Dalla quarta di copertina
Non si direbbe, e invece va tutto male a Saverio Lamanna, giornalista disoccupato e scrittore con il destino dell’investigazione. Ma sono in tanti a chiedere il suo aiuto e in questo caso si ritrova a far i conti con una indagine sulla disperazione sociale.
Il racconto ‘Il fatto viene dopo’ (82 pagine) è tratto dall’antologia ‘La crisi in giallo’ (Sellerio 2015) e riproposto in ‘Quattro indagini a Màkari’ (Sellerio 2021), precedendo di poco la serie tv Màkari, andata in onda su Rai1lo scorso marzo.
Recensione
“Il fatto viene dopo” è il secondo racconto di cui Saverio Lamanna è protagonista.
Lo ritroviamo a Màkari, un mese dopo il suo ritorno in Sicilia.
La sua relazione con Suleima appare stabile ‒ sì, stanno insieme da meno di trenta giorni ma abbiamo imparato a conoscere il soggetto e sappiamo che per lui è già un traguardo ‒, su un altro versante fa coppia fissa con Piccionello e la casa al mare, che suo padre non frequenta più da quando è morta sua madre, è tornata a vivere.
In questo episodio Saverio si mette nei guai: si trova a dirimere una questione tra due sue ex, ma non solo; viene coinvolto in un’altra brutta faccenda, il suicidio di Totò Salemi.
Con la sua scrittura ironica ‒ a tratti comica ‒, disincantata e dissacrante, Savatteri riesce a inserire, quasi enpassant, tematiche sociali attuali e di forte impatto emotivo.
“Ha ragione Totò Salemi. La sua vita non è una notizia, la massimo un dato statistico.”
Un padre di famiglia disperato per aver perso il lavoro non interessa a nessuno, è questa la verità che tutti conosciamo ma che leggere nero su bianco fa un’altra impressione.
In questo secondo racconto ritroviamo elementi caratteristici della scrittura di Savatteri: l’impianto metanarrativo ‒ parlando di Piccionello, Lamanna dice: “È un vero peccato perdere uno così. Ma devo decidere: o l’uomo o il personaggio. È il solito dilemma di noi autori di stampo pirandelliano.” ‒ e l’inserimento di espressione ripetitive che ritmano la narrazione e danno un senso di continuità tra episodi. Esemplificativa è la scena in cui Suleima parla mentre dorme e Saverio non capisce cosa dice, riproposta in racconti diversi come un fil rouge.
L’immagine che Savatteri dà del giornalismo ha poi un valore aggiunto, essendo lui stesso un giornalista: in questo episodio, mentre stampa e TV parlano di sequestro di persona con toni drammatici, ostaggi e rapitore stanno serenamente giocando a briscola in quattro. Come a intendere: spesso le informazioni che i media fanno passare sono un tantino gonfiate a uso e consumo dell’audience, e ve lo dico io che so di cosa parlo.
Anche in questo racconto la morale c’è, e lascia l’amaro in bocca.
“Il fatto viene dopo” significa che “il fatto non conta, conta quando te ne rendi conto” e, quando te ne rendi conto, novantanove su cento è uno schiaffo a dita aperte in faccia.
Claudia Cocuzza