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La leggenda della rosa di Gueldre

La domenica di Pasqua è un giorno di rinascita, la Resurrezione di Cristo, la Vittoria contro la morte per eccellenza. In definitiva è un giorno di Buone Notizie, come quelle che danno il nome al qui presente Giornale delle Buone Notizie.

Per questo motivo oggi si parla della rosa di Gueldre, conosciuta anche come Palla di neve, un fiore che nasce d’inverno e muore nel giro di pochi giorni, preannunciando la primavera.

Una leggenda della Svizzera tedesca vuole che una bambina di quindici anni fosse molto attaccata al proprio giardino: se ne prendeva cura e lo amava con tutta se stessa, ma un giorno morì e le fu data la possibilità di ascendere al Paradiso.

La bambina però non voleva lasciare la sua terra e l’angelo custode che vegliava su di lei decise di accontentare il desiderio della piccola trasformandola in un fiore. Le propose un giglio, ma la bambina rispose che il giglio sembra ergersi su tutti gli altri fiori, era troppo presuntuoso per lei, allora l’angelo le propose di diventare una rosa, ma la bambina rispose che le spine feriscono, poi rifiutò anche il tulipano, perché non ha profumo.

Alla fine fu lei stessa a proporre di diventare una rosa di Gueldre e l’angelo ne rimase sorpreso. “La rosa di Gueldre fiorisce quando tutto il resto della natura dorme, e muore subito, non vedresti più il tuo amato prato risplendere di vita!” disse alla bambina, ma lei rispose che pur essendo vero quanto aveva affermato l’angelo, nel momento in cui la rosa di Gueldre fosse fiorita avrebbe segnato la fine dell’inverno e il ritorno di tutto ciò che c’è di più bello al mondo.

Inoltre lei avrebbe continuato a stare nel suo giardino, e quando il vento l’avesse spazzata via, avrebbe comunque saputo che stavano per tornare a fiorire le piante che aveva amato. In qualche modo significava che avrebbe vegliato su di loro, anche se indirettamente.

Così l’angelo esaudì il desiderio della bambina e oggi la Palla di neve significa “Buona Notizia”, perché la primavera è di ritorno e tutto rinasce.

Silvia Costamza Maglio