Il destino è nelle nostre mani
Prevedere significa anticipare. Si può prevedere il futuro?
Credo che sia del tutto inutile cercare di scoprire il futuro attraverso studi e ricerche se queste non hanno come scopo la prevenzione.
Per comprendere questa intenzione, l’esempio riporta alla tutela del benessere, ciò che comunemente viene definito come “mantenersi in buona salute”.
Chi conosce i propri punti deboli, sia dovuti a fattori ereditari, quindi di natura genetica, sia di natura psicosomatica, sa perfettamente cosa rischia se commette eccessi che potrebbero aggravare il proprio stato o somatizzazioni, o che potrebbero semplicemente sviluppare alcuni sintomi latenti.
Allora in questo senso si può stabilire una specie di bollettino previsionale, di diagnosi istantanea e realizzabile fin dai primi istanti di vita che può rivelare il probabile futuro dello stato di salute a breve e a lungo termine.
Certo è che questa ipotesi forse è solo una semplice anticipazione perché nulla impedisce di pensare che, da un punto di vista scientifico o pratico, quando l’umanità sarà in grado di rispettare alcune regole di comportamento fondamentali, si potrà determinare un giorno una vera mappa della salute (e non della malattia come avviene oggi) che permetterà di conoscere i propri punti deboli e i punti di forza, pregi e difetti, i rischi e le risorse energetiche, in modo che nel periodo dell’esistenza si possa agire preventivamente e in modo responsabile dalla nascita in poi, nell’evoluzione della salute.
Ogni ricerca dovrebbe essere affrontata con questo obiettivo. Non si tratta più quindi del fatto di considerare le cose dal punto di vista della fatalità, come avvenimenti che accadono inesorabilmente nella vita, ma di circostanze probabili dipendenti da una scelta, dai comportamenti, secondo la rispettiva natura, carattere e stile di vita adottato.
Sìntetizzando: “Ciò che io sono è il mio destino; ciò che io faccio è il mio libero arbitrio“.
Pertanto il futuro non è determinato una volta per tutte.
Maura Luperto