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Vietato l’ingresso in Italia di cani e gatti da rifugi e randagi. LNDC non ci sta

Gli animali al seguito dei rifugiati possono giustamente arrivare in Italia, mentre quelli senza famiglia no. Una decisione incomprensibile che LNDC ha contestato immediatamente rispondendo alla nota del Direttore Generale. Rosati: “abbiamo previsto tutte le misure di sicurezza necessarie per evitare la diffusione di zoonosi, mi appello al Ministro affinché torni sui suoi passi“.

La Direzione Generale della Sanità Animale presso il Ministero della Salute ha inviato una nota a tutte le Regioni, ai veterinari e alle principali associazioni di protezione animale – tra cui ovviamente LNDC Animal Protection – con alcuni chiarimenti in merito all’ingresso in Italia degli animali d’affezione provenienti dalle zone di guerra in Ucraina. Se da un lato si conferma la possibilità di far entrare in Italia gli animali al seguito dei loro proprietari in fuga dal conflitto, prescrivendo una serie di regole da seguire, dall’altro si vieta alle associazioni animaliste di trasferire in Italia cani e gatti ucraini senza proprietario, provenienti da rifugi o randagi. 

LNDC ha risposto immediatamente al Direttore Generale esprimendo grande sconcerto per questa decisione. Pur comprendendo la preoccupazione per la possibile diffusione della rabbia, ancora presente in Ucraina mentre nel nostro Paese è ormai debellata, non è comprensibile come mai gli animali a seguito dei profughi possano giustamente entrare ed essere sottoposti a osservazione una volta qui in Italia mentre questo non è possibile per quelli senza famiglia.

“Siamo perfettamente consapevoli dei rischi legati a un eventuale trasferimento ed è per questo che abbiamo già previsto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di tutti. Ho fatto presente al Direttore Generale che le associazioni con cui siamo in contatto in Polonia e in Ucraina sono gestite da veterinari responsabili e coscienti della necessità di vaccinazioni e passaporto europeo per portare gli animali in Italia, quindi nulla verrebbe lasciato al caso o alla sorte. Allo stesso tempo abbiamo previsto un ulteriore periodo di quarantena da svolgere presso le strutture in cui verrebbero ospitati gli animali prima di poterli dare in adozione. Viste tutte queste misure, il divieto di trasferimento in Italia è assolutamente inaccettabile e privo di senso”, fa sapere Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

Mi appello quindi al Ministro Roberto Speranza affinché si faccia marcia indietro su questa assurda decisione e consenta alle associazioni riconosciute, come la nostra, di svolgere il nostro lavoro e aiutare anche i nostri referenti al confine a svolgere il loro. Il nostro interessamento, infatti, è rivolto sicuramente in primis agli animali ma anche ai tanti attivisti e veterinari che stanno facendo l’impossibile nelle zone di confine e attualmente sono sovraccarichi di animali. Se riusciamo ad alleggerire almeno un po’ il loro lavoro, potranno continuare ad aiutare tanti altri cani e gatti rimasti coinvolti in questo tragico conflitto. Se questa collaborazione non è possibile all’interno della stessa Unione Europea, che senso ha allora farne parte?”, conclude Rosati.