Significato “storico”
Candore, innocenza, il giglio – lilium – bianco ci richiama questi significati in automatico; i nomi Lily, Lilia, Liliana si ispirano al fiore e vogliono dire infatti “purezza”, soddisfacendo la tradizione cristiana in merito al colore bianco.
Il giglio giallo, però, è tutt’altra storia. Simile a una corona sia per la forma sia per il colore è stato ampiamente usato come simbolo dalle famiglie nobili, indicando non tanto il ceto di appartenenza quanto più la “maestosità” della famiglia che lo usava, ma anche l’orgoglio, la resistenza, perché il giglio “non si piega: piuttosto di spezza”.
Leggenda vuole che, portato in battaglia, il giglio simboleggiasse la nobiltà d’animo.
Significato estrapolato dalla mitologia
In una variante del mito di Eracle, Era stava allattando l’eroe ancora in fasce, ma a un tratto del latte in eccesso cadde dalla mammella e creò la via lattea – quando macchiò il cielo –, mentre gocciolando sulla terra diede vita ai gigli.
I gigli in questo caso rappresentano l’amore materno, la procreazione e la fecondità.
Nel cristianesimo, leggenda vuole che la Vergine Maria abbia scelto Giuseppe tenendo un giglio in mano, per questo diventato simbolo di castità e santità.
Ai nostri giorni
Oltre ai significati visti sopra, il giglio dei nostri tempi è stato riconvertito per indicare anche un amore profondo e totalizzante verso il partner al quale, se viene donato, si sta dicendo “sei il mio re/ la mia regina”, in un mix di tutte le tradizioni precedenti.
L’amore materno di Era viene privato della parte materna e si unisce, invece, alla purezza del bianco e della Vergine, per ottenere “amore puro”, al quale si aggiunge la resistenza (contestualizzato: il perdurare nel tempo) e infine la maestosità del sentimento. In questa miscela che fa sembrare il caffè banale, l’amata/o è quindi innalzata/o al ruolo di regina/re.
Silvia Costanza Maglio