Venessia.com: “Non sprechiamo l’occasione che ci viene offerta per ricominciare da zero”
Matteo Secchi di Venessia.com scrive una lettera aperta che condividiamo in toto. Venezia merita di essere vissuta in ogni respiro, nella sua dimensione reale, non “scalciata” dal turismo mordi e fuggi (che fa male a se stesso, oltre che alla città) né attraversata quasi con supponenza mista a sufficienza, perché nella lista di “cose da vedere prima di”. È la città da fotografare con gli occhi ancor prima che con la fotocamera, ma anche da scoprire attraverso il suo cibo, l’artigianato, l’originalità di un’accoglienza che ha nella gentilezza e nella simpatia i suoi punti di forza. Se il virus ha dato un’opportunità alla regina dell’Adriatico, è proprio quella di ritornare alla modernità della tradizione. Venezia è meravigliosamente unica nella sua complessa semplicità. E come tale va presentata, di nuovo, al mondo. Proviamoci insieme. cricol
«Tralasciando il dibattito sull’uscita della città dalla monocultura turistica che tanto ci ha penalizzati in questo periodo e che avremmo dovuto affrontare già molti anni fa, la Venezia che andremo a presentare e a “vendere” (rigorosamente tra virgolette e nel senso positivo del termine) al turismo mondiale o a quel che ne è rimasto, sarà una Venezia nuova, inedita, rinnovata e dipenderà quindi dalla nostra capacità comunicativa saperla valorizzare e descrivere correttamente affinché si possa lavorare finalmente con un turismo di livello medio alto e non con chi viene a piantare la bandierina, si fa il selfie e scappa via. Il turista che visiterà la nostra città troverà una condizione ambientale molto migliorata grazie alla diminuzione delle emissioni delle barche a motore e dalla mancanza dei fumi delle grandi navi. Il turista che verrà potrà camminare e visitare Venezia in assoluta tranquillità in una città finalmente decongestionata dalle masse turistiche scoprendo i piaceri della “slow visit”. Ora, la mia speranza è che tutte le attività tipiche veneziane come artigianato e ristorazione che sono sopravvissute all’overtourism degli anni scorsi e all’incredibile concentrazione di eventi negativi quali l’acqua granda e il virus, possano finalmente essere valorizzate e sostenute contribuendo in modo decisivo al nuovo appeal che la città ha bisogno di esprimere e comunicare. Il turista che tornerà a visitarci riscoprirà una Venezia autentica, finalmente sgombra, si spera, da tutte le omologazioni da globalizzazione che l’avevano portata ad essere quasi un bazar anonimo e banale. Venezia negli anni scorsi è stata un ristorante a 5 stelle venduto come un fast food (con tutto il rispetto per i fast food). Non sprechiamo l’occasione che ci viene offerta per ricominciare da zero, il turismo è una risorsa, un vantaggio che ultimamente avevamo colpevolmente trasformato in svantaggio. Per fare questo ci vuole anche un approccio diverso alla città da parte del turista, ma dobbiamo essere noi a favorirlo anche con un nostro atteggiamento verso di loro facendoli sentire non più turisti ma ospiti della nostra meraviglia che ricordo abbiamo avuto con molta fortuna in eredità da chi ha creato un “miracolo” ingegneristico al pari delle grandi Piramidi, del progetto Delta e della grande Muraglia. Questo non dimentichiamolo mai e cerchiamo di fare in modo che se ne rendano conto anche loro».
Matteo Secchi