Il cambiamento climatico sta modificando anche la qualità dei ghiacci che si formano nei
laghi, che saranno sempre più fragili con un conseguente impatto sulle comunità
planctoniche. La scoperta arriva dal progetto IceBlitz i cui risultati sono stati
recentemente pubblicati sulla rivista Nature Communications; una ricerca che ha
permesso di analizzare la qualità dei ghiacci in 31 laghi situati nell’emisfero nord del globo
terrestre. In questo studio internazionale rientra anche il lago di Tovel grazie agli studi
condotti dalla Fondazione Edmund Mach.
Nel lungo periodo -evidenziano i ricercatori- si assisterà ad una diminuzione del ghiaccio
“nero”, derivante dal congelamento dell’acqua, e ad un aumento del ghiaccio “bianco”
risultato dei processi di congelamento e scioglimento delle precipitazioni. Di qui la
necessità di controllare e monitorare costantemente il rapporto fra ghiaccio nero e bianco
nei laghi.
E’ noto che l’aumento della temperatura dell’aria riduce la durata media del congelamento e lo
spessore della copertura ghiacciata dei bacini d’acqua dolce. Poco si sapeva, invece, fino ad
oggi, sulla qualità delle superfici ghiacciate dei laghi, intesa come l’insieme delle caratteristiche
che descrivono lo spessore dei ghiacci, la loro capacità di filtrare la radiazione solare, la struttura
cristallina del ghiaccio e la presenza di impurità.
“Il ghiaccio bianco – spiega la ricercatrice Ulrike Obertegger dell’Unità idrobiologia del Centro
Ricerca e Innovazione – è meno solido rispetto al ghiaccio nero; inoltre essendo opaco non lascia
passare la radiazione solare. Ne risulta che l’aumento dello spessore del ghiaccio bianco cambia
la fenologia e la composizione del plancton e quindi tutta la catena trofica, inclusi i pesci”.
Per questo motivo è cruciale tenere monitorato lo spessore del ghiaccio bianco nei laghi, al fine
di comprendere appieno l’ecologia di questi fragili ecosistemi. “Questo aumento del ghiaccio
bianco – precisa Obertegger – comporta maggiori rischi non solo per le comunità planctoniche,
ma anche di annegamento per le persone e gli animali che inconsapevolmente attraversassero
queste superfici ghiacciate che sono meno stabili di una volta”.