera del tutto diversa… Ma di questo ne parleremo nella prossima puntata.