Una revisione della letteratura scientifica apparsa di recente sulla rivista americana “Pediatrics” affronta la relazione tra natura e salute dei bambini, confermandone anche da un punto di vista scientifico gli effetti positivi, e sancendo la necessità dei bambini di frequentare gli ambienti naturali come una priorità di salute pubblica.
“Ma la frequentazione degli ambienti naturali non può prescindere dall’educazione e dalla consapevolezza della necessità di proteggerli e preservarli. Lo sci da discesa è uno sport divertente, che si pratica all’aria aperta e permette ai bambini di avvicinarsi ai boschi e alle cime, ma se per poterlo praticare è necessario un consumo del territorio e un utilizzo di energia insostenibili, e se i cambiamenti climatici ci mettono di fronte alla necessità di utilizzare energia e acqua in quantitativi non etici, forse dobbiamo pensare che è arrivato il momento di rivedere il nostro rapporto con lo sport e con la montagna”, spiegano Elena Uga e Giacomo Toffol, Pediatri dell’Associazione Culturale Pediatri (Acp) all’interno del Gruppo di ricerca Pump, Pediatri per un Mondo Possibile.
Il tema si è riacceso in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026, evento teoricamente fondato sugli ideali di sportività, fratellanza e correttezza a cui De Coubertin si ispirò a fine Ottocento. Il 24 ottobre scorso, 52 associazioni e comitati – fra i quali CAI, WWF, Italia Nostra, ISDE Italia – hanno manifestato a Cortina contro le Olimpiadi, in una marcia pacifica per denunciare l’assalto alla montagna. Da allora sono stati numerosi gli eventi e le prese di posizione non contro i giochi olimpici di per sé, ma contro la costruzione di nuovi impianti di risalita e la conseguente distruzione delle montagne.
“Ma lo sanno gli sciatori come si fa una pista da sci? Si prende un versante della montagna che viene disboscato (…) e si va avanti a scavare, estirpare e spianare finché quel versante assomiglia (…) a uno scivolo dritto e senza ostacoli. Poi lo scivolo va innevato, perché è ormai impossibile affrontare l’inverno senza neve artificiale: a monte della pista viene scavato un enorme bacino, riempito con l’acqua dei torrenti d’alta quota e con quella dei fiumi pompata dal fondovalle, e lungo l’intero pendio vengono posate condutture elettriche e idrauliche, per alimentare i cannoni piantati a bordo pista ogni cento metri. Intanto decine di blocchi di cemento vengono interrati; nei blocchi conficcati piloni e tra un pilone e l’altro tirati cavi d’acciaio; all’inizio e alla fine del cavo costruite stazioni di partenza e d’arrivo dotate di motori: questa è la funivia. Mancano solo i bar e i ristoranti lungo il percorso, e una strada per servire tutto quanto. I camion e le ruspe e i fuoristrada (…)”: così lo ha spiegato bene Paolo Cognetti, autore del romanzo “Le otto montagne”.
“Nel caso dello sci da discesa, sport e contatto con la natura sono sempre più in netta contrapposizione. Diventa indispensabile che sciatori e famiglie inizino a fare anche delle riflessioni in quest’ottica: e le alternative ci sono”, ricorda Elena Uga.
Esiste lo sci da fondo, che ha impianti molto meno impattanti e molto più rispettosi dell’ambiente naturale; per chi è più bravo a sciare esiste la possibilità di risalire la montagna con le pelli e di scendere con gli sci in percorsi di sci-alpinismo; per tutti esiste la possibilità di passeggiare con le racchette da neve, o, quando la neve non c’è, di camminare o pedalare in mezzo alla natura.
“Il Club Alpino Italiano avvicina bambini e ragazzi alla montagna attraverso le sezioni di alpinismo giovanile, che organizzano gite ed escursioni pensate per i ragazzi e guidate da accompagnatori esperti. Quando si parla di montagna, dobbiamo ricordarci che l’ambiente naturale è un ambiente che va conosciuto e rispettato, anche per far sì che lui rispetti noi, quindi ai bambini (e alle famiglie) va insegnato come approcciarsi alla montagna in sicurezza, con l’attrezzatura adeguata e con le adeguate conoscenze delle condizioni climatiche e dei percorsi. Gli impianti di risalita permettono ormai a famiglie di sciatori ed escursionisti di arrivare a quote molto elevate senza grandi fatiche e spesso mettendosi in condizioni di pericolo. “Siamo giunti a un momento storico in cui è indispensabile insegnare alle future generazioni quali sono le priorità e a essere disposti a delle rinunce per poter godere ancora un domani degli ambienti naturali che abbiamo sfruttato fino ad oggi”.
ACP – Associazione Culturale Pediatri – è una libera associazione che raccoglie 1.400 pediatri in 35 gruppi locali, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica e alla promozione della salute del bambino.