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Il gatto, compagno straordinario contro solitudine e stress

Il sondaggio condotto da Schesir, coinvolgendo la community dei cat lovers che utilizzano il loro cibo per gatti, ha dato vita a uno spaccato di vita domestica interessante: il gatto si è dimostrato un vero compagno di vita, aiutando nel 67% dei casi ad affrontare lo stress e alleviando la solitudine. Oltre 1.400 persone* (quasi il 90% dei pet owners che ha risposto sono donne) hanno raccontato le proprie esperienze nei due anni di pandemia: complice il maggior tempo trascorso insieme e la vicinanza fisica, il gatto si è dimostrato più affettuoso: si è preso cura di lei, e lei di lui. Nel ritorno alla normalità la ricerca e l’attenzione reciproca non scema, anzi s’intensifica, emblema di un legame profondo.

Abbiamo voluto analizzare il legame tra umano e felino instauratosi negli ultimi due anni per comprendere meglio le dinamiche relazionali in un momento in cui la normalità di vita è cambiata. Per noi è importante questo ascolto dei consumatori per riuscire a supportarli nella loro relazione con i pet, sempre più parte della famiglia, con i giusti prodotti. Siamo un’azienda fortemente impegnata nel supportare i pet lovers a prendersi cura di loro, preservandone e rispettandone la natura” ha dichiarato Silvia Alberto, Direttore Marketing di Agras Pet Foods.

Dalle oltre 1.400 interviste realizzate emerge un quadro di grande affetto, complicità e attenzioni reciproche, in cui il gatto si dimostra compagno reale di vita a tratti un po’ psicologo:

Il gatto, un prezioso alleato

Nel difficile momento della pandemia il gatto non solo non ha risentito degli eventuali stati di maggior preoccupazione del proprio cat lover, ma ha addirittura avuto un ruolo positivo nella sua vita quotidiana. Il ruolo è andato ben oltre quello di semplice “animale da compagnia”. Il cat lover si è affidato a lui e lui ha saputo allietare le giornate regalando momenti divertenti (26%), e migliorando stati di solitudine (34%) e di stress (33%).

Scene di vita domestica e nuovi modi di interagire

Dai dati della ricerca emerge un ritratto di chi ha lavorato da casa interagendo con il felino che passeggia sulla tastiera durante le zoom call o occupando abusivamente il mouse. Nel 50% dei casi, gli intervistati con uno o più gatti, si sono ritrovati, mentre lavorano, con il proprio amico a 4 zampe accoccolato sulle gambe (36%) oppure sdraiato sulla tastiera (21%). Ma se da una parte queste richieste arrivate nei momenti meno opportuni hanno complicato un po’ la vita lavorativa, è altrettanto vero che proporzionale alle attenzioni ricevute è stato l’affetto ricambiato: il 50%, fino a raggiungere il 55% tra chi non ha cani o ha un solo gatto.

Queste alcune delle testimonianze più significative, tutti spaccati di vita reale, espresse dai membri della community: “È un membro della famiglia che ci fa stare insieme, giocando con lei e coccolandola. Ha dato calore e amore”; “Sono stati vicini durante la mia gravidanza e il post parto chiusi in casa. Sono i miei angeli custodi”; Mi hanno dato affetto quando sentivo la mancanza dei miei genitori, mi hanno fatto compagnia durante gli estenuanti lockdown. Sono state le mie gioie in questo periodo davvero non facile”.

La maggiore convivenza ha portato a una maggiore conoscenza del proprio gatto, tanto che oltre il 40% ha imparato a capirne più facilmente le esigenze e gli stati d’animo. Parallelamente è aumentata anche la consapevolezza di quanto sia importante averlo nelle proprie vite: il 19% ammette di non riuscire più a fare a meno di lui.

Durante lo smartworking il rapporto fra cat lover e il proprio gatto risulta fortemente rinsaldato: si è ricevuto tanto da lui e ora lo si ricambia con altrettanto affetto, cura e attenzione. Con il graduale ritorno al new normal, diverse sono le strategie adottate per far rilassare il gatto in propria assenza, dal farlo giocare con antistress (30%) fino all’accortezza di lasciargli oggetti con il proprio odore (23%)*

*Rilevazione effettuata a gennaio 2022. 1412 interviste così distribuite: donne 88% e uomini 12%; lavoro: da casa 44%, in ufficio 29%, soluzione di smartworking alternato, ovvero in parte da casa in parte da ufficio 27%.