Dagli scarti del pesce la bioplastica che diventa fertilizzante
Niente più plastica per imballare il cibo in vendita nei banchi frigo del supermercato, ma pellicole e contenitori bio realizzati utilizzando gli scarti della lavorazione del pesce. Nessun rifiuto poi, il packaging diventa fertilizzante. È l’economia circolare all’ennesima potenza, dal pesce per l’ambiente e per il mare: si chiama infatti Fish4Fish ed è il risultato del progetto di ricerca dell’Università degli Studi di Siena portato avanti dai laboratori della professoressa Rebecca Pogni, del Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e farmacia. Da qui infatti si coordina il progetto europeo sviluppato in un consorzio italo-spagnolo, che vede unite aziende private e istituzioni.
Dagli scarti di lavorazione del pesce, in particolare dei gamberetti, si ottiene così una bioplastica, biodegradabile e compostabile. Si parte dunque dai gusci di gamberetti e dagli altri rifiuti, che sono particolarmente ricchi di chitina, uno dei biopolimeri più abbondanti in natura. Dalla chitina si ottiene poi un polimero solubile, il chitosano. Utilizzando altri scarti dalla lavorazione del legno – come le nanoparticelle di lignina – si conferisce al materiale delle proprietà antimicrobiche, antiossidanti e fotoprotettive.
Tutte caratteristiche che rendono questa confezione alimentare migliore sotto diversi punti di vista: aumenta il tempo di vita di tutti i cibi deperibili e dopo il suo utilizzo può essere utilizzata come fertilizzante per le piante.
Il progetto ha fatto un altro passo in avanti e adesso va verso la realizzazione di prototipi per una eventuale immissione sul mercato.
I vantaggi per l’ambiente sono innegabili, ma c’è da considerare anche la convenienza economica per le aziende: per quelle legate alla filiera del pesce, che non dovrebbero più sostenere i costi di smaltimento dei rifiuti, e per quelle alimentari, che avrebbero un vantaggio competitivo legato ai tempi di conservazione.
“Il mercato e i consumatori sono pronti per una nuova generazione di packaging che riduce l’uso della plastica con benefici per l’ambiente e l’economia”, dice la professoressa Pogni.
Questo tipo di bioplastica è stata anche selezionata dalla Commissione Europea come uno dei “best in class project” per l’edizione 2021 di Ecomondo di Rimini, la grande fiera della sostenibilità ambientale.