Ci risiamo. Scarpini ai piedi, divisa azzurra e pista rossa.
Sono iniziati ieri i mondiali di atletica 2022. Per la prima volta, in diciotto edizioni mondiali, siamo in America, precisamente a Eugene tra le montagne, i fiumi e le foreste dell’Oregon.
Sembra strano che non si siano mai effettuati i Mondiali nello stato che per antonomasia ha sempre vinto e sfornato campioni nell’atletica, soprattutto nella corsa, eppure non è un caso che le gare vengano disputate in questo stadio a Eugene.
Hayward Field infatti è la patria statunitense dell’atletica leggera fin dal 1921, quando fu costruita la sua prima pista rossa.
Emozioni e curiosità
Situato nel campus dell’università dell’Oregon, è stato costruito inizialmente come campo da football per ospitare la squadra dell’università dei Ducks. Il nome Hayward Field, è stato dato in onore del primo allenatore della squadra dei Ducks dell’istituto. A sua insaputa, ovviamente, infatti Bill Hayward lo scoprì solamente duramente la celebrazione di apertura.
Convertito poi anche in pista d’atletica ha iniziato a macinare, passo dopo passo, atleti e campioni tanto da diventare centro focale dell’atletica americana e affibbiare il nomignolo di “Track Town“, alla città di Eugene.
In queste piste sono nati i concept, poi evoluti nel marchio Nike, degli scarpini da corsa personalizzati per gli atleti. Ha ospitato le prime prove olimpiche del ’72, del ’76 e dell’80, aprendo poi a campionati juniores e nazionali. È stato teatro delle riprese di svariati film, tra cui Animal House degli anni 80.
Ricostruito per l’occasione del Mondiale, previsto lo scorso anno ma spostato al 2022 per lo spostamento delle Olimpiadi, ha avuto un rinnovamento all’avanguardia nel campo dell’atletica, con una pista costruita in “colata” direttamente sul campo e non montata come succede solitamente.
Fortunati gli atleti americani che hanno potuto provarla già per i campionati nazionali svoltisi pochi mesi fa.
Un campo con questa storia potrà solo regalarci nuove emozioni e storie da ricordare.
Prima tra tutte l’ultima medaglia internazionale di Allyson Felix nella staffetta 4×400 mista, disputata ieri, stanotte ora italiana, con il team statunitense salito sul terzo gradino del podio, battuto negli ultimi 30 metri da Repubblica Dominicana e Olanda. Allyson Felix dice che sarà la sua ultima gara internazionale… Le crediamo? Chi lo sa che altre sorprese potrà regalarci questa leggenda dell’atletica.
Emozioni tutte italiane fin dalle prime gare
Gianmarco Tamberi nella prima sessione di gare ha trovato la qualificazione alla finale regalandoci non pochi brividi al terzo salto dei 2.28cm. Ma con Gimbo si sa, è sempre l’ultimo passo quello che vale, e che ci ha regalato l’emozione, in quello stacco, del superamento di un altro ostacolo.
Momento lacrimuccia: l’abbraccio in pedana tra Gimbo e Barshim alla fine della qualificazione. Emozioni che non si possono descrivere.
La prima giornata vede anche la qualificazione di Marcel Jacobs nei 100 metri piani, di Nick Ponzio in finale nel getto del peso, Gaia Sabbatini in semifinale nei 1500mt, Sara Fantini in finale al lancio del martello e il settimo posto per la staffetta mista della 4×400 con un team scatenatissimo ed una Ayomide Folorunso emozionatissima, e come biasimarla, di partecipare alla stessa finale della regina Allyson Felix.
Dispiace per Roberta Bruni, campionessa e primatista italiana di salto con l’asta solo pochi mesi fa, che non è riuscita a centrare la finale.
Le medaglie e la magia del momento
In questa magica pista rossa, che raccoglie così tante storie ed emozioni, si vedrà una rivoluzione per l’atletica leggera in fatto di medaglie.
Per la prima volta in assoluto, infatti, verranno consegnate e messe al collo subito dopo le gare.
Le hanno battezzate Instant Medals, e questa celebrazione è stato progettata proprio per suggellare il momento della gare, trasformando in materia quell’emozione e incoronarla con la medaglia. Un peso al collo che simboleggia, nell’immediato, lo sforzo ed il traguardo di quella medaglia appena vinta.
Un’emozione unica.
Dopo esserci abituati al bruttissimo paragrafo olimpico, conseguenza delle ristrettezze covid, in cui l’atleta prendeva da solo la medaglia dal piatto e non veniva premiato dai rappresentanti CIO, atto simbolico importantissimo, queste Instant Medals sono la più bella celebrazione che ci si potesse aspettare.
Simbolica, visto che poi il podio e la celebrazione tradizionale con inni e bandiere verrà svolta sempre in differita, ma con un simbolismo potentissimo fatto per commemorare la loro vittoria individuale “nel momento” e la condivisione in quella precisa emozione.
Emozioni appena iniziate ma che non mancheranno ancora di stupirci fino al 24 luglio.
Alessandra Collodel
Fonti:
https://worldathletics.org/news/feature/tracktown-history-and-legacy
https://hayward.uoregon.edu/history
https://worldathletics.org/competitions/world-athletics-championships/oregon22/news/press-releases/medals-revealed-in-celebration-of-10-days-to-go-until-the-world-athletics-championships-oregon22