Da buon veneziano Doc, il Sior Pare ama un po’ tutti gli sport, ma uno in assoluto è nel suo cuore. Quale? La Pallacanestro ovviamente! Come vi raccontavo mesi fa è il nostro sport cittadino per eccellenza, e quello che ci ha sempre dato più soddisfazioni.
Il Sior Pare da giovane ci giocava spesso con i suoi colleghi di lavoro, e io sono cresciuta con i miti dei campioni degli anni ’80, Dalipagic su tutti. Fu così che a otto anni passai dal giocare a calcio per strada con i miei vicini a trovarmi in palestra con un pallone a spicchi e tirare a canestro.
In realtà fu Siora Mare a decidere di portarmi a provare, convinta da alcune sue amiche. Il Sior Pare ovviamente non poteva che esserne orgoglioso, nonostante fossi la più piccola e magrolina (nonchè unica femmina) ero comunque tra le più forti della squadra, se non altro li battevo tutti in grinta e cattiveria agonistica.
Dopo un paio di anni con i maschietti, sono passata ad una squadra solo femminile. Da lì ho continuato a giocare fino ai ventuno anni, con lui sempre pronto a portarmi ad ogni allenamento e partita, comprese le trasferte in giro per il triveneto.
Dice sempre che gli anni in cui giravamo per tutti quei palazzetti sono stati tra i più belli della sua vita. Questo perché il basket è uno sport che ti rimane dentro, non ha mai fine. Non c’è tregua. Anche se stai perdendo di 30 punti puoi riuscire comunque a vincere. È proprio un modo di vivere la partita in maniera diversa. Capitava quindi spesso che andassimo anche a vedere e tifare per la nostra amata Reyer.
I nostri cuori sono chiaramente oro-granata, ovvero i colori della squadra di Venezia, una tra le prime fondate in Italia. Purtroppo in televisione la pallacanestro è un po’ bistrattata, difficile che la trasmettano durante la regular season, ma quando succede siamo sempre in prima linea pronti a tifare.
Se è così per il maschile, figuriamoci per il femminile! Praticamente impossibile vedere partite in televisione se non la nazionale in qualche pay tv. Così ci dobbiamo accontentare di leggere i resoconti delle partite della nostra squadra nei giornali locali o nei loro canali Social. Quest’anno la Reyer femminile ci ha deliziati con la vittoria di una Supercoppa italiana, perso finale di Coppa Italia, perso finale di Eurocup all’ultimo secondo di un punto e infine la meravigliosa cavalcata verso lo scudetto.
Per fortuna almeno le finali le hanno trasmesse, anche se su reti regionali e con riprese spesso pessime. Ma per dei veri tifosi come noi, l’importante era poterle seguire e gioire con loro. Perché poi il basket è strano. Nonostante la squadra sia stata prima tutto l’anno, finita la stagione si va ai play off, rimettendo tutto in gioco.
Quest’anno poi, oltre alle ragazze, anche i ragazzi sono ai play off, e pure il Venezia calcio! Per cui il povero Sior Pare ha passato le ultime settimane cambiando da un canale all’altro della televisione per poterle seguire tutte e tre. Anche se la precedenza va sempre data alle partite del femminile.
Ed eccoci all’ultima partita della serie. La finale. Dopo aver vinto le prime due in casa, ha perso le due a Schio. Oggi ci si gioca tutta la stagione e le scledensi sono sempre state il nostro spauracchio. Tralaltro molte delle avversarie sono cresciute nelle giovanili della Reyer o hanno comunque vestito l’orogranata. Un vero e proprio derby nel derby!
Già dai primi minuti la tensione è alle stelle, il Sior Pare continua a chiedere ogni 2 secondi:
- “Chi ga segnà? El gera da tre? Ma quanto e xe? E quanto manca? (Chi ha segnato? Era da tre punti? Ma quanto sono? E quanto manca?)
Ad ogni canestro preso o subito si gioisce e si urla. Non c’è tregua. Il cuore ormai è a mille. Ed infine il suono della sirena finale. Scoppiamo entrambi in un pianto liberatorio. Dopo 75 anni le atlete veneziane tornano ad essere campionesse d’Italia.
- “No ghe credo! So massa contento… pensa che go visto tuti i scudetti dea Reyer, sia masci che fìe! Che emossion… ti pol tirar fora ea bandiera ‘desso! (Non ci credo! Sono troppo contento… pensa che ho visto tutti gli scudetti della Reyer, sia maschile che femminile! Che emozione… puoi tirare fuori la bandiera adesso!)”
Ed eccolo sventolare felice come un bimbo il suo amato Leon. Su questo siamo sempre molto scaramantici, la bandiera si nomina e si tira fuori solo DOPO che si è vinto.
- “Bon, ora ti pol piccarla fora in terassa. E ‘desso speremo anca nei fioi! (Bene, ora la puoi appendere in fuori sul terrazzo. E adesso speriamo anche nei ragazzi)”
Anna