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Cultura a portata di m..ouse

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Anche lo Smithsonian abbraccia la filosofia Open Access. Il più grande complesso istituzionale di musei e centri di ricerca al mondo, rilascia quasi tre milioni di immagini, modelli 3d e risorse visuali1 con licenza Creative Commons Zero, ovvero con la possibilità di utilizzare, condividere, modificare l’opera senza alcuna restrizione. Si va ad aggiungere così alla lista delle istituzioni culturali che hanno deciso di rendere pubblici i propri contenuti, dai ritratti Ottocenteschi agli scheletri di dinosauro in tre dimensioni. Uno dei primi musei a pubblicare parte del suo archivio 3d è stato il British Museum che, in collaborazione con Sketchfab, ha reso accessibili e scaricabili reperti e manufatti, dalla Stele di Rosetta alle statue dell’Isola di Pasqua2.

Archivi digitali_smithsonian open access_parola chiave tessuto_12070 immagini

Gli archivi digitali, oltre ad essere strumenti per la conservazione e salvaguardia delle opere da parte dei musei, diventano un modo di condividere e rendere accessibili attraverso la rete arte, design, scienza e reperti archeologici.

Ma come si crea un archivio digitale e a cosa può servire?

Sia che si tratti di digitalizzare un’immagine bidimensionale, o un’oggetto tridimensionale, ci si serve di fonti luminose che, attraverso processi di scansione, rilevano semplicemente i colori su un piano (come uno scanner in copisteria) o, utilizzando una luce “strutturata” (che proietta punti e pattern) registrano informazioni sulla forma e la profondità di un oggetto.

Le finalità possono essere la volontà di conservare una traccia virtuale di un’opera oppure uno scopo divulgativo o didattico; i file tridimensionali possono essere utilizzati anche per produrre repliche, copie.

La condivisione di queste risorse, prima private, al grande pubblico offre la possibilità a chiunque sia dotato di una connessione internet di guardare da vicino opere ed elementi preziosi e utilizzarli, interpretarli, conoscerli, dando spazio alla creatività.

Capitello dei mestieri Palazzo Ducale, riprodotto da Fablab Venezia, con elementi staccabili

Una rivoluzione “democratica”, che allarga l’idea di bene comune anche alla cultura e che offre numerosi spunti a insegnanti, artisti e semplici curiosi.

A volte sono i musei stessi a spronare la creatività e l’iniziativa degli utenti: il MET (Metropolitan Museum of Art, New York) ha aperto un profilo sulla piattaforma Thingiverse3, uno dei maggiori contenitori di modelli 3d liberi, proponendo le scansioni 3d di statue e oggetti storici di sua proprietà e incoraggiando a riutilizzarli per nuovi progetti creativi.

Il celeberrimo Victoria&Albert Museum di Londra ha partecipato al progetto Gosh Art portando la cultura negli ospedali4: i giovani malati hanno sperimentato con la modellazione 3d, modificando le scansioni tridimensionali di oggetti del museo, e hanno poi stampato in 3d le loro creazioni.

Gli archivi digitali, oltre ad essere una risorsa impareggiabile per avvicinarsi alla cultura in maniera semplice e rapida, ci aiutano a ridefinire il ruolo delle arti, del patrimonio e della conoscenza, in un’ottica di condivisione che fa crescere la società, amplia le possibilità creative e aiuta il progresso.

Ora tocca a noi (e a voi), vi immergerete nella collezione delle 10.129 immagini botaniche dello Smithsonian o stamperete la vostra replica personalizzata del David di Michelangelo5?

1 https://www.si.edu/openaccess

2 https://sketchfab.com/britishmuseum

3 https://www.thingiverse.com/met/designs

4 https://www.vam.ac.uk/blog/digital/taking-sculptures-for-a-walk-3d-printing-and-museum-outreach

5 https://www.myminifactory.com/scantheworld/