Non è la prima volta che dalle pagine de Il giornale delle buone notizie vi parlo di Daphne du Maurier.
Quella che vi propongo oggi è una raccolta di sei racconti, in una versione che Il saggiatore ripropone così come fu data per la prima volta alle stampe nel 1952, con il titolo originale di The Estate of Daphne du Maurier.
L’antologia si apre con Gli uccelli, divenuto celebre a seguito della trasposizione cinematografica del 1963 per la regia di Alfred Hitchcock.
Ne Gli uccelli uno scenario campestre ordinario viene trasformato nel set di una horror fiction facendo leva su uno degli stati d’animo più ancestrali e universali: la paura dell’uomo di non poter fronteggiare una natura che gli si rivolta contro.
E così, di racconto in racconto, ci immergiamo in un mondo reale, che ha i contorni rassicuranti della quotidianità, in cui l’autrice insinua, lentamente, il dubbio, l’angoscia che ciò che appare non corrisponda a ciò che è, l’ansia dell’incompiutezza, di qualcosa che si protrae senza giungere a una conclusione.
La seguiamo al mare, dove una ricca moglie annoiata trova piacere nel suscitare invidia e ammirazione negli sconosciuti, o al cinema, alle prese con un ragazzo innamorato. Ambientazioni familiari, situazioni credibili, anche scontate, ma che – con la stessa velocità con cui un nuvolone trasforma una giornata di sole in una di tempesta – si ribaltano diventando inquietanti fino a produrre straniamento nel lettore.
L’autorevolezza di Daphne du Maurier come autrice thriller, con particolare riferimento al sottogenere psicologico, è oggi universalmente riconosciuta. Le sue trame non nascondono chissà quale colpo di scena finale: la sua abilità consiste nel trasformare in ansiogena qualsiasi situazione che, a prima vista, si presenta così usuale da poter sembrare addirittura banale.
Lo studio dell’animo umano, che traspare dalla caratterizzazione dei suoi personaggi, dalle reazioni che suscita in loro e che, attraverso loro, trasferisce al lettore, la rendono ad oggi maestra ineguagliabile della suspense.
Claudia Cocuzza