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Fritto misto di superstizioni

Venerdì 13 e 17, i giorni più temuti in assoluto, quei giorni intrinsecamente sfortunati ai quali è ricollegabile ogni cosa che potrebbe eventualmente andar male durante il loro corso.

Quei giorni che portano irrimediabilmente “sfiga” e che, pertanto, vengono assolutamente evitati come possibile dì in cui celebrare delle nozze, o predisporre altri avvenimenti importanti, fosse pure un colloquio di lavoro.

Dietro a questa pressante superstizione pare vi siano diverse spiegazioni, una più antica dell’altra.

13 erano i partecipanti all’Ultima Cena, il tredicesimo Giuda Iscariota, uno dei tre traditori per Dante meritevoli di esser sbranati per l’eternità da Lucifero in “persona”.

Diodoro Siculo, storico del I secolo a.C., riferisce che Filippo II venne assassinato dopo aver aggiunto una sua statua affianco alle 12 degli Olimpi, per un totale di 13.

Per i Babilonesi, il 13 non era un buon numero a causa della mancanza di praticità. Il 12 era un ottimo numero da dividere, nonché da contare per chi non avesse un’istruzione (una dozzina di uova, ad esempio, si contava usando le falangi delle dita di una mano, escludendo il pollice), contrariamente al temuto 13.

17, il giorno del Diluvio Universale.

Sotto forma di numero latino diviene “XVII”, anagramma di “VIXI”, ovvero “ho vissuto” (quindi ora “sono morto”), che veniva inciso sulle tombe nell’antica Roma.

In tutto questo, perché proprio il venerdì e non il lunedì, o il giovedì?

In tempi relativamente recenti, pare che la spiegazione stia nel fatto che di venerdì è avvenuta la crocifissione di Cristo, così come di venerdì Adamo ed Eva hanno condannato l’umanità compiendo il Peccato Capitale.

E se le mele sarebbe stato meglio non mangiarle, l’olio è meglio non versarlo: si dice che altrimenti qualcuno potrebbe perdere la vita. Dietro alla superstizione, il problema economico dovuto all’enorme costo dell’olio, ma nel caso è bene gettarsi alle spalle il sale, però anche qui, non facciamo cadere la boccetta; il suo contenuto un tempo era assai prezioso e indispensabile.

Poi occhio a lasciar del cibo incustodito in cucina, che con i topi in giro i gatti arrivano e, se sono neri, qualche strega è vicina, perché il nero è il colore della notte e della morte e nel Medioevo le streghe sfrecciavano di notte per condurre alle fosse, accompagnate dai loro amici a quattro zampe.

Che le streghe fossero, invero, solo persone la cui opinione o presenza fosse scomoda è un dettaglio che agli accusatori non interessava molto, la scusa era funzionale allo scopo. Se di mezzo ci finiva qualche povero gatto… beh, una bocca in meno da sfamare nei tempi di carestia.

Quando qualcosa non si condivide o conosce può far paura, pertanto divenire “malvagia”.

Come diceva Spinoza: “È dunque il timore la causa che genera, mantiene e alimenta la superstizione”.

Silvia Costanza Maglio