Gli italiani si definiscono sostenibili ma solo il 29% beve acqua del rubinetto
L’Italia è il primo dei grandi Paesi europei per qualità dell’acqua di rete, ma i cittadini restano diffidenti soprattutto al Sud anche se ai giovani piace l’acqua pubblica. Anticipati i dati salienti della quarta edizione del Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia” curato dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti.
Nonostante il 96,3% degli italiani dichiari di adottare sempre o talvolta comportamenti sostenibili, meno del 30% (29,5%) consuma con regolarità acqua del rubinetto, ma i giovani potrebbero invertire questa tendenza con un 60% di under 30 che già beve senza problemi l’acqua degli erogatori pubblici.
A delineare questo scenario è il Libro Bianco 2023 “Valore Acqua per l’Italia“, giunto alla quarta edizione e realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore Acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti per rappresentare la filiera estesa dell’acqua in Italia, mettendo a sistema i contributi di tutti gli attori che vi operano: dai gestori della rete agli erogatori del servizio, dal settore agricolo a quello industriale, dai provider di tecnologia alle istituzioni preposte.
Il volume sarà presentato in forma integrale il prossimo 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua a Roma, per la prima volta insieme al Blue Book Utilitalia rendendo così disponibile il patrimonio più completo di informazioni e dati sull’acqua nel nostro Paese.
Un accordo, quello tra la Community Valore Acqua per l’Italia e Utilitalia, la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, e la sua Fondazione Utilitatis, che ha l’obiettivo di razionalizzare e unire i dati sul settore, offrendo la summa del meglio e quanto più aggiornato disponibile, andando così incontro a una sempre maggiore necessità di informazione e chiarezza anche verso il grande pubblico, espressa direttamente dagli operatori coinvolti nelle survey.
“Abbiamo monitorato, aggiornandoli a un anno di distanza, i Paradossi nella percezione dei cittadini italiani sul valore dell’acqua e le abitudini di consumo, per analizzare le variazioni nei loro comportamenti alla luce del contesto di crisi in cui ci troviamo” ha affermato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. “Solo per citarne uno, il cambiamento climatico è la 3° priorità del Paese per i cittadini italiani, ma si conferma un problema ancora lontano dal proprio territorio, anche nell'”annus horribilis” per il clima italiano”.
In tema di acqua pubblica, la conoscenza e percezione degli italiani continuano a essere in contraddizione con i dati fattuali: l’Italia è il primo tra i grandi Paesi europei per qualità dell’acqua in quanto l’85% della risorsa viene prelevata da fonti sotterranee (quindi protette e di qualità) contro il 69% della Germania, il 67% della Francia o peggio ancora il 32% di Spagna e Regno Unito fino al 23% della Svezia. Nel Nord-est c’è maggior fiducia sulla qualità dell’acqua del rubinetto (87,4% degli intervistati la ritiene di livello alto o medio), mentre al Sud e nelle Isole la fiducia scende di oltre 14 punti percentuali al 72,8%.
Quello che non convince nel Nord-Italia è soprattutto il sapore, ma al Centro e al Sud non si sentono sicuri della qualità di quest’acqua o non si fidano dell’igiene delle autoclavi.
“L’investimento sui sistemi idrici è un investimento vitale per il futuro del Paese sia dal punto di vista economico, sia da quello sociale” ha affermato Enrico Giovannini, Direttore Scientifico, ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, già Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili del Governo italiano. “Gli interventi senza precedenti inseriti nel PNRR e la riforma della governance del settore sono solo il primo passo verso la messa in sicurezza del Paese dal punto di vista idrico. Essi vanno non solo attuati, ma anche rafforzati negli anni a venire – con risorse adeguate e un’efficace partnership tra settore pubblico e quello privato”.
Gli italiani, l’acqua e il cambiamento climatico
Come emerge dall’analisi di The European House – Ambrosetti, nonostante un 2022 drammatico dal punto di vista dell’emergenza siccità (quasi il 70% del campione riconosce il 2022 come anno più caldo della nostra storia), il cambiamento climatico viene percepito dagli italiani solo come il terzo problema più grave che affligge il Paese (37,4% delle risposte) dopo la “sanità” (39,9%) e soprattutto l'”occupazione” e l'”economia” (62,2%). E se si restringe l’osservazione alla propria zona di residenza il cambiamento climatico scivola al 4° posto fra i problemi più gravi, scavalcato anche dalla carenza di infrastrutture e gestione della mobilità. I 2/3 del campione intervistato, infine, sottostima gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura.
“L’estate 2022 – ha specificato Luca Mercalli, Presidente Società Metereologica Italiana e giornalista scientifico – è stata in Europa occidentale e in Italia settentrionale la più calda e asciutta di oltre due secoli di rilevamenti. Le Alpi prive di neve e la mancanza di pioggia hanno ridotto il Po a un rigagnolo. Prove generali di un futuro al quale bisogna adattarsi con una pianificazione vasta e lungimirante che non sia una semplice e tardiva reazione all’emergenza.”
Il “valore dell’acqua”: italiani sottostimano consumi e costi
Il 72% delle persone sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua (220 litri pro capite), ma al contempo 9 italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta: l’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto.
L’Italia è, in realtà, uno dei paesi europei con la tariffa idrica più contenuta (2,10 €/m3): si spende meno solo in Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca si superano i 9 Euro al m3 e nella vicina Francia il costo è quasi doppio rispetto al nostro Paese.
Gli italiani ritengono le proprie spese legate all’acqua troppo elevate, ma oltre la metà di loro (55%) non conosce il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore così come strumenti di monitoraggio dei consumi. In Italia, inoltre, il parco contatori installato ha un’età media di 25 anni (circa 20 milioni di pezzi in totale), fattore che rende più complessa l’installazione di strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.
OPERATORI DEL SETTORE IDRICO IN DIFFICOLTÀ PER L’APPLICAZIONE DEI CRITERI DELLA TASSONOMIA EU: UN FRENO ALLA FINANZA GREEN
Secondo una ricerca specifica che farà parte del Libro Bianco “Valore Acqua per l’Italia 2023” condotta da The European House-Ambrosetti sulle aziende operanti nel Servizio Idrico Integrato (SII) – somministrata quindi alle aziende della Community Valore Acqua e alle associate di Utilitalia, grazie all’accordo di partnership scientifica con Utilitalia e Utilitatis, – la maggior parte delle aziende italiane che opera nel settore “acqua” (6 su 10) sta considerando di applicare o sta già applicando i criteri ambientali della Tassonomia EU nella definizione del proprio piano di investimenti.
Forti però le difficoltà incontrate nell’interpretazione degli stessi criteri tecnici: l’83% riguarda la possibilità di corretta valutazione dei potenziali risparmi energetici e il 77% la misurazione delle perdite idriche lungo la filiera. Gli ostacoli maggiori vengono individuati nella complessità della raccolta e valutazione dei dati e delle informazioni richieste, nell’impossibilità di applicare alcuni parametri previsti dalla Tassonomia EU e dalla stessa interpretazione della metodologia di valutazione dei risultati.
“È la prima volta che viene svolta una survey sulla percezione degli operatori italiani del Servizio Idrico Integrato sulla tassonomia EU, che avrà un ruolo fondamentale nella transizione verso gli obiettivi EU di neutralità climatica entro il 2050” ha spiegato Benedetta Brioschi, Associate Partner e Project Leader della Community Valore Acqua per l’Italia, The European House – Ambrosetti. “Dalle risposte degli operatori emerge chiaramente la diffusa difficoltà a districarsi nell’ambito della tassonomia degli investimenti europei in fatto di energia e perdite idriche e la necessità di definire al meglio interventi in grado di conciliare necessità ambientali e mercato”.
Un progetto nelle scuole per educare al rispetto dell’acqua
Emerge dalle analisi del Libro Bianco il ruolo chiave di un’azione di informazione strutturata rivolta ai target più giovani della popolazione per un’inversione di tendenza culturale verso l’acqua che scardini nel tempo i Paradossi più critici.9 italiani su 10 considerano sia prioritario realizzarla nei percorsi di educazione civica nelle scuole, ma più di un terzo dei cittadini non sono a conoscenza di iniziative simili già in essere.
La Community Valore Acqua per l’Italia presenterà in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2023 un progetto di educazione all’uso consapevole e responsabile dell’acqua nelle scuole italiane in collaborazione con la rete di licei TRED e l’Associazione Nazionale Presidi. Saranno coinvolti con programmi specifici oltre 30 istituti in tutta Italia specie in alcune zone del Sud Italia dove il rischio idrico rappresenta una problematica di particolare gravità.