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Bertoldo, la scacchiera, la moltiplicazione contagiosa

Verona, 6° secolo. Un villano, basso e grasso, testa grossa, bocca storta, naso adunco, orecchie asinine, gambe pelose e piedi larghi, passa dinanzi a nobili e dame senza chiedere permesso, senza salutare, senza togliersi il cappello e va a sedersi a fianco di Alboino, re dei Longobardi. Sorpreso, il re comincia a rivolgergli domande e si rende conto che quel contadino non è un villano qualunque. Quell’umile villano ha la risposta pronta a tutto e le sue affermazioni sono sensate, argute, piccanti. Spesso colpiscono i vizi del re e della corte, ma è difficile dire che non siano giuste.

Perché Bertoldo ‒ questo il nome del villano ‒ è uomo saggio, ha l’intelligenza acuta e ama dire la verità e, da bravo burlone qual è, talvolta ama progettare scherzi.

Un giorno, per un grande favore reso al Re, il sovrano chiede a Bertoldo come ricompensarlo:

  • Qualunque cosa tu chieda ti sarà dato
  • Grazie Maestà – rispose Bertoldo, prendendo una scacchiera.

Pone due chicchi di grano sul primo scacco in angolo e aggiunge:

  • Maestà, chiedo soltanto grano per la mia famiglia
  • Ve bene Bertoldo, ma cosa c’entra la scacchiera? Non ti basterà il grano capiente su codesto vassoio quadrato, e il tuo servigio merita molto, ma molto di più
  • Maestà, sul primo quadrato ho posto due chicchi di grano. Ne chiedo il doppio sul secondo, sul terzo quadrato il doppio che nel secondo, sul quarto il doppio del terzo e via discorrendo, fino all’ultimo scacco.
  • Bertoldo, mi sembra ancora poco, ma se è ciò che chiedi ti accontento subito
  • Si, è quanto chiedo, non di più

Re Alboino batte le mani: due consiglieri e otto servitori gli sono subito intorno in semicerchio.

  • Fate i conti e date a questo Grande Uomo quanto ha chiesto, immediatamente!

Mentre i consiglieri fanno i conti, i servitori riempiono sacchi di grano a palate. A tarda sera, il Re, non avendo avuto ancora risposta sull’avvenuta evasione della richiesta di Bertoldo, si reca alla volta dei granai e, con sua grande sorpresa, li trova svuotati, i servitori sfiniti, che ammucchiano e chiudono centinaia e centinaia di sacchi di grano sul prato, insieme ai due consiglieri, intenti a ripetere i conti, sfiniti anche loro.

  • Cosa succede, egregi consiglieri? – chiede il re, con grande disappunto
  • Maestà! Abbiamo svuotato quasi tutti i nostri granai e siamo ancora al 33^ scacco! Temo che non basterebbero tutti i granai del Regno per soddisfare la richiesta di Bertoldo

Il re, allibito, non crede a una parola e vuole controllare lui stesso i conti effettuati dai consiglieri. Poi, arrendendosi all’evidenza matematica, esclama:

  • Un altro scherzo di quel maledetto burlone! Questa volta lo farò impiccare!

Ma il re, ancora una volta, lo perdona, inchinandosi di fronte alla sua intelligenza figlia della sua umiltà.

Non sarebbero bastati tutti i granai del mondo per soddisfare la richiesta di Bertoldo, perché il numero di chicchi di grano sarebbe stato pari a: ‭18.446.744.073.709.551.616‬, un numero impronunciabile, miliardi di miliardi.

E così funziona la misura esponenziale di un morbo cui viene attribuita la connotazione di pandemia: se ogni persona contagia due persone a cadenza giornaliera, in 32 giorni (metà della scacchiera di Bertoldo) saranno contagiate 4.294.967.296 persone,‬ ovvero oltre il 60% della popolazione mondiale. Il giorno dopo tutto il mondo sarebbe infetto, prima del calar del sole.

Non possiamo negare l’evidenza matematica, né dobbiamo infierire su quelle persone che hanno causato la fuga di un virus, né con quegli infermieri che, applicando protocolli standard, ne hanno involontariamente causato la diffusione: in molti stanno lavorando per la nostra salute, per sconfiggere virus sempre più letali e, si sa, l’errore umano è sempre in agguato. Non critichiamo quelle autorità preposte che, dovendo prendere decisioni al limite, malgrado i loro errori, hanno contenuto la pandemia a un numero tuttavia ristretto di casi rispetto al potenziale testé citato, senza dover bloccare del tutto le attività produttive, quelle che portano il pane nelle nostre case, fino ad oggi, per oltre 10 mesi dalla teorica esplosione dell’agente infettivo.

La pandemia aumenterà ancora a dismisura, soprattutto in periodo di feste natalizie, complici gli scettici, i superficiali e i distratti: quel fattore “X” che fa sballare tutte le previsioni e proiezioni matematiche, come vento che sposta i chicchi sulla scacchiera alterandone il numero, mentre i contabili moltiplicano. Ma non sarà così per sempre e, grazie alle tanto criticate precauzioni, anche minime, non infetterà 1/4 della popolazione mondiale come la Spagnola nel 1920.

Non ci sono “untori“, ma veggenti del giorno dopo, saccenti incapaci di contare sulla scacchiera di Bertoldo, ma che reputano inesistente l’opera di chi, ogni giorno, a nostra insaputa, ci salva la vita e si adopera per la nostra salute, anche a costo della propria, eroi del quotidiano cui difficilmente verrà restituito un semplice “grazie”. Dobbiamo ringraziare Loro e l’imminente arrivo del vaccino, opera di “pochi noti anonimi scienziati” che fanno la differenza, se la scacchiera di Bertoldo moltiplicherà per zero, prima del 33mo scacco: queste sono le Buone Notizie.

Vincent

Scrittore, Musicista, Informatico

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