Recupero e riciclo di cassette in plastica, i benefici per l’ambiente
Il Life Cycle Assessment 2022 del Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica sotto la lente di Ecomondo a Rimini. Lo studio evidenzia risparmi annui di 150 mila tonnellate di Co2, 2,3 milioni di Gigajoule di energia, 606 milioni di litri di acqua, 135 mila tonnellate di materia prima vergine.
Grazie al recupero di circa 65mila tonnellate di cassette di plastica in un anno, è stato possibile evitare l’emissione di 150 mila di Co2 (pari all’inquinamento prodotto da 61mila automobili), risparmiare 2,3 milioni di Gigajoule di energia (paragonabili al consumo annuo di 577 mila persone) e oltre 600 milioni di litri di acqua (pari al contenuto di 243 piscine olimpioniche) e ridurre di 135mila tonnellate il fabbisogno di materia prima vergine: con questi numeri il ‘lavoro’ di CO.N.I.P (Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica) rende conto dei grandi benefici ambientali indotti dal consorzio.
I numeri sono certificati nel LCA (Life Cycle assessment 2022), ovvero nel documento annuale di Impatto Ambientale delle cassette CO.N.I.P che viene presentato in questi giorni a Ecomondo, la 25′ edizione della Fiera per la Transizione Ecologica che si tiene a Rimini dall’8 al 11 novembre.
Lo studio analizza il risparmio in termini ambientali che si ottiene seguendo il ciclo vita delle casse prodotte con materia prima seconda ottenuta dal recupero e avvio al riciclo delle stesse una volta che hanno terminato il loro utilizzo.
A loro volta i numeri CO.N.I.P sono messi a confronto con lo scenario alternativo che analizza il ciclo vita delle casse prodotte con materia prima vergine. La riduzione significativa di utilizzo di materia prima vergine permessa dal sistema utilizzato dal Consorzio, genera poi, oltre ai vantaggi ambientali svelati dallo studio, anche significativi vantaggi economici in quanto consente un notevole risparmio, sia sull’acquisto della materia prima, sia sui consumi derivanti dai processi produttivi.
Ma come si ottengono questi risultati? La spiegazione sta nel circuito virtuoso messo a punto dal Consorzio che coinvolge tutti i principali attori delle filiere (produttori, utilizzatori, raccoglitori e riciclatori di casse e pallet in plastica) attraverso una rete capillare di piattaforme di raccolta.
Il percorso disegnato da CO.N.I.P. prevede infatti la raccolta delle casse in plastica dagli utilizzatori finali (grande distribuzione, mercati rionali, fruttivendoli, ecc.) e l’avvio al riciclo. La prima fase è quella della macinazione, da cui deriva materiale plastico sotto forma di scaglie che sarà utilizzato dalle imprese produttrici per realizzare nuovi imballaggi (di materia prima seconda) pronti a rientrare nel ciclo.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti da Conip in quasi 25 anni di attività in termini di raccolta ed avvio al riciclo dei propri imballaggi”, – commenta il presidente del Consorzio Domenico D’Aniello.
“Soltanto nel 2021 – precisa infatti il presidente – Conip ha recuperato e avviato a riciclo il 75% delle cassette che ha immesso sul mercato nazionale. Un esempio virtuoso, efficace ed efficiente di economica circolare. L’obiettivo ovviamente è quello di arrivare a recuperare ed avviare al riciclo la quasi totalità di casse immesse sul mercato nazionale; un traguardo per il quale tutti i nostri consorziati si stanno adoperando con il massimo impegno al fine di raggiungerlo”
Pioniere dell’economia circolare, CO.N.I.P. da oltre venti anni è il primo Consorzio autonomo di produttori di casse di plastica, riconosciuto fin dal 1999 dal Ministero dell’Ambiente. È stato il primo sistema collettivo in Europa a produrre casse e pallet in materiale poliolefinico riciclabile e riciclato al 100% grazie all’adozione del sistema ad ‘anello chiuso’, ed è stato il primo anche a realizzare una propria rete di raccolta a livello nazionale, riuscendo così a eliminare i costi di logistica per gli operatori.