C’è vita, c’è molta vita sulla costa slovena: un intenso alternarsi di ambienti diversi ed esperienze per tutti, dalle famiglie ai grandi camminatori, a chi cerca gusti locali mai provati prima e a chi, perché no, vuole soltanto andare in spiaggia.
46 km. In autostrada, si fanno in meno di una mezz’ora. Ed è un rischio, sempre, quello di sfrecciare, perdendosi ogni metro che separa un punto A da un punto B. Il mare in Slovenia, ad esempio. 46 km. Sono tanti, sono pochi? In 46 km di costa c’è un mondo: ci sono Portorose e Pirano, con le loro saline millenarie incendiate dai tramonti sull’Adriatico; c’è il verde della penisola di Ancarano, tra falesie e terreni coltivati a olivo e vite; ci sono le architetture di Capodistria, dove non manca mai una storia da raccontare; e poi tutto il gusto delle Osmizze, dove il sapore contadino dell’entroterra carsico istriano si mette in scena e, ovviamente, in tavola.
E le spiagge, che sono piccole gemme incastonate tra bagnasciuga e terra e, ancora, centri termali dove assimilare appieno tutti i benefici dell’acqua del mare.
Allora quello che si può fare è rallentare, prendere fiato, alzare gli occhiali da sole e far entrare negli occhi tutto quello che si riesce a catturare in 46 km. Metro per metro, dalla baia San Bartolomeo alle saline di Sicciole.
Tutto il mare dell’Istria slovena
Ancarano, cuore verde della costa slovena – Siamo a due passi dal confine italiano, e la prima località che incontriamo lungo la costa è la penisola di Ancarano, un vero e proprio scrigno di natura marina selvaggia, che custodisce una biodiversità che altrove, davvero, non si trova. E capita di imbattersi in luoghi come la spiaggia Santa Catarina, anche ribattezzata, nel tratto più meridionale della penisola, il cimitero delle conchiglie. Passeggiando lungo la spiaggia, se ne incontrano 234 specie, qui trasportate naturalmente dalle correnti del golfo di Trieste, oltre a 30 specie diverse di uccelli.
La penisola di Ancarano offre, inoltre, la possibilità di fare il bagno in diverse spiagge attrezzate, raggiungibili in estate con un autobus di collegamento gratuito. Tra queste, la baia di San Bartolomeo, scrigno archeologico dove sono visibili i resti di una Villa Rustica romana, oltre a una spiaggia erbosa naturale molto amata dalle persone più attente all’ambiente. Oppure la spiaggia di Adria, pet-friendly, circondata dai pini e caratterizzata da un fondale ghiaioso.
E non si può proprio andare via da Ancarano senza aver assaggiato gli Scampi alla Busara, la vera specialità della penisola!
Capodistria, il porto della Slovenia… e il suo entroterra – Non bisogna lasciarsi ingannare dalla serenissima architettura del centro storico: Capodistria è in realtà un complesso punto di incontro di culture che si esprime tanto nelle arti, quanto nella cucina semplice e sapiente, accompagnata da un buon bicchiere di Refosco, in un entroterra dove una fermata, durante un soggiorno istriano, è un must. È davvero sorprendente il fatto che, nella stessa città, il Palazzo Pretorio ricordi così da vicino il tardogotico veneziano mentre, appena fuori dai confini cittadini, delle iscrizioni in glagolitico (il primissimo alfabeto delle lingue slave) salutino il nostro arrivo nella piccola chiesa medievale della Santissima Trinità, tra i vigneti e gli oliveti del borgo di Cristoglie (Hrastovlje in sloveno). Ma la struttura è famosa e amata anche per uno straordinario ciclo di affreschi quattrocenteschi, forse i meglio conservati della Slovenia, tra i quali spicca la scena della Danza Macabra, dove re, papi, vescovi e borghesi sono tutti accompagnati a un medesimo destino da scheletri danzanti. A chiudere la fila, un usuraio tenta invano di corrompere il suo accompagnatore.
Oltre al mare e alle suggestioni culturali ed enogastronomiche, Capodistria è il posto giusto anche per chi cerca forti scosse di adrenalina. Il ciglione carsico, confine climatico e geologico tra la Slovenia costiera e quella continentale, è infatti la scelta preferita di chi pratica il rock-climbing, con centinaia di direzioni di arrampicata adatte a tutti i livelli.
Osmize. Gusto e tradizione nelle campagne dell’Istria – “Andar per frasche, andar per osmize“. Un ritornello che suona familiare tanto per i friulani, quanto per gli sloveni. L’etimologia della parola, a dire il vero, è slava, deriva dal numero otto e indica i giorni in cui ai viticoltori e ai contadini era consentito, per decreto imperiale, vendere le eccedenze di vino dell’anno precedente in una mescita detta sotto la frasca. È proprio un percorso fatto di frasche, infatti, a segnalare la presenza di un’Osmiza in corso in un’azienda agricola lungo le strade di campagna alle spalle del litorale, dove ancora arriva leggera la Bora a pettinare vigneti e oliveti.
Anche fuori dal periodo delle Osmize, sono molte le fattorie e le cantine che aprono le porte su prenotazione e permettono di gustare i loro prodotti a chi le visita, tra fiumi di Malvasia, Moscato e Refosco.
È il caso, ad esempio, di Štok, agriturismo di Marezige, a 10 km da Capodistria, dove la cucina istriana viene riproposta con un tocco moderno e, quanto al vino, si propongono anche degustazioni a partire dal prezzo di 11,90€ a persona.
Di sale, bellezza e benessere. Pirano e Portorose – Pirano è considerata la città più bella dell’Istria slovena, con il suo profilo che si staglia sull’omonima penisola, saturando ogni spazio con architetture che si affollano l’una sull’altra in un insieme che ci appare organico. A dominarla, la chiesa di San Giorgio, posta in cima al promontorio, gode di una vista straordinaria dalla terrazza antistante. E all’orizzonte si vedono le alpi, nei giorni tersi.
Quel che non tutti sanno, è che questa città è costruita sul sale. Letteralmente, già in un documento redatto alla presenza di Carlo Magno nell’anno 804, si menziona il circondario di Pirano come una terra di produzione di un sale unico, ancora oggi considerato l’oro bianco della costa slovena. E sono proprio i profitti derivanti dalla produzione e dalla vendita del sale ad aver permesso la costruzione delle audaci architetture della città.
La produzione maggiore di sale è concentrata nella località di Portorose, dove non mancano le opportunità per fare un’esperienza a tema: questa lunghissima tradizione, infatti, viene oggi tramandata ai più piccoli nelle saline di Santa Lucia, appena fuori Portorose, con attività che permettono ai ragazzi di divertirsi e imparare mettendo le mani in pasta, anzi, proprio nel sale.