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La carrozza della santa

Siamo a Catania la festa di Sant’Agata si è appena conclusa.  Due studentesse francesi in Erasmus nella città etnea indugiano ancora nel centro storico pressoché deserto. Il portone aperto  del municipio e privo della solita sorveglianza, spinge le ragazze ad entrare.  Le due splendide carrozze del senato da un lato e dall’altro dell’androne, in due spazi delimitati da cordoni rossi attirano la loro attenzione. Una delle francesine scavalca il cordone, vuole vedere da vicino quella più grande. Apre la portiera e urla come non aveva mai urlato in vita sua. Dentro la carrozza in un lago di sangue c’è un uomo sgozzato. Incomincia così la nuova indagine di Vanina Guarrasi, vicequestore aggiunto. Si tratta stavolta di una complicata vicenda famigliare fatta di rivalità, compromessi, menzogne, anche risalenti a tempi molto lontani:

  • Perché lo dici con quel tono? – chiese Macchia- sappiamo qualcosa di particolare’-
  • […] dettagli che mi fece notare il commissario riguardo l’acquisto di questa proprietà-
  • Acquisto fatto quando? […]-
  • Nel 1943- rispose Vanina
  • Guarra’, nel ’43!-

Ma anche di complicazioni recenti, buona parte delle quali ruotano intorno alle azioni dell’architetto Sergia Vannotta

Sergia indossava un abito da sera con spacco, aveva i capelli ondulati portati su una spalla. Sovrastava le ragazze accanto a lei sia in altezza sia in eleganza […] le tornò in mente l’espressione che aveva usato Tonelli per definire Sergia: un diavolo. A occhio le si attagliava alla perfezione

Vanina, però, questa volta non riesce a trovare la giusta concentrazione se non a costo di grandi fatiche.  A Palermo è richiesta la sua presenza e la Guarrasi non sa sottrarsi

  • Grazie di essere qui, Guarrasi, so che non era nei tuoi programmi.
  • No, non lo era. Ma non lo era neanche che le mie vecchie indagini venissero riprese in mano e portate avanti da qualcuno che ci credesse davvero. Perciò non mi sembra il caso di negare a questo qualcuno la collaborazione che mi chiede.

Dunque, per arrivare alla soluzione del caso, la collaborazione della sua squadra sarà fondamentale  così come quella del commissario in pensione Biagio Patanè, persona intuitiva che  ha inquadrato alla perfezione la sua giovane amica

 Sa quanto le manca Palermo, vero? – disse Patané. Vanina non rispose, ma dovette deglutire più volte prima che il nodo alla gola s’allentasse.

Cristina Cassar Scalia, oltre a saper proporre al lettore trame poliziesche sempre avvincenti, ha creato attorno alla sua protagonista un microcosmo brulicante di vita. Leggere l’ultima avventura del suo vicequestore aggiunto è perciò anche ritrovare gli amici lasciati nell’ultimo giallo. A tal punto la scrittrice è riuscita a rendere i suoi personaggi di carta simili a uomini e donne che potresti trovare girato l’angolo di piazza Europa o di una delle traverse di via Etnea a Catania. Piazza Verdi o via Cavour, se invece ti trovi a Palermo. Sì, Catania e Palermo, perché questa è un’altra delle cose che la scrittrice ha realizzato con successo: presentarci con verve e oculatezza i rapporti intercorrenti tra le due grandi città siciliane.

Con gli occhi della fantasia la vediamo, dunque, tessere spesso e volentieri la spola della sconnessa autostrada A19 direzione Palermo con sosta di rito nell’area di servizio di Termini Imerese per prendere

Un caffè e uno di quei dolci strabordanti di Nutella di cui non riusciva a fare a meno ogni qualvolta che entrava in un autogrill

Poi presentarci, inserendole qua e là nella trama, le affinità e gli aspetti che caratterizzano ora l’una ora l’altra provincia. Così, abitudini culinarie (sempre presenti), linguaggio, mentalità, si sovrappongono; intrigano e divertono il lettore, non per forza siciliano, perché la  Cassar Scalia ha fatto di VaninaGuarrasi

 «[…] una di noi e ci fa ridere perché nelle sue battute ritroviamo un’antica ragionevolezza, arma di sopravvivenza imperitura nei mondi difficili» – (Roberta Scorranese, Corriere della Sera)

Capita perciò quasi per ogni sua nuova proposta editoriale di occhieggiare con un pizzico di dispiacere, per quantificarle ad occhio, le pagine che separano dalla fine dell’avventura di turno.  Magari sperando in un happy end della sua relazione con il magistrato Paolo Malfitano ma già certi di trovarci l’ennesimo colpo di scena che proprio nell’ultima pagina sollecita la voglia di sapere cosa accadrà nella prossima avventura.

  • Che succede, Don?- disse, preoccupata
  • Tua amica, Giuli.
  • Mia amica Giuli, cosa?
    Don Sullivan prese respiro
  • Non è arrivata.

“La Prof.” Maria Lucia Martinez