Siamo a Martingale, una vasta tenuta nella campagna inglese. La proprietà appartiene da generazioni alla famiglia Maxie ma ora si presenta piuttosto in decadenza soprattutto da quando il capofamiglia, Simon Maxie, è stato vittima di una grave malattia invalidante. A tenere le redini della casa è sua moglie Eleanor che si avvale dell’aiuto di una fedele domestica, Martha, a cui da recente si è aggiunta la collaborazione di Sally Jupp, una giovane donna raccomandata dalla direttrice di un ricovero per ragazze madri, la signorina Liddell che pensa di lei ogni bene:
[Sally] Ha dei modi semplici e raffinati, e anche un buon livello di istruzione, una ragazza da scuole secondarie! Non mi sarei mai sognata di raccomandarla a sua madre se non fosse stata un tipo assolutamente fuori dal comune tra le ragazze del St Mary. In effetti è un’orfana, cresciuta da una zia, ma spero che questo fattore non debba giocare nella sua compassione. Il dovere di Sally è di lavorare sodo, e di trarre il maggior profitto da questa opportunità.
E potremo dire che Sally prende alla lettera le parole della Liddell. Quale maggior profitto per lei se non fidanzarsi con l’erede dei Maxie, Stephen, un giovane affascinante chirurgo dalla personalità molto complessa?
La notizia viene data dalla stessa Sally a conclusione di una festa di beneficenza tenutasi nei giardini della tenuta.
Sally faresti bene a rimetterti la divisa per andare ad aiutare Martha.
Il sorriso contenuto della ragazza si ruppe in una risata. Ci mise un attimo a riprendere un po’ di controllo di sé e a rispondere, con tono di voce quasi ossequioso nella sua derisoria rispettosità: pensa che sarebbe appropriato, signora, per la ragazza che suo figlio ha chiesto in sposa?
Nello sbalordimento generale Sally sale in camera ma la mattina seguente viene scoperto il suo cadavere.
La finestra era aperta e il cuscino era bagnato di pioggia. I capelli di Sally vi erano sparpagliati, come in una ragnatela d’oro. Aveva gli occhi chiusi, ma non dormiva. Dall’angolo serrato della bocca partiva un rivolo di sangue ormai secco, come un taglio nero. C’erano due lividi, sui lati del collo, dove le mani dell’assassino le avevano tolto la vita.
Viene chiamato ad indagare sul delitto Adam Dalgliesh, ispettore di Scotland Yard. La sua comparsa suscita sentimenti opposti tra i presenti nella tenuta.
Felix Hearne, reduce di guerra e spasimante di Deborah, la figlia vedova di Eleanor, lo giudica un soggetto da prendere con le molle. Stephen Maxie un diavolo arrogante.
Di parere diverso sono le donne.
Catherine Bowers, malgrado la sua passione per Stephen, pensa subito:
Alto, bruno, bello. Non me l’aspettavo. veramente una faccia interessante
Eleanor, osserva stupita:
Chissà perché ci si aspetta sempre che gli ufficiali di polizia indossino bombetta e impermeabile
Sua figlia Deborah:
Lo fissò intensamente come se lo vedesse attraverso un velo di capelli rosso dorati.
L’ispettore Dalgliesh, oltre ad essere un bell’uomo, è un tipo molto chiuso con un trascorso durissimo alle spalle: Il suo unico figlio è morto tre ore dopo la nascita, con sua madre.
Come di prammatica in un giallo del genere, a conclusione di un’indagine che si suppone condotta con minuziosità e attenzione, Dalgliesh riunisce i possibili sospettati nel salotto buono della vecchia dimora di campagna e indica il colpevole.
La vicenda si chiude con una pennellata rosa. L’ispettore dopo qualche tempo ritorna a Martingale. Ad accoglierlo è rimasta solo Deborah
Si diressero in silenzio verso la porta e Deborah restò a guardarlo, finché non scomparve in lontananza. Dalgliesh si voltò indietro e la vide ancora stagliarsi per un attimo nella cornice della porta, illuminata dalla luce dell’ingresso, sola. Improvvisamente, seppe con assoluta e confortante certezza che si sarebbero rivisti ancora.
Copritele il volto è il giallo d’esordio di Phyllis Dorothy James in cui appare per la prima volta il personaggio dell’ispettore Adam Dalgliesh.
Phyllis Dorothy James, meglio conosciuta dai suoi lettori come P. D. James, viene da più parti considerata l’erede di Agatha Christie. La lettura di questo giallo permette di capirne subito il perché: i romanzi della James richiamano per ambientazione, espedienti narrativi e sistema dei personaggi, gli elementi tipici della narrativa della Christie con la quale deve però cimentarsi in una tenzone a fil di penna che definirei impari. Nei gialli della nostra scrittrice, infatti, manca la forza narrativa, la capacità di saper sorprendere, la vivacità descrittiva che contraddistingue quelli della signora in giallo. La differenza che passa, per intenderci, tra una tempera e un acquerello.
In Copritele il volto il contesto ambientale è quello della campagna inglese. Sin dalle prime pagine, la James tenta di introdurvi un’atmosfera carica di tensione che lascia facilmente pensare ad un’imminente disgrazia. Il lettore ne viene a conoscenza non tanto perché arriva gradualmente ad avvertirne la presenza (Vorrei qui ricordare i famosi Dieci piccoli indiani) ma attraverso il pensiero di uno dei personaggi:
Deborah[…] ebbe la sensazione che il giardino e la stessa Martingale fossero in attesa di qualcosa. D’estate la casa era sempre nel pieno fulgore della sua bellezza , ma quest’anno percepiva come un’aria di aspettativa, quasi presagio, estranea alla sua consueta rinfrescante serenità […] Deborah scacciò quelle morbose fantasie pensando[…] che l’evento più inquietante che minacciava Martingale era la festa parrocchiale.
Sulla falsa riga di Caccia al delitto di Agatha Christie, anche in Copritele il volto una festa campestre dà il via al delitto che seguirà con il ricorso alla porta chiusa dall’interno, al sonnifero misteriosamente sparito e poi riapparso per portare a termine una parte del piano dell’assassino. Sono presenti, come si diceva, i classici personaggi, qui un po’ stereotipati, del medico locale, del parroco, l’istituto di beneficenza diretto dall’immancabile signorina di mezz’età. Lo stesso protagonista, Adam Dalgliesh, che per altro si presenta nel romanzo un po’ tardi per i gusti del lettore, non è dotato né della personalità di un Monsieur Poirot, né tanto meno di una Miss Marple. Appare piuttosto un personaggio un po’ umbratile e alla fine, anche se concluderà con successo la sua indagine, ci si rende conto che è rimasto sempre sullo sfondo per lasciare che siano altri (Deborah, Felix, persino Stephen) a portare avanti l’investigazione.
Tuttavia il libro della James, a prescindere da certi impietosi confronti, garantisce un piacevole ritorno al giallo classico se non di autore…quasi.
“La prof” Maria Lucia Martinez