Una crescita esponenziale ha fatto seguito ai moltissimi dubbi, di carattere “etico” e “commerciale”, che hanno tenuto banco per la libera commercializzazione della Marijuana a zero contenuto di THC (Tetraidrocannabinolo) cioè della molecola psicoattiva contenuta nelle infiorescenze della Cannabis Sativa.
La Marijuana light, che come molecola assai poco psicoattiva ha il CBD (Cannabidiolo), è ormai tranquillamente venduta non solo nei negozi specializzati che sono spuntati a decine nelle nostre città, ma anche nelle tabaccherie, nei bar/tabacchi e attraverso distributori automatici di ultima generazione.
Appurato che ormai la cosa ha preso piede e acquistare la “light” si fa alla luce del giorno, vale la pena fare un po’ di chiarezza non solo sul CBD ma anche sul vituperato e sicuramente più “tosto” THC. Partiamo da quest’ultimo che è il vero protagonista: la marijuana è ormai scientificamente appurato che sia un “farmaco” utile in varie situazioni come il trattamento del dolore cronico degli adulti, con una particolare attenzione a malattie come la sclerosi multipla. Un altro punto a favore di questa sostanza è che non ha effetti collaterali.
Ma ci sono anche punti a sfavore e non sono pochi. Sui possibili effetti negativi nei confronti di chi fuma marijuana NON per motivi di salute, il rapporto della statunitense National Academies of Sciences conferma che in generale è meno pericolosa di altre droghe, soprattutto perché non è mai stata stabilita con sicurezza alcuna morte per overdose da cannabis. In ogni caso non è di sicuro innocua come molti ritengono: i fumatori accaniti di marijuana sono più soggetti all’instaurarsi di malattie respiratorie e, ma le prove non sono ancora convincenti, pare che i consumatori abituali possano essere più esposti al rischio di episodi di schizofrenia e psicosi.
Per quanto riguarda la possibilità di eventuali incidenti d’auto provocati da chi consuma esclusivamente marijuana (solo ed esclusivamente marijuana, senza ulteriori aggiunte come alcol o altri tipi di sostanze psicoattive, sia ben chiaro) la letteratura medico/scientifica non ha alcuna prova certa. E su questo punto il dibattito potrebbe diventare incredibilmente vasto senza giungere a una conclusione univoca. Per chiudere il discorso sulla marijuana “THC munita” quello che si può dire di sicuro è che sia assai meno pericolosa di altre droghe, ma di certo non così innocua come si potrebbe credere.
Chiusa la parentesi decisamente psicoattiva, è il momento della Marijuana light. Niente THC nelle infiorescenze, ma l’assai meno attivo CBD (Cannabidiolo) conosciuto per i suoi effetti rilassanti. Il Cannabidiolo, al contrario del Tetraidrocannabinolo, non induce la cosiddetta “fame chimica” e non induce – in chi ne fosse già affetto – cambiamenti di umore o di comportamento.
L’utilizzo della “cannabis legale” comporta numerosi benefici come ha scoperto e sperimentato il mondo della medicina. Il nostro organismo produce di suo alcune sostanze simili ai cannabinoidi presenti nella cannabis e l’assunzione esterna di questo di questa sostanza è stato provato che stimoli il sistema immunitario . Il CBD ha proprietà analgesiche, ansiolitiche, antinfiammatorie e antidepressive.
Moltissimi soggetti dediti al consumo della marijuana “classica” sono passati alla light per gli stessi motivi che inducono un fumatore di sigarette a cambiare le abitudini: minor “danno” a praticamente parità di prezzo (circa dieci/dodici euro al grammo, sufficiente per tre/quattro spinelli) problemi di reperibilità, zero coinvolgimenti di carattere legale, età e via così. Inizialmente, ci dicono in uno dei tanti negozi che sono sorti a Roma, l’approccio è stato di mera curiosità per tornare poi alla vecchia abitudine. Poi, pian piano, il pubblico si è rifatto vivo e il vecchio THC ha iniziato una lenta discesa in favore del più lieve CBD, lieve ma pur sempre confortevole e praticamente senza effetti collaterali e tanti altri, a quanto pare, decisamente positivi.
In conclusione il business della Cannabis light è ormai un dato di fatto e si vocifera se ne stia accorgendo anche lo Stato. Pare infatti che si stia discutendo di – guarda caso – creare una sorta di Monopolio e quindi tassare la Cannabis light alla stregua delle normali sigarette.
Ettore Collini