Ciao Argo, so che sei un appassionato lettore e un critico ormai di grande fama, permettimi tuttavia, solo per questa volta, di esprimere la mia opinione. Spero che i tuoi affezionati lettori mi perdonino ma vorrei aggiungere un pizzico di sensibilità felina alla tua bella rubrica.
Che sbadata! Ancora non mi sono presentata! Mi chiamo Meimao e sono una trovatella, una gatta europea con una goccia di sangue certosino, mi dicono, ma non ho mai fatto troppo caso alla mia ascendenza. Tutti noi gatti lo abbiamo blu, è rinomato.
A me piace saltare qui e lì tra gli scaffali della mia schiava umana, e pochi giorni fa mi è capitato di posare il musetto tra le pagine di un piccolo libro accattivante: Trans-Sibérien. Il mistero dell’oro degli Zar. Già il titolo è un bel programma. Quando c’è da scoprire qualcosa non resisto, lo ammetto, la curiosità è la mia unica debolezza.
Sono stata immediatamente catapultata nella Parigi del 1935, un’ambientazione magnifica, così raffinata ed elegante! Non poteva non piacere a una gattina come me. D’altronde noblesse oblige.
Ho conosciuto una protagonista davvero speciale: una giovane donna coraggiosa e sognatrice, per essere un’umana è davvero deliziosa, sono sicura che piacerebbe anche a te, Argo.
Elise Cunning, questo è il suo nome, è rimasta vedova da poco tempo di Ivan Orlov e deve raggiungere la Siberia per spargere le ceneri del marito nella sua terra di origine. Partirà quindi dalla Gare du Nord per Berlino e proseguirà diretta a Yecaterinburg. Che viaggio, Argo! Non sai in che pasticcio si andrà a mettere! Per fortuna sarà aiutata da qualcuno lungo il percorso, uomini enigmatici e affascinanti si sostituiranno al suo fianco assieme a Marcel, un simpatico ladruncolo, ingegnoso ed entusiasta. Vivrà insieme a noi lettori una magnifica avventura!
Come è stato piacevole scorrere le pagine del libro immaginando il paesaggio innevato e freddo della Russia sfilare fuori dal finestrino del treno, acciambellata al caldo sulla mia coperta preferita! Mi sembrava di essere lì in viaggio insieme ad Elise.
Però una cosa te la voglio confidare, Argo, io credo che oltre al mistero dell’oro degli zar, ce ne sia anche un altro che tocca più da vicino la nostra protagonista, ma forse qui è meglio non parlarne per non rovinare agli altri il gusto di scoprirlo da sé.
L’autrice di questo romanzo, Denise Antonietti, è stata proprio brava. Ha una scrittura così pulita, così gradevole, così ricca di ironia che avrei desiderato di arrivare in treno fino all’oceano Pacifico! Ma chissà se non sia già in cantiere qualche nuova avventura. Personalmente non vedo l’ora di sapere cosa combineranno Elise Cunning e quel suo irresistibile e misterioso angelo custode.
Meimao, padrona di Simona Soldano
Note Biografiche. Denise Antonietti nasce a Feltre (BL) nel ’94, dove vive fino al 2013, quando si trasferisce a Napoli per studiare archeologia. Allevata a pane e Tex, inizia a leggere prestissimo qualsiasi cosa le capiti a tiro, ed esaurite le scorte di casa, passa al saccheggio della biblioteca cittadina. Nel frattempo scrive, accumulando centinaia di pagine mano e dattiloscritte. Nel 2020 ha finalmente tirato qualcosa fuori dal cassetto, pubblicando, oltre a Trans-Sibérien (suo romanzo d’esordio), anche svariati racconti di vario genere, spaziando dalla narrativa generale all’umoristico e noir.