Un team dell’Università di Trento ha unito le proprie forze con quelle dell’Università di Ginevra per testare un videogioco d’azione per bambini e bambine, che migliorerebbe le capacità di lettura. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Human Behaviour, dimostrano progressi nelle capacità di lettura dopo appena dodici ore di allenamento. In particolare, questi miglioramenti persistono nel tempo e si rispecchiano anche in voti d’italiano più elevati.
Si è fatto strada ed è stato promosso a pieni voti il videogame nato alcuni fa all’Ateneo di Trento e poi testato in collaborazione con l’Università di Ginevra.
Skies of Manawak è un videogioco dinamico e divertente, ideato per allenare le capacità di apprendimento e di lettura. Ora è stato validato dalla comunità scientifica.
Si è dimostrato, infatti, che a bambini e bambine bastano dodici ore di “allenamento” attraverso sessioni di gioco per migliorare le loro abilità. Inoltre è risultato che i progressi sulla lettura si mantengono anche a sei mesi di distanza e si rispecchiano poi in voti d’italiano più elevati.
La notizia è stata diffusa dall’articolo scientifico pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour. Angela Pasqualotto, prima autrice dell’articolo scientifico, ora divide la sua attività di ricercatrice tra la Svizzera e l’Italia. Le basi del progetto di Skies of Manawak sono state gettate mentre frequentava il dottorato di ricerca al Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento sotto la supervisione di Paola Venuti e la collaborazione di Antonella De Angeli.
Paola Venuti, advisor del progetto, ricorda: “Era il 2015 quando nei laboratori del Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFlab) del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, Angela Pasqualotto ha iniziato a lavorare a un videogioco per il training delle funzioni esecutive. La letteratura aveva dimostrato l’efficacia di training cognitivi nell’incrementare le abilità utili in diversi ambiti di apprendimento. Questi strumenti, però, presentavano spesso il limite di essere poco appassionanti, se non addirittura noiosi. Quindi ci siamo date l’obiettivo di realizzare un videogioco dinamico e divertente e abbiamo rivolto la nostra attenzione all’effetto che avrebbe potuto avere sulla lettura in bambini di età scolare”.
La ricerca di Angela Pasqualotto approfondisce le caratteristiche del videogioco e le prove scientifiche della sua efficacia nel migliorare le capacità di lettura di bambini e bambine: “Skies of Manawak è un videogioco disegnato per combinare giochi d’azione con mini-giochi che allenano diverse funzioni esecutive come quelle legate alla memoria e alla flessibilità cognitiva, necessarie durante la lettura” racconta Pasqualotto.
Le avventure sono ambientate in un pianeta immaginario, nel quale bambini e bambine trovano il Raku, una creatura volante, che li accompagna in diverse missioni per salvare i pianeti. Un videogioco adatto anche per l’età infantile perché privo di scene di violenza.
Le prove sperimentali sono state effettuate dal Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione dell’Università di Trento su un campione di 150 bambini e bambine tra gli 8 e i 12 anni. Il campione è stato diviso in due gruppi: uno ha giocano con Skies of Manawak, il secondo con Scratch, un gioco che insegna a i principi della programmazione. La durata dell’allenamento è stata di sei settimane con due ore di gioco la settimana a scuola.
Sono state testate le abilità di lettura, nonché quelle di attenzione sia prima sia dopo l’allenamento, oltre che a distanza di sei mesi.
“Abbiamo trovato un notevole miglioramento nella capacità di attenzione tra chi aveva giocato al videogioco. Inoltre abbiamo osservato un chiaro progresso nella lettura, non solo in termini di velocità, ma anche di accuratezza. È interessante notare come questo miglioramento nella lettura avviene anche se il videogioco non richiede alcuna attività di lettura” commenta Pasqualotto. “Inoltre, i voti in italiano dei bambini allenati sono migliorano significativamente nel tempo, mostrando un incremento virtuoso della capacità di apprendimento” aggiunge la ricercatrice.
Il lavoro adesso prosegue all’Università di Ginevra (con Daphne Bavelier), in collaborazione con Irene Altarelli (co-autrice dell’articolo e ricercatrice all’Università di Parigi). Grazie al consorzio di ricerca dell’NCCR Evolving Language, saranno presto predisposte versioni del gioco in tedesco, francese e inglese. Il videogame si potrà utilizzare da casa, da remoto, e proporrà anche test di lettura e di funzioni esecutive.