Un corridoio verde per aiutare Andrea Cisternino e i 400 animali isolati in Ucraina
Il “Rifugio Italia KJ42” è in territorio controllato dai militari russi ed è impossibile da raggiungere, oltre a essere rimasto senza corrente elettrica e senza acqua. LNDC chiede al Ministero di sollecitare l’apertura di un corridoio verde che permetta di portare aiuti e offre di spedire scorte di cibo per gli animali.
Il dramma della guerra in Ucraina continua ormai da quasi un mese e la situazione peggiora di giorno in giorno. Tra le tante preoccupazioni, negli ultimi giorni si è sollevata una grande apprensione per le sorti di Andrea Cisternino, appassionato volontario animalista che da anni si occupa di un rifugio vicino Kyiv dove ospita circa 400 animali senza famiglia. L’area in cui è situata la sia struttura è di fatto ormai nelle mani delle forze militari russe e non è più possibile entrare o uscire dalla zona. Inoltre, da un paio di giorni sono rimasti senza elettricità e senza acqua potabile, oltre ad aver terminato le scorte di cibo per gli animali.
“Ho scritto una lettera al ministro Di Maio per sollecitare una soluzione al riguardo”, fa sapere Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Ho letto che l’ambasciata italiana a Leopoli è al corrente e sta monitorando il tutto ma per ora è troppo pericoloso raggiungere il rifugio. Per questo è necessario far aprire quanto prima un corridoio verde in modo da poter quanto meno far arrivare scorte di cibo e acqua. Sappiamo che Andrea non avrà intenzione di lasciare lì i suoi animali, ma è necessario fare qualcosa per portare un aiuto che permetta loro di sopravvivere.”
“Da parte nostra abbiamo dato la nostra disponibilità a inviare cibo e medicinali nel caso in cui si riesca a ottenere questo corridoio verde. L’abbiamo già fatto per un’altra struttura di Kyiv e siamo pronti a farlo di nuovo, ovviamente, per aiutare Andrea Cisternino. È necessario però assicurarsi che il tutto vada a buon fine e che non ci siano rischi troppo grandi per chi si occuperà della consegna. Purtroppo non è facile organizzare queste spedizioni e, soprattutto, dobbiamo sfortunatamente accettare che non sarà possibile aiutare tutti perché la situazione è veramente troppo complessa. Tuttavia, continueremo a fare tutto ciò che possiamo per dare il nostro contributo”, conclude Rosati.