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A UniTo la ricerca del futuro

Il polo universitario torinese è il terzo Ateneo in Italia non solo per qualità e valutazione dei giovani ricercatori.

L’analisi dei risultati VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) per il periodo 2015-2019 presentati dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) ha confermato il trend positivo di un’Università che ha progettato e continua a progettare interventi per l’innovazione e il rafforzamento del sistema di alta formazione, di ricerca e di trasferimento tecnologico e che continua ad assumere giovani ricercatori.

Ottimi sono i risultati negli indicatori generali di qualità e quantità (terzo Ateneo in Italia per qualità della ricerca) e per la valutazione della ricerca dei ricercatori neoassunti (terzo Ateneo in Italia, subito dopo Padova e Milano e prima di Milano Bicocca, Bologna, Pisa, Milano Politecnico, Firenze, Napoli Federico II, Politecnico di Torino e Roma la Sapienza), a conferma delle buone politiche messe in atto a sostegno dell’innovazione e per il reclutamento di nuove forze.

L’Università di Torino si conferma un polo di eccellenza nazionale anche per quanto riguarda la formazione alla ricerca con un giudizio, alla qualità dei propri dottori di ricerca, secondo solo al Politecnico di Milano tra i grandi Atenei. Questi risultati positivi avvalorano il modello di sviluppo dalla decisa impronta innovativa che sta perseguendo UniTo, nel quale impresa e ricerca lavorano in sinergia, realizzando distretti produttivi in stretto contatto con le migliori realtà della conoscenza specializzata, delle competenze formate. 

Ottima posizione anche per le ricadute sociali e culturali in rapporto alla terza missione. L’Ateneo di Torino, che è sempre più un riferimento per la cittadinanza e per il terzo settore, mette a disposizione il suo saper fare in un’ottica collaborativa, di sperimentazione e di valorizzazione delle competenze e delle risorse a beneficio della comunità. 

Su questi parametri si colloca il progetto della Cavallerizza, che esprime la nascita di un vero e proprio distretto culturale nel cuore della città, che valorizza le scienze umanistiche e sociali, eccellenza dell’Ateneo, e che rappresenta un investimento che apre un’ulteriore fase di innovazione per l’Università di Torino.

Risultato altrettanto consistente e destinato a crescere, è infatti quello riscontrato nelle ricadute sul tessuto industriale, sociale e culturale. L’Ateneo di Torino, da sempre, mira a rappresentare un riferimento per le aziende pubbliche e private e per il terzo settore, mettendo a disposizione il suo saper fare in un’ottica collaborativa, di sperimentazione e di valorizzazione delle competenze e delle risorse a beneficio della comunità. 

Chiaro esempio di questa sinergia è la nascente Butterfly Area, un ecosistema che ospita imprese, enti di ricerca e istituzioni che potranno lavorare fianco a fianco con ricercatori e studenti, dare vita a laboratori congiuntiusare impianti pilotaaccedere alle strumentazioni di ricerca universitarie e servizi all’innovazione. Le attività previste all’interno del nuovo hub genereranno impatto su tutti i livelli trasversali alla transizione verde e digitale con azioni verticali sui settori chiave dell’economia: Energy and Clean Technologies, Green Chemistry and Advanced Materials, ICT, Smart Products and Manufacturing, Agrifood.

Oltre a fornire una fotografia della ricerca italiana, i risultati della VQR saranno utilizzati dal MUR per ripartire, già dal presente anno, l’80% della parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) e per individuare i dipartimenti degli Atenei statali italiani che potranno competere per ottenere un importante finanziamento straordinario destinato a sostenere un progetto di ricerca e sviluppo quinquennale. 

Le pubblicazioni scientifiche valutate (articoli, monografie, contributi in volume ecc.) sono state circa 182.000 rispetto alle circa 118.000 presentate nella precedente VQR; i ricercatori accreditati sono stati circa 65.000. È aumentato anche il numero delle Università che sono state valutate, salite a 98 (4 in più dell’esercizio precedente), e degli enti di ricerca, 14 in totale (2 in più rispetto alla VQR 2010-2014), mentre sono diminuite, scendendo a 22, le Istituzioni che volontariamente si sono sottoposte alla valutazione (4 in meno). 

“Le valutazioni ANVUR della qualità della ricerca per il quinquennio 2015-2019 – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – proiettano l’Università di Torino in posizioni sempre più di vertice nelle classifiche nazionali degli atenei statali e la confermano come un’eccellenza assoluta della ricerca italiana. È stato possibile conseguire questo straordinario risultato grazie a strategie di sviluppo che hanno messo al centro dell’investimento tutte le diverse componenti del sistema universitario: prima di tutto le competenze e i talenti delle ricercatrici e dei ricercatori, ma nondimeno spazi confortevoli e adeguati nei quali studiare e lavorare, l’internazionalizzazione delle esperienze, i servizi tecnico-amministrativi di supporto all’attività scientifica. Sullo sfondo, poi, il rinsaldamento della relazione con il territorio, per un trasferimento di conoscenze e tecnologia sempre più necessario al tessuto economico circostante. Insomma, con questi dati celebriamo un successo di squadra, che vede in prima fila tutti i Dipartimenti, ai quali vanno il ringraziamento e le felicitazioni di tutta la governance di Ateneo”.