Nella Giornata Mondiale della Voce l’attenzione del cantante Ron per i malati di SLA: “Non riuscire più a parlare, non deve portare all’incomunicabilità…”
È declinata da timbri e intonazioni, scandita in accenti e colorata di sfumature. La voce è un articolato complesso di suoni attraverso il quale si veicolano le emozioni, si esprime tanto l’amore quanto la paura, si sta accanto ai propri figli con raccomandazioni e consigli.
Uno strumento fondamentale, troppo spesso dato per scontato.
«La voce è uno strumento unico e inconfondibile per ciascuno di noi, come un’impronta digitale», spiega il cantante Ron, consigliere e testimonial di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, durante la Giornata Mondiale della Voce, che è caduta lo scorso 16 di aprile.
«La diagnosi di una malattia ingombrante come la Sclerosi Laterale Amiotrofica porta con sé, fra le primissime conseguenze, il venir meno della voce e quindi della possibilità di parlare — continua Ron. Le voci metalliche e artificiali dei sintetizzatori vocali concretizzano i pensieri e le emozioni dei pazienti SLA, permettono loro di continuare a tessere relazioni, vivere la quotidianità e ricoprire il ruolo genitoriale».
La riflessione, in occasione della ricorrenza che si festeggia a livello globale fin dal 1999, è perché «anche chi non ha più la possibilità di parlare non smetta mai di far sentire la propria voce, esprimere pensieri e necessità. Perché, dall’altro lato, non si smetta mai di ascoltare“, conclude Ron.