Il Ministro Costa: cittadini e governi devono fare la propria parte per la salvaguardia del pianeta.
“Il Trattato di Ramsar sulla protezione internazionale delle zone umide fu varato nel 1971, un anno prima della grande Conferenza delle Nazioni unite sull’ambiente umano di Stoccolma, la prima volta che le nazioni di tutto il mondo si riunirono per parlare di ambiente. Quegli uomini e quelle donne ebbero una straordinaria intuizione. Furono dei veri pionieri a cui oggi deve andare la nostra gratitudine se quelle aree sono arrivate fino a noi” afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel ricordare i 50 anni del Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale firmato a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971.
Per zone umide la Convenzione intende le paludi e gli acquitrini, le torbiere, i bacini di acqua dolce, salmastra, o salata, comprese le distese di acqua marina la cui profondità durante la bassa marea non supera i sei metri.
L’importanza delle zone Ramsar – e il loro ruolo a sostegno della resilienza delle nostre società – emerge ad esempio dalla capacità di questi ambienti di regolare il regime delle acque proteggendo l’uomo da inondazioni, siccità e altri disastri ambientali, fornendo acqua, cibo e mezzi di sussistenza a milioni di persone, supportando una ricca biodiversità e garantendo habitat ad una flora e ad una fauna caratteristiche di questi ecosistemi.
L’Italia annovera 65 zone Ramsar, nove delle quali ancora in corso di perfezionamento, per un totale di oltre ottantamila ettari, distribuite in 15 Regioni.
La loro estensione può essere molto variabile: dai 12 ettari dello Stagno Pantano Leone in Sicilia fino ai 13.500 ettari delle Valli residue del comprensorio di Comacchio in Emilia-Romagna o degli 11.135 ettari dell’area Massaciuccoli – Migliarino – San Rossore in Toscana.
Le Regioni in cui le aree Ramsar sono più numerose ed estese sono l’Emilia-Romagna con 10 aree, (23.112 ettari), la Toscana con 11 aree (20.756 ettari) e la Sardegna con 8 aree per una superficie di 12.572 ettari.
“La Convenzione di Ramsar per mezzo secolo ha assicurato il quadro di riferimento globale a tutela di queste aree e delle loro specificità e per promuovere programmi e azioni coordinate che ne hanno consentito la conservazione e la valorizzazione. Oggi più che mai è necessario preservarle” spiega ancora il ministro Costa.
“La Giornata internazionale delle zone umide (che si è celebrata il 2 febbraio scorso ndr), quest’anno coincide con il cinquantenario del Trattato e non ha un valore solo simbolico ma serve a richiamare tutta la nostra attenzione sul delicato equilibrio della natura che quest’anno saremo chiamati a salvaguardare come co-organizzatori della Conferenza mondiale sul clima. I grandi accordi internazionali sull’ambiente richiedono un impegno costante e prolungato nel tempo sia a livello di governi locali sia di coscienze individuali”.