Xylella fastidiosa, arrivano i cani molecolari
Come già avviene in porti e aeroporti contro trafficanti di droga e armi, per difendere l’ambiente, l’economia e l’occupazione nel settore dell’olio extravergine Made in Italy nasce la prima “task force cinofila anti Xylella”, con cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto.
La squadra speciale a quattro zampe è stata presentata martedì scorso presso la masseria San Martino a Fasano (Brindisi): è frutto di un progetto che vede coinvolti l’Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp), Unaprol e Coldiretti.
Con il batterio che sta facendo strage di ulivi in Puglia e avanzando pericolosamente anche in altre regioni d’Italia, la velocità nell’individuare i focolai diventa un elemento strategico fondamentale per eliminare subito i nuovi centri di diffusione della malattia.
La capacità di identificare precocemente piante infette da Xylella fastidiosa è, infatti, una delle condizioni essenziali sia per prevenire l’arrivo del batterio in territori indenni sia per contrastarne efficacemente l’avanzata laddove già presente.
In questo contesto, il progetto “Addestramento ed impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce della Xylella fastidiosa” è un percorso sperimentale finalizzato allo studio delle capacità dei cani nel rilevamento e nella discriminazione della Xylella fastidiosa. Le attività di addestramento, iniziate a giugno 2021 con 8 unità cinofile già esperte nel rinvenimento e nella segnalazione odori target, confermano l’enorme potenzialità dei recettori olfattivi dei cani, da sempre impiegati con successo nell’individuazione di droghe, esplosivi e organismi patogeni. La fase iniziale di addestramento è stata effettuata nel Salento, testando la capacità delle unità cinofile di riconoscere Xylella sia in piastre artificiali di coltura sia in piante di olivo infette.
I protocolli di addestramento selettivo, che prevedono per ciascun grado di avanzamento delle prove il raggiungimento di un livello di accuratezza del 100%, hanno dimostrato che gli XDD – Xylella Detection Dogs – sono in grado di identificare il patogeno individuando “l’odore specifico” rispetto all’insieme degli odori emessi dai campioni utilizzati.
Ora la sperimentazione prosegue su due direttrici parallele. La prima riguarda il passaggio dalle prove sperimentali e dalle esercitazioni svolte in condizioni controllate a quelle effettuate in ambiente reale, dove le capacità dei cani saranno affinate nel medesimo contesto operativo nel quale le unità XDD saranno chiamate ad intervenire. La seconda riguarda l’identificazione e la caratterizzazione dei componenti volatili organici rilevati dall’olfatto dei cani. Squadre di cani capaci di identificare piante infette da Xylella ancor prima della comparsa di sintomi riconoscibili, potranno essere di enorme utilità nei controlli all’interno dei vivai e dei punti di entrata delle importazioni di piante dall’estero (porti, aeroporti, punti di confine) e sarebbero inoltre costituire un valido supporto alle campagne di monitoraggio territoriale dei servizi fitosanitari.
Si tratta della prima iniziativa pilota per sviluppare nuove azioni per prevenire la diffusione di malattie e insetti alieni che a seguito dei cambiamenti climatici e della globalizzazione dei commerci passano sempre più spesso le frontiere per arrivare in Italia dove causano perdite enormi all’ambiente, alla biodiversità e al patrimonio agroalimentare nazionale con danni all’occupazione e all’economia.