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L’assistenza al paziente anziano

I nostri ricordi d’infanzia più belli sono legati al tempo trascorso con i nonni e, oggi che siamo adulti e genitori, ci rendiamo conto di quanto sia importante per la crescita dei nostri figli che i nonni gli stiano accanto e li accompagnino.

Ma per chi deve accudire un anziano non autosufficiente la giornata non trascorre sempre agevolmente, anzi, avere a che fare con un paziente allettato o non collaborativo è molto difficile.

I farmacisti conoscono queste situazioni e raccolgono le confidenze di figli e badanti che vengono a ritirare i farmaci e ne approfittano per sfogarsi e chiedere consiglio.

Per questo oggi ho deciso di parlarvi di alcune delle criticità più comuni legate alla gestione del paziente anziano non autonomo, che sono quelle di cui più spesso vi sento parlare al banco.

La non autosufficienza del paziente può essere legata a malattie che ne compromettono la capacità di movimento oppure a una degenerazione neurocognitiva o ancora alla coesistenza di entrambe le condizioni.

Il soggetto affetto da forma di demenza può essere non collaborativo, a momenti aggressivo: questo spaventa e demoralizza chi è deputato a prendersene cura.

La prima cosa da fare è informare il medico, ma anche individuare l’atteggiamento idoneo da tenere è fondamentale per il benessere di entrambi i protagonisti della relazione, cioè noi e il paziente.

Quello che sto per dirvi non è facile da mettere in pratica e può sembrarvi anche scontato, ma trovare il giusto equilibrio è fondamentale.

Stiamo attenti a quello che diciamo e a come lo diciamo: il tono della voce e l’espressione del viso sono importanti tanto quanto le parole. Ricordiamo che quella che abbiamo davanti è una persona che preferirebbe non trovarsi in quelle condizioni e i suoi moti di stizza, anche se rivolti ingiustamente, sono dettati da una situazione difficile da accettare. Evitiamo di essere paternalistici, di prendere decisioni non concordate con il paziente; siamo predisposti all’ascolto, attenti alle sue esigenze, incoraggiamolo e osserviamolo: se riusciamo a sostenere il suo umore e il benessere mentale, anche il fisico ne gioverà.

La casa in cui ha sempre vissuto può diventare pericolosa per un anziano: le cadute sono la principale causa di infortunio.

Possiamo però adattarla alle nuove esigenze del suo inquilino: i tappeti rischiano di farlo inciampare, togliamoli; riposizioniamo l’arredo in modo da non ingombrare le aree di passaggio; miglioriamo l’illuminazione degli ambienti; evitiamo le prolunghe che passano in mezzo alla stanza; installiamo in bagno maniglie con cui può sorreggersi.

Capitolo alimentazione, nota dolente.

Spesso mi dite: «Fa i capricci per mangiare.»

No, non fa i capricci. Vorrei vedere voi, che mangiate quello che vi pare, se all’improvviso vi propinassero solo pappine per neonati (che, tra l’altro, anche i neonati vi sputano in faccia).

È vero che, se siamo arrivati alle pappine, è probabile che ci sia un problema di digestione o di deglutizione, però, anche in questo caso, ascoltiamo e cerchiamo di rispettare i gusti del paziente.

L’alimentazione dell’anziano deve essere varia, sia per non farlo scocciare e allora sì che si rifiuterà di mangiare, sia per sostenere il suo organismo. Ogni giorno la sua dieta deve prevedere l’assunzione di proteine, preferibilmente da pesce o da legumi, di fibre, introdotte mediante frutta e verdura di stagione, mentre bisogna ridurre il consumo di grassi, preferendo comunque quelli di origine vegetale, di zucchero e di sale. L’idratazione è fondamentale: stiamo attenti a quanto beve durante il giorno e, se si rifiuta di bere l’acqua, prepariamo tisane ai gusti che preferisce.

La pelle dell’anziano è fragile, sottile, secca; se il paziente è allettato o cammina poco, quindi sta tutto il giorno a letto o seduto, rischiamo la comparsa di piaghe e ulcere. Cerchiamo di evitarle, è uno strazio per lui e per chi lo vede in quelle condizioni. La cute va ispezionata quotidianamente, soprattutto in corrispondenza delle prominenze ossee e delle pliche, e va detersa correttamente tutti i giorni. Preferiamo detergenti delicati e manteniamo la pelle elastica e idratata applicando creme adatte.

L’ultimo consiglio che vi do riguarda la somministrazione dei farmaci. Gli anziani spesso soffrono di più patologie e, andando avanti con l’età, possono fare confusione al momento dell’assunzione. Capita anche a quelli abbastanza autosufficienti. Non togliete mai il blister delle compresse dalla confezione esterna: in genere riconoscono la scatola e rischiate di farli sbagliare. Non buttate mai il foglietto illustrativo, potreste avere necessità di consultarlo per qualsiasi motivo. Se il paziente prende molti farmaci, potrebbe essere utile adoperare i portapillole suddivisi in scomparti, in modo da separare le compresse in base all’orario dell’assunzione e poter verificare che la terapia venga seguita correttamente.

L’amore e la gentilezza che si mettono in qualsiasi azione quotidiana hanno un valore aggiunto inestimabile; non è facile, ma allenarsi a praticarli fa bene a noi e a chi ci sta intorno.

Con questa riflessione finale da Baci Perugina, vi do appuntamento alla prossima settimana.

Dr.ssa Claudia Cocuzza

Sono una farmacista e una scrittrice. La domanda è: con due figlie, un marito, un cane e un lavoro così impegnativo, come fai anche a leggere, studiare e scrivere? Facile: non saprei vivere senza tutto questo.