Eubiotica

Alla fine degli anni 50, in pieno boom economico, si verificò una crisi del modello di vita, soprattutto nell’ambito alimentare che originò dalla scienza nord-americana diffondendosi in tutto l’occidente.

Questo modello prevedeva una prevalenza dell’alimentazione animale a discapito di quella a prevalenza vegetale.

Presto, però, questo tipo di alimentazione mostrò i suoi frutti: proliferarono malattie e disturbi vari.

A Milano nacque il “Centro di Eubiotica Umana” presso l’ospedale dei bambini che aveva il fine di correggere questo modello alimentare e ripristinare la salute.

Il termine eubiotico deriva dal greco ed è composto dal prefisso eu- (buono) e da biotikós (vitale): letteralmente, “buono per la vita”.

Insieme a “eubiosi”, indica uno stile di vita convenzionale proposto dalla scienza medico- salutista ufficiale.

Nel tempo il termine è stato usato per indicare un progetto di salute che considera oltre all’igiene di vita e all’alimentazione anche la medicina naturale.

L’eubiotica ha origini antiche, addirittura bibliche. Per esempio, nella tradizione biblica, sull’altare non potevano essere presentati cibi fermentati, compreso il miele. Il vino non fermentato, il succo d’uva veniva riservato alla Pasqua insieme al pane azzimo. Le carni dovevano essere fresche. Il sale doveva essere grezzo.

Chi doveva eseguire compiti particolari doveva evitare la carne e il vino fermentato e mangiare invece cereali e legumi.

Erano privilegiate le carni ovine e caprine, i pesci con pinne e squame rispetto ai molluschi, che venivano esclusi dall’alimentazione.

Sempre nella Bibbia viene riportato il danno provocato dall’eccessivo consumo di carne, che nel deserto del Sinai provocò addirittura la morte.

Il grasso degli animali non andava consumato ma offerto a Dio e bruciato sull’altare. Gli elementi zuccherini non andavano associati alla carne. Anche il latte non doveva essere associato alla carne e in particolare facendo cuocere la carne dell’agnello nel latte di sua madre.

La carne doveva essere consumata solo dopo essere stata privata del sangue, sgozzando l’animale così da escludere la commestibilitá della carne di animali soffocati e di conseguenza anche nel sangue e nel midollo osseo. Va ricordato che le ossa dell’agnello di Pasqua non andavano spezzate.

Infine il digiuno, che veniva presentato come strumento per il mantenimento dell’equilibrio psicofisico.

Come si può osservare, le regole per star bene ed “essere in grazia di Dio” hanno radici antiche che la modernità ha intenzionalmente voluto perdere, perdendo di conseguenza il contatto con il Divino.

Maura Luperto