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L’Università di Bologna è la più sostenibile d’Italia

Lo certifica il nuovo ranking QS Sustainability 2024, che valuta come le università si stanno attivando per affrontare i più grandi problemi ambientali, sociali e di governance. L’Alma Mater raggiunge il 108° posto a livello mondiale e il 49° in Europa. Il risultato arriva alla vigilia della presentazione del primo Piano Energetico dell’Università di Bologna, che prevede un investimento di 60 milioni di euro per promuovere un uso efficiente dell’energia e incrementare la sostenibilità sociale, economica e ambientale.

L’Università di Bologna è l’ateneo più sostenibile d’Italia. A certificarlo è il nuovo ranking QS Sustainability 2024, che valuta come le università si stanno attivando per affrontare i più grandi problemi ambientali, sociali e di governance. La classifica, alla sua seconda edizione, considera 1.403 atenei di tutto il mondo.

Rispetto allo scorso anno, l’Alma Mater fa registrare grandi passi in avanti. A livello globale, passa dalla fascia 191-200 alla posizione 108, a livello europeo guadagna 35 posizioni, passando dall’84° al 49° posto, e passa dal 6° al 1° posto a livello italiano.

Tra i principali indicatori che compongono la classifica, l’Università di Bologna è al 70° posto a livello mondiale per “Social Impact”: un risultato che riconosce il forte impegno pubblico dell’Ateneo per favorire, in ogni ambito delle sue attività, i principi di equità, sostenibilità, inclusione, rispetto delle diversità.

In questo ambito, spiccano in particolare il 56° posto al mondo per “Knowledge Exchange”, l’indicatore che valuta l’impegno delle università nel favorire il trasferimento di conoscenze e nel collaborare con altre istituzioni e organizzazioni, e l’80° posto su “Impact of Education”, che valuta l’impegno nel garantire una formazione di qualità e una ricerca accademica libera.

Sul fronte dell’impatto ambientale, sono da sottolineare il 111° posto per “Environmental Education”, che valuta l’offerta formativa sui temi della sostenibilità ambientale e l’impatto ottenuto in termini di reputazione, e il 127° posto su “Environmental Research”, che valuta l’impatto della ricerca scientifica rispetto agli Obiettivi ONU di sviluppo sostenibile dedicati a energia pulita, città sostenibili, consumo responsabile, azioni per il clima, protezione degli ecosistemi marini e terrestri.

“Questo primato italiano ci rende certamente soddisfatti di quanto fatto finora sul fronte della sostenibilità – dichiara il rettore Giovanni Molari – ma sappiamo bene che il lavoro da fare è ancora tanto, e oggi è il momento di accelerare. Il nostro senso di responsabilità sociale, le nostre competenze tecniche e scientifiche e il nostro dovere nei confronti del futuro dell’Alma Mater ci impongono di pensare a una gestione dell’energia sempre più informata, consapevole e responsabile. Per questo l’Università deve diventare un ‘laboratorio aperto’ per la sperimentazione di nuovi sistemi, ma anche per attività di sensibilizzazione in tema di energia e ambiente”.

I lusinghieri risultati del ranking QS Sustainability 2024 arrivano infatti alla vigilia della presentazione del primo piano energetico dell’Università di Bologna: con un investimento di 60 milioni di euro previsto da oggi al 2030, l’Ateneo punta a rendere ancora più efficiente l’utilizzo e la produzione di energia e a rafforzare le proprie azioni nel campo della sostenibilità sociale, economica e ambientale.

Il piano coinvolge una superficie che supera il milione di metri quadrati. Tra i numerosissimi interventi previsti, saranno eliminate, entro il 2025, tutte le centrali a gasolio e a olio combustibile ed entro il 2030 saranno elettrificate tutte le centrali termiche, sostituendo le caldaie a gas con pompe di calore; verranno installati nuovi impianti fotovoltaici, per arrivare a produrre, entro il 2027, fino al 17% del fabbisogno energetico annuale dell’Ateneo; tutti gli impianti di illuminazione tradizionali saranno sostituiti con apparecchi a LED entro il 2026. E sarà coinvolta attivamente tutta la comunità dell’Ateneo, a partire dalle studentesse e studenti, per contrastare gli sprechi con comportamenti personali responsabili e per segnalare – grazie a un’app dedicata – guasti e situazioni problematiche, attivando così interventi mirati e tempestivi.