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Le otto specie in via d’estinzione

Aquila del Bonelli. Fra vecchie e nuove minacce – bracconaggio, incendi dolosi, collisione con linee elettriche e pale eoliche, trasformazione degli habitat -, l’Aquila del Bonelli si trova a combattere una strenua battaglia per la sopravvivenza. In Italia ne rimangono pochi, pochissimi esemplari, tanto da essere entrata nella Lista Rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura. Ma la speranza di salvare questo splendido rapace è più viva che mai.

Gufo delle Nevi. Vederlo volteggiare nei cieli ad ali spiegate è uno spettacolo, purtroppo sempre più raro. Soffice e candido come la neve in cui si mimetizza alla perfezione, il Gufo delle Nevi o Barbagianni Reale è infatti sempre più a rischio a causa del cambiamento climatico e della riduzione del suo habitat. Unica speranza per salvare dall’estinzione questo meraviglioso rapace è la messa in atto di interventi volti alla sua conservazione.

Pernice Bianca. È uno dei simboli della montagna italiana. D’inverno – quando il suo piumaggio vira dal grigio a un bianco candido come la neve – diventa quasi invisibile mimetizzandosi alla perfezione con l’ambiente circostante. Oggi però rischia di sparire davvero. Così legata ai ghiacciai e alla neve delle alte quote, ha ben poche difese nei confronti del mutamento climatico e delle troppo rapide trasformazioni della montagna. 

Stambecco alpino. È il Re delle montagne, con un paio di grandi corna ricurve a fargli da impareggiabile corona. Oggi però il suo regno è in pericolo: il riscaldamento climatico, infatti, costringe gli stambecchi a salire sempre più in quota in cerca di temperature più adatte, dove il cibo scarseggia e lo spazio è più ristretto. Così anche il rischio di estinzione si fa sempre più concreto. Per scongiurarlo, è necessario l’impegno di tutti. 

Tartaruga Marina Comune (Caretta Caretta). È la più grande tartaruga vivente sul nostro pianeta, e oggi anche la più minacciata. Fra i tanti pericoli che ne mettono a rischio la sopravvivenza, l’inquinamento dei nostri mari, l’uso di reti a strascico e lenze, in cui le tartarughe rimangono impigliate, o ancora il degrado dei litorali. Due i progetti promossi da ENPA in difesa di questa splendida creatura dei mari, “Nate Libere” – per la tutela dei siti di nidificazione lungo le coste del Cilento – e “Cara Caretta” – volto alla salvaguardia delle tartarughe marine e dei cetacei nel Mar Adriatico.

Lucertola delle Eolie. Abitante primordiale delle isole Eolie, questa specie di piccoli rettili sopravvive oggi solo a Vulcano e sugli scogli di alcuni isolotti come Strombolicchio, Vulcanello e Filicudi. Si stima che tutta la popolazione non superi i mille esemplari. Fra le cause che stanno conducendo la lucertola delle Eolie a una lenta e silenziosa estinzione, le alterazioni dell’ambiente e la rumorosità provocate dall’uomo. 

Farfalle Diurne. Le farfalle, come le api e molti altri insetti, impollinano circa l’85% delle nostre colture alimentari, entrando a loro volta nella catena alimentare come fonte di cibo per gli uccelli e altre specie animali. Ecco perché se il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo, la scomparsa di circa 18 specie di farfalle diurne in Italia – il 13% di quelle presenti sul nostro territorio – rischia di mettere in pericolo gli equilibri dei nostri ecosistemi e provocare danni ben peggiori. Un prato senza farfalle, ad esempio, vorrebbe dire anche un cielo con meno rapaci. 

Capovaccaio. È il più piccolo avvoltoio europeo, e anche il più a rischio in Italia, dove secondo le ultime stime ne restano solo 10 coppie. Così chiamato per via della sua abitudine di aggirarsi fra le mandrie al pascolo per cibarsi di placente e carcasse, svolge un’indispensabile funzione di “spazzino ambientale”. Ecco perché proteggere questo splendido rapace significa tutelare l’equilibrio e la biodiversità di un intero habitat.