Va tutto bene, perché allora sono triste?
Può sembrare un paradosso ma a volte quando tutto fila liscio, il nostro mondo interiore diventa statico e il lato avventuroso della vita si arena, tutto è bloccato. Ciò che manca è il senso profondo dell’esistenza e ci si ritrova in una calma piatta in cui non cresce niente.
Allora i disagi diventano i tentativi dell’anima di far cambiare i pensieri e di iniziare un nuovo viaggio, una nuova esistenza.
Non si sta male a caso. I brutti pensieri non arrivano perché si è sbagliati. Ma perché si è bloccati in una mentalità stagnante che impedisce alle energie profonde di farsi strada.
Poi accade una crisi che all’improvviso distrugge le certezze e ci annienta, quello è il momento in cui bisogna imparare a cambiare direzione e prepararsi al nuovo che sta arrivando. Non si deve lottare contro ciò che accade ma andargli incontro.
Stare con se stessi senza fare nulla, senza voler capire, senza cercare i perché. Bisogna arrendersi e basta. Perché c’è una saggezza antica che ci abita e che ci vuole allontanare dalle certezze, dai soliti ragionamenti, dalla nostra storia. Il silenzio è il miglior mezzo per entrare in contatto con il mondo interiore.
Bisogna fidarsi del silenzio, non averne paura; è la nostra sostanza che ci accompagna fin dall’inizio dei tempi, da molto prima che si formassero i suoni. Nel silenzio il cervello emette le sostanze necessarie al suo sviluppo e alla sua cura e realizza cose che non possono avvenire con le parole.
Maura Luperto