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MJ5, il Tar di Trento sospende l’abbattimento

Mentre scriviamo, arriva la notizia: il Tar di Trento ha sospeso anche l’ordinanza di abbattimento dell’orso MJ5, mantenendo in vigore solo la cattura. Lo comunica il presidente di Leal Gian Marco Prampolini. “Con nostra grande soddisfazione – afferma – il Tar ha accolto il ricorso di Leal dello scorso 20 aprile e le motivazioni formulate dal nostro ufficio legale. È più che mai necessario mettere punti fermi a una follia di sterminio dei plantigradi perseguita dalla giunta Fugatti. Vogliamo anche contestare i criteri di valutazione di pericolosità degli orsi considerati confidenti o “aggressivi” in quanto vittime essi stessi in primis di azioni di disturbo spesso anche volontarie da parte di curiosi, escursionisti e ancora più spesso cacciatori e bracconieri”.

Non solo JJ4. Gli orsi in Trentino sono tutti nel mirino. Ma lo spiraglio aperto dall’ISPRA per JJ4/Gaia potrebbe aprire la strada al trasferimento anche degli altri “condannati a morte”, come MJ5, orso di 18 anni che non ha mai creato nessun problema.

MJ5 la mattina del 5 marzo scorso aveva aggredito un uomo nel comune di Malè, all’uscita della Val di Rabbi. “Ci teniamo a ricordare che le dinamiche non sono chiare e lasciano aperta l’ipotesi che il cane fosse sciolto e, non controllato, abbia innescato la reazione dell’orso“, sottolinea LEAL, Lega Antivivisezionista.

LNDC Animal Protection, in prima linea con tutte le associazioni animaliste per salvare gli orsi dall’ingrato compito di fare semplicemente gli orsi, pena la morte, in questi giorni ha sollevato la questione di incostituzionalità della legge provinciale che permette di abbattere l’orsa.

Grazie alla modifica avvenuta circa un anno fa, l’articolo 9 della Costituzione prevede la tutela della biodiversità e degli ecosistemi tramite le leggi dello Stato. Per questo l’Associazione chiede che le deroghe concesse dalla Legge Provinciale 9/2018 vengano dichiarate incostituzionali dato che consentono al Presidente della Provincia di emanare decreti di uccisione senza controllo. Nel frattempo, LNDC Animal Protection chiede anche di sospendere urgentemente il decreto contro MJ5“, dichiara l’associazione in una nota.

La battaglia di LNDC Animal Protection per “difendere gli orsi del Trentino dallo strapotere della Provincia Autonoma di Trento” non conosce sosta. L’Associazione, infatti, subito dopo il decreto firmato da Fugatti per uccidere MJ5, ha depositato un’istanza al Presidente del TRGA di Trento per chiedere la sospensione in via cautelare urgente del provvedimento, per evitare che l’orso venga ucciso durante i tempi tecnici necessari per fissare l’udienza a seguito del ricorso. 

MJ5 è un orso di 18 anni che in tutta la sua vita non ha mai destato preoccupazione. È veramente assurdo che si disponga la sua uccisione a seguito di un singolo incidente, la cui dinamica è tra l’altro non del tutto chiara e che non ha avuto conseguenze particolarmente gravi. Ormai Fugatti è fuori controllo e non possiamo permettere che metta a rischio la vita di 70 orsi come ha annunciato di voler fare. Bisogna sempre ricordare che in tanti anni da quando è stato avviato il ripopolamento degli orsi in Trentino c’è stato un solo incidente mortale. La situazione non è affatto pericolosa come la PAT e certa stampa vogliono far credere“, commenta Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection. 

Nel chiedere la sospensione urgente del decreto, abbiamo sollevato la questione di legittimità costituzionale della Legge Provinciale n. 9/2018 che attribuisce al Presidente PAT il potere di emettere i decreti di abbattimento o cattura di orsi e lupi, in deroga alle norme nazionali e UE di protezione assoluta di queste specie.

La stessa Legge provinciale era stata già impugnata dal Governo nel 2018 perché <in ragione delle caratteristiche etologiche delle due specie di grandi carnivori, che si muovono su aree amplissime, la gestione del lupo e dell’orso richiede necessariamente una pianificazione di scala ultra-provinciale, acquisendo come ambito valutativo l’intero contesto Alpino>.

La Corte costituzionale si era invero pronunciata sulla questione con la Sentenza 215/2019, dichiarandola infondata. Nel frattempo, però, è stato modificato l’art. 9 della Costituzione, che oggi contiene il principio della tutela della biodiversità e dispone per la tutela degli animali la riserva di legge assoluta dello Stato.

Per questo riteniamo che queste deroghe violino i principi costituzionali ed abbiamo ritenuto di sottoporre la questione già in questa fase cautelare al Tribunale Amministrativo“, fa sapere l’avvocato Paolo Letrari, responsabile Grandi Carnivori LNDC Animal Protection.

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