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La Luna in pesci: unione di tutte le forme

Condivido in questo scritto alcune delle consapevolezze raccolte lungo il percorso attraverso il Viaggio attuale in questa vita.

Nel nuovo sorgere del cammino umano ci stiamo dirigendo all’apertura delle frontiere, nell’uscita completa da ogni forma pensiero o emozionale di tipo es-cludente e quindi limitante.

Trovo estremamente importante aprirci ad una visione di tipo espanso per quanto riguarda le connessioni e i sodalizi tra tutte le forme vibrazionali che toccano il nostro quotidiano vivere. Intessiamo relazioni con persone, case, lavori, Anima-li, automobili e “oggetti” di qualsivoglia natura.

Ognuna di queste forme vibrazionali è portatrice di una frequenza semplicemente diversa e più densa rispetto alla nostra, ma pulsante di vita che, ad un certo punto del nostro cammino, dis-vela la sua connessione con noi. Spesso ci fermiamo all’apparenza e, in una percezione di apparente separatezza, percepiamo taluni di questi oggetti come in-animati. Così non è.

Nell’Universo vi è pari dignità a tutte le forme vibratorie e non vi è alcuna gerarchia in questo, per cui ciò che noi percepiamo come una nostra “proprietà” è semplicemente una diversa natura vibratoria che consente di entrare in connessione con noi, per un tempo più o meno lungo, per fare un tratto di cammino assieme.

Trovo necessario aprirsi alla comprensione che non possediamo nulla in realtà ma che vi sono sodalizi energetici tra tutte le forme vibrazionali senza gerarchie basate sull’avere ma basate su unioni che consentono più espanse manifestazioni del nostro Essere proprio grazie a tale connessione.

Aprirsi ad una consapevolezza di relazione con persone ma anche con ogni oggetto a livello più elevato, ci porta a comprendere come possiamo aprirci al sanare la più grande forma di paura e fonte di dolore che l’Essere Umano sperimenta su Terra, quella della perdita. Ed in forma assolutamente più ampia, la paura della morte.

La paura della perdita si basa su una percezione di possesso basata appunto su un obsoleto paradigma legato all’avere. E su una percezione di gerarchia superiore dell’Umano rispetto agli oggetti.

Ecco allora andare incontro alla macchina che si guasta, il nostro Anima-le domestico ingovernabile, perdite di vario tipo che ci rendono manifesta la necessità di trasformare un vecchio modello, old fashion, basato sul possesso.

Se comprendiamo nel profondo del nostro cuore che in realtà nulla possediamo, nulla possiamo davvero perdere. Vi sono connessioni multidimensionali energetiche tra tutte le forme vibratorie. Certo, nel mondo terreno, abbiamo ancora bisogno di quantificare il valore degli oggetti in energia denaro, ma ogni oggetto connesso vibrazionalmente con noi pulsa e vibra anche in relazione a quanto valore diamo a noi stessi. A quanto procediamo in direzione del nostro Essere.

Parlo ad esempio in particolare delle relazioni energetiche che viviamo con le nostre abitazioni.

Le nostre abitazioni svolgono un ruolo cocreato con noi e, quando tale lavoro assieme è esaurito, a livello vibratorio la connessione può reciprocamente diluirsi nella gratitudine reciproca e rendersi entrambi liberi di fare nuove esperienze.

Il concetto del possesso crea moltissimo dolore all’Umano, tutto ciò che è connesso al paradigma del possedere crea tutte le paure più grandi dell’Essere Umano. Mi piace poter contemplare che, nell’espansione della Coscienza Collettiva Umana, il dolore non abbia più motivo di esistere, comprendendone l’origine profonda.

Tutte le ferite più profonde si nutrono di paure della perdita o originano da una percezione di separatezza. Poiché quando io possiedo qualcosa, mi sento gerarchicamente superiore, ecco perché percepiamo a volte un senso di perdita quando sviluppiamo la virtù dell’Umiltà, perdiamo per imparare a dare pari dignità e valore a tutte le cose, rinunciando al nostro senso di superiorità.

Ho parlato di oggetti ma, purtroppo, molto abbiamo da apprendere sulle relazioni con le altre persone, in primis famigliari, figli, partner. Poiché il paradigma del possedere viene spesso spostato dagli oggetti alle persone, e allora si accumulano relazioni o oggetti, finché ancora vige il senso dell’avere.

Ma ora torniamo al nostro Essere, che avrà tanta più abbondanza quanto saprà rispettare l’unione di tutto e la pari dignità di tutte le forme presenti nell’incarnazione.

Gli oggetti a livello energetico accettano di entrare in relazione con noi, non siamo noi a decidere di acquistare o possedere, è l’oggetto che ci sceglie. Poi, nell’apparenza terrena si svolgono delle operazioni di scambio in energia materializzata nel denaro, ma una casa sa già quale persona scegliere, una automobile già sa chi la guiderà. Gli Anima-li che apparentemente adottiamo, ci adottano, loro sanno dove vi è bisogno di portare grande insegnamento in energia di Amore, la più alta che esiste. A quale Umano hanno da insegnare Amore.

Umiltà è riconoscere il nostro valore ed il valore di ciò che fa parte della nostra vita, in tutte le forme esistenti, creando una fluente connessione che prevede anche il riconoscere quando una di queste connessioni si esaurisce. Quando desideriamo vendere una casa o acquistarla, entriamo nella visione più espansa, chiediamo alla casa di scegliere la persona più adatta, nel rispetto di tutte le forme vibrazionali. La casa sa.

Più in generale riportando equilibrio nella pari dignità di tutte le forme vibratorie ci rendiamo conto che siamo parte dell’esperienza terrena in comunione con tutto. Se comprendiamo nel nostro profondo che il dolore causato dalla percezione della perdita è stato solo una esperienza che l’Essere Umano ha accettato, possiamo aprire una nuova fetta di possibilità.

Aprire la possibilità di recuperare la dimensione dell’Innocenza e del nostro valore dell’Essere. Per troppi millenni l’Essere Umano ha vibrato nella dimensione dell’Avere Umano, del possedere e quindi in una erratica attribuzione di gerarchia e superiorità rispetto alle forme vibratorie diverse dalla sua. Identificandosi poi con l’avere si è dis-orientato rispetto all’Essere.

Da qui tutte le paure della perdita, declinate nelle varie sfaccettature risuonanti con un Collettivo che aveva accettato la dimensione della colpa, del disvalore, del dolore derivante dall’allontanamento dalla propria natura Divina.

Non possediamo nulla, in ogni forma vibratoria che ci accompagna vi è un’anima pulsante connessa con noi. Le gerarchie del possedere create dall’Umano di vecchia frequenza non hanno senso alcuno poiché a livello universale tutte le forme vibratorie hanno pari dignità. Quindi noi entriamo ed usciamo da connessioni e non abbiamo bisogno di cristallizzare tali relazioni attraverso il possesso.

È proprio la cristallizzazione nel possedere che crea una percezione di separazione dall’oggetto e la paura della sua perdita, possiamo ovviamente estendere questo anche alle relazioni tra persone che, purtroppo, vibrano ancora tanto nel possesso e nella volontà di cambiare l’altra persona così come rimoderniamo un appartamento, per renderla affine alle nostre aspettative.

Così non può funzionare, ognuno è ciò che è.

Parliamo dunque a livello più espanso della paura maxima, quella della morte che nulla è se non una paura della perdita gigante. Una paura di perdere il corpo fisico, che sentiamo nostro, eppure potrà venire un tempo (secondo me non molto lontano) in cui potremo scegliere di vivere anche secoli in un corpo fisico sano, giovane e ben funzionante. Comprendendo che rappresenta il veicolo della nostra esperienza incarnata, un abito.

Anche la paura della morte si basa su una percezione di separatezza tra un qui e un aldilà ignoto, mentre noi siamo connessi a tutte le forme vibratorie, incarnate o disincarnate, vicine o lontane, passate presenti e future. E siamo connessi a tutto ciò che siamo stati e che ora abbiamo trasformato. In tante e successive morti apparenti che fluiscono nelle nostre vite. Se accogliamo questa modalità di percezione vivremo molto meglio anche tutte le nostre fasi di passaggio, contraddistinte da apparenti perdite esteriori e al lasciare andare alcune parti di noi stessi.

In tutti i passaggi, ad esempio, di vendita o acquisto importanti, a livello vibratorio lo scambio avviene molto prima rispetto all’effettivo scambio terreno dell’energia denaro. Come in tutti i passaggi di relazione importanti, abbiamo dunque Fiducia che tutto avviene su un piano di realizzazione precedente a livello sottile.

In tal modo l’Essere Umano avrà sempre più capacità di non aggrapparsi a quelle percezioni limitative che gli causano sofferenza, aggrapparsi a ciò che sente di aver perduto, aggrapparsi ad una visione di sé obsoleta. E procederà in modo più libero, comprendendo che in realtà rimaniamo sempre connessi con tutto e tutti, anche nell’apparente distanza fisica.

Poter aprirsi a vedere la vita attraverso questa possibilità aiuta ad uscire dall’immobilismo causato dalla paura della perdita, dalla ricerca di punti fermi che creano rallentamento, a uscire anche da quei bisogni di investire, fare assicurazioni, polizze, per preservare il futuro, immaginando scenari di mancanza.

Vi abbraccio tutti, nell’Unione.

Rossana Strika

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