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Venezia restaura i suoi ‘Nizioleti’

Si legge nisioeti, perché i Veneziani la zeta la usano poco e la “l” è un meccanismo di contorsione tra lingua e palato che hanno nel DNA. Quando, come in questo caso, si scrive ma non si pronuncia proprio.

Nella Repubblica Serenissima, la lingua ufficiale per tutti gli atti legali e amministrativi, oltre che quella delle opere letterarie, era il veneziano e sono in veneziano, anche al giorno d’oggi, i nomi dei luoghi scritti sui “nizioleti”, rettangoli bianchi di calce, che si trovano sui muri delle calli (e non solo) a circa due metri d’altezza.

La toponomastica resiliente“, come l’ha definita l’assessore Paola Mar, è motivo di orgoglio e tradizione da proteggere e conservare in tutta Venezia.

Contraddistingue calli, campi, campielli, salizade, fondamente, “rughe” (dal francese rue, come scrive il Boerio nel suo ‘Dizionario del dialetto veneziano‘, indicano un passaggio fiancheggiato in entrambi i lati da abitazioni e botteghe).

La sua peculiarità è di essere, sempre e comunque, una pittura parietale: i nomi delle calli, dei sestrieri (quartieri) o dei canali e le indicazioni verso i punti cruciali della città sono dipinti a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case, dentro un rettangolo di colore bianco circondato da un riquadro. Tipo un lenzuolino… o nizioleto, appunto.

Ma i nizioleti spesso – tra le righe – raccontano una storia. La maggior parte delle calli di Venezia, infatti, ha nomi molto antichi e soprattutto curiosi, che possono richiamare mestieri, attività commerciali, la provenienza o il cognome degli abitanti, oppure spesso sono dedicati a Santi o alla Madonna. A volte poi il toponimo ricorda avvenimenti accaduti nei secoli passati.

LE REGOLE FERREE DEI NIZIOLETI. Lo spessore dell’intonaco è di un centimetro e mezzo, lo sfondo bianco, la scritta in nero viene spugnata attraverso le “dime”, i caratteri tipografici in metallo di proprietà del Comune che vengono usati per riscrivere i nomi e i numeri civici che tramandano la storia secolare delle calli, dei campi e delle fondamenta del centro storico di Venezia e delle sue Isole.

Sono un patrimonio che sta molto a cuore ai veneziani – spiega l’assessore alla Toponomastica Paola Mar illustrando gli interventi di riqualificazione dei nizioleti. – Ringrazio i cittadini e le associazioni del territorio per le loro segnalazioni che ci permettono di effettuare il nostro lavoro ancora meglio. Da gennaio ne sono stati restaurati oltre 70,  a cui si aggiungono più di 80 interventi di ripristino dei numeri civici: ogni anno, mediamente, ne vengono eseguiti 120 per tipologia. I lavori di manutenzione della toponomastica vengono eseguiti da ditte selezionate sulla base di comprovata esperienza nell’ambito dei Lavori pubblici nella categoria ‘Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela’. Trattandosi di spese correnti la durata dell’appalto è annuale con termine dei lavori al 31 dicembre di ogni anno. L’organizzazione dei lavori prevede che gli interventi siano eseguiti per zona, cercando di rendere efficiente il rapporto tra interventi eseguiti e spostamento delle aree di cantiere“.

Gli interventi vengono eseguiti a seguito della verifica da parte del Servizio Toponomastica della correttezza del toponimo, quindi vengono avviati i lavori di rifacimento dei nizioleti esistenti attraverso la rimozione dei lacerti di intonaco residuale, a cui segue la preparazione del fondo con il nuovo intonaco a base di calce, poi la realizzazione dello stesso con la tinteggiatura bianca e infine il tracciamento della filettatura di bordo del nizioleto. In maniera analoga vengono condotti i lavori di rifacimento dei numeri civici.

I nomi riportati si tramandano da secoli – continua l’assessore Mar. – Sono custoditi in un archivio che ci permette di verificare quelli esistenti in passato e cercare di evitare denominazioni scorrette. Nel corso degli anni, inoltre, abbiamo potuto verificare che lo stato di deterioramento dei nizioleti può essere collegato, oltre che allo stato dell’intonaco, anche alla posizione dell’edificio sul quale si trovano. Per questo motivo stiamo lavorando alla creazione di un archivio che, partendo dalla localizzazione delle indicazioni, ci consenta di verificare le tempistiche di deperimento dei nizioleti e la loro eventuale dipendenza dal particolare orientamento“.