Home / Ambiente  / Le mille vite della plastica

Le mille vite della plastica

I primi risultati della survey condotta nell’ambito del progetto promosso da Alpla “La Plastica è cambiata, cambia idea sulla Plastica”, mostrano una crescente attenzione al tema della sostenibilità in relazione all’impiego dei materiali plastici nella vita quotidiana. Resta tuttavia ancora poco diffusa la consapevolezza di quanto la plastica possa essere un materiale virtuoso per noi e l’ambiente che ci circonda se gestito correttamente lungo tutto il suo ciclo di vita.

Quanta importanza danno gli italiani alla raccolta differenziata? In che misura la scelta dell’imballaggio condiziona un acquisto? Quali oggetti possono essere prodotti dalla plastica di recupero?

Da una recente ricerca promossa da Alpla, azienda globale operante nel settore degli imballaggi in materiale plastico, nella cornice della campagna “La plastica è cambiata, cambia idea sulla plastica”, emerge un dato estremamente positivo: la gran parte degli intervistati ha mostrato una grande attenzione nei confronti della plastica.

Basti pensare che nel 2020 in Italia ne sono state riciclate 900 mila tonnellate, quasi tre volte il peso del Duomo di Milano (fonte: Corepla). I primi risultati, dunque, mettono in luce una grande maturità dei consumatori, che danno un’estrema importanza al riciclo di questo materiale, riconoscendo in tal modo alla plastica caratteristiche di sostenibilità grazie a un ciclo di vita virtuoso che va ben oltre l’usa e getta. Tuttavia, sono molteplici gli spunti di riflessione che fanno comprendere come il rapporto tra i consumatori e la plastica non sia ancora giunto a completa maturazione.

La survey, condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana a livello di età (18-54 anni) e gender, ha mostrato come i comportamenti di acquisto siano spesso influenzati dalla ecosostenibilità del packaging, in termini di biodegradabilità e riciclabilità. Ai consumatori non sembrano essere ancora ben chiari alcuni punti, ad esempio in che modo la plastica sia evoluta nel tempo, quali siano le sue potenzialità in termini di riciclo e, quindi, ri-trasformazione, nonché alcune delle regole da seguire per effettuare una efficace raccolta differenziata.

In relazione a quest’ultimo punto, circa un italiano su due ha dichiarato che sarebbero necessarie regole e norme più chiare, mentre il 40% gradirebbe una comunicazione più dettagliata da parte delle fonti ufficiali, a partire dagli stessi produttori. Ciò sottende una richiesta di maggiore chiarezza nelle indicazioni da dare al consumatore, a partire dalle modalità di corretta differenziazione nel caso in cui gli imballaggi siano composti da più materiali: plastica, carta, metallo ecc. In questo caso, le istruzioni di frazionamento potrebbero essere obbligatoriamente riportate sulla confezione del prodotto, esattamente come viene fatto per la composizione dei suoi ingredienti o dei suoi componenti.

Più del 70% degli intervistati ritiene che la plastica non sia un materiale idoneo alla migliore conservazione del cibo, quando invece garantisce il mantenimento delle proprietà organolettiche di molti degli alimenti che siamo soliti consumare quotidianamente. Da questo punto di vista la survey mette in luce la necessità di aumentare il livello di consapevolezza sui molti vantaggi che oggi questo materiale offre. Utilizzata nella conservazione di alimenti freschi e di prodotti farmaceutici, la plastica garantisce infatti una grande sicurezza igienica, nonché una praticità d’uso grazie alla sua leggerezza e versatilità d’impiego. Non da ultimo, l’impatto che il suo processo di produzione e riciclo genera sull’ambiente in termini di CO2 è decisamente inferiore rispetto a quello che caratterizza altri materiali ecologici, ad esempio il vetro.

Cosa succede una volta che una bottiglia, una vaschetta, un flacone viene differenziato? Quali sono le potenzialità di una seconda vita di questi oggetti all’interno di un’economia circolare che oggi dovrebbe, imprescindibilmente, essere parte integrante delle strategie aziendali?

Anche in relazione a questi punti, dalla survey emerge una necessità di fare una maggiore informazione a beneficio degli utenti finali. Infatti, non tutti sanno che dal recupero e riciclo di flaconi e bottiglie possono prendere vita shopper, carrelli per la spesa, cassette per frutta e ortaggi, componenti per veicoli, tubi idraulici e addirittura accessori di bigiotteria e oggetti di design ecc. Anche dal punto di vista delle emissioni, la plastica si dimostra virtuosa. Un quantitativo riciclato di bottiglie e flaconi in PET pari a 34 milioni di metri cubi sottratti alle discariche nel 2020 evita di immettere nell’atmosfera una quantità di CO2 equivalente a 43 mila voli Milano – Abu Dhabi. (fonte: dati elaborati con il supporto dell’ICAO Carbon Emissions Calculator).

È proprio su un principio di diffusione della cultura e di un conseguente crescente stimolo all’impegno collettivo verso l’ambiente che è nata la campagna “La plastica è cambiata, cambia idea sulla plastica”, il cui obiettivo è quello di aumentare il grado di conoscenza che i consumatori hanno dei materiali plastici e, al contempo, dei molteplici sforzi e della continua ricerca che le aziende produttrici di imballaggi stanno mettendo in campo, con l’introduzione di materiali innovativi a basso impatto ambientale, politiche improntate alla circolarità, tecnologie produttive sempre più green e manufacturing practices di sostenibilità.