Nell’anno in cui si è forse capito per la prima volta in maniera profonda il valore dell’innovazione, del digitale e della ricerca, al termine di una maratona digitale che ha consentito di portare questi temi a un pubblico più vasto, sono stati nominati i vincitori della 18° edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI).
Al PNI – la più grande e capillare business plan competition italiana, ospitata quest’anno dall’Università di Bologna e Almacube, incubatore di Ateneo e di Confindustria Emilia Area Centro – concorrono i più innovativi progetti d’impresa hi-tech vincitori delle 14 Start Cup regionali a cui hanno preso parte nel 2020 oltre 900 idee d’impresa da tutta Italia.
I vincitori sono stati selezionati tra le 16 superfinaliste (https://www.pnicube.it/le16superfinaliste) da una Giuria composta da esponenti del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital (https://www.pnicube.it/giuria), sulla base di criteri come valore del contenuto tecnologico o di conoscenza, realizzabilità tecnica e potenzialità di sviluppo, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.
1,5 milioni di euro il montepremi complessivamente erogato lungo tutto il percorso che dalle competition regionali porta alla sfida finale: circa 500.000 euro in denaro e 1 milione in servizi, offerti dagli Atenei e dagli incubatori soci di PNICube e dal vasto ecosistema di supporto all’innovazione imprenditoriale che PNICube ha saputo costruire negli anni.
“Un’edizione, quella 2020, che ci ricorda l’importanza e il ruolo della ricerca e quanto possa essere decisivo il suo contributo nel dare risposta ai grandi temi del nostro tempo. – commenta Alessandro Grandi, presidente di PNICube – La premiazione di una startup che si occupa di trasformare gli scarti agroindustriali in nuove materie prime green, al servizio dell’industria plastica, dimostra come l’innovazione proveniente da università ed enti pubblici di ricerca italiani sia al servizio di uno sviluppo sostenibile del nostro pianeta.”
AgroMateriae (Start Cup Emilia-Romagna) vince il Premio Nazionale Innovazione e il Premio IREN Cleantech & Energy grazie alla trasformazione in scala bio-industriale degli scarti agroindustriali in nuove materie prime green al servizio dell’industria plastica. Gigantesco il mercato stimato: solo per i prodotti usa e getta la startup ipotizza 13 miliardi di euro, mentre packaging, agriculture e beni di consumo arriverebbero a 40-50 miliardi. Il primo prodotto di lancio è il WinePLastics filler (WPL), una polvere tecnologica ottenuta dagli scarti del vino che può essere miscelata fino al 60% a tutte le plastiche e bioplastiche esistenti. Il WPL aumenta le proprietà meccaniche del materiale, abbassa i costi di produzione fino al 48% e rende il materiale altamente eco-friendly.
“La vittoria di questo Premio è per noi fondamentale – ha commentato il CEO Alessandro Nanni – Ci consentirà di aumentare il nostro impegno in R&D per estendere il know-how di trasformazione industriale anche ad altri scarti naturali per risolvere i problemi di gestione dei rifiuti di nuovi settori del comparto agricolo”.