Scavi archeologici a Fano, un contributo per approfondire le ricerche
In occasione di alcuni lavori edili in via Vitruvio nel centro storico di Fano, nel mese di marzo, sono emersi dei resti relativi a un edificio pubblico, di epoca romana, che si affacciava sul foro romano della città. Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata.
Un complesso, spiegano gli archeologi, costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani – ovvero un metro e mezzo – e “sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto“.
Fra i materiali recuperati a marzo c’è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise.
Ora la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ha stanziato la somma di 45mila euro per l’ampliamento di questi scavi archeologici.
Le nuove indagini consentiranno di approfondire la natura degli ultimi reperti, emersi durante recenti lavori di edilizia privata, e fondare su basi scientifiche le diverse ipotesi, anche molto suggestive, relative alla destinazione d’uso del sito.
Le attività sono coordinate dalla Soprintendenza per le province di Ancona e Pesaro e Urbino.
“L’attenzione del Ministro Gennaro Sangiuliano e della Direzione generale è sempre rivolta a favorire sia la ricerca, fonte inesauribile di conoscenza della storia dei territori, sia la consapevolezza delle comunità che vivono in quei luoghi educandole al rispetto del patrimonio culturale di cui sono proprietari. Progresso scientifico e costruzione di un futuro sostenibile vanno infatti di pari passo. Così è stato e sarà per Fano”, spiega il Direttore generale Luigi La Rocca.
“L’attenzione dell’Ufficio è massima e si inquadra nell’ambito dei programmi già intrapresi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio della città di Fano, i cui numerosi siti e contesti coprono un arco cronologico dall’età pre-protostorica al Medioevo”, aggiunge la Soprintendente Cecilia Carlorosi.
Nell’ottica della collaborazione tra Soprintendenza e Comune, e grazie al coinvolgimento dei cittadini, è prevista una condivisa strategia di comunicazione finalizzata ad aggiornare la comunità sullo stato di avanzamento dei lavori.
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