In queste calde giornate di fine pandemia ho avuto molte occasioni di andare a Venezia, sia per seguire la galleria dove Annalisa espone, sia per motivi di lavoro.
È un momento molto luminoso e pieno di aspettative: la primavera, il suo spirito, la sua luce… l’avverto e la sento più che mai presente in tutte le cose, e questo accade non appena supero il grande ponte, quando lascio la terraferma: è davvero come attraversare un portale spazio temporale, dove il tempo pare fermarsi o addirittura riavvolgersi, andare al contrario.
Giorni sospesi
Abbiamo vissuto una realtà quasi metafisica, questo lockdown ci ha portato a vivere in una dimensione anomala.
Forse per pura coincidenza, in questi “giorni sospesi”, proprio a Venezia, ho riscoperto il Decamerone di Giovanni Boccaccio: altra epoca, altri luoghi, altra piaga, ma la paura nella gente, il vissuto era lo stesso.
Per me è stata una bella occasione per ricollegarmi con ricordi ed idee di altri tempi, gli studi del liceo, altre primavere, momenti forti che ho ritrovato volentieri.
In galleria con Annalisa espone anche Luc-françois Granier, artista poliedrico che nella sua carriera ha affrontato varie tematiche e sviluppato percorsi artistici davvero originali.
Luc ha riletto e reinterpretato a modo suo tutto il Decamerone, dosando sapientemente ironia e passione, riproponendo visivamente questo materiale umano e letterario, nostra eredità storica, per molti come il sottoscritto pressoché dimenticata.
Così ha rappresentato i personaggi (Pampinea, Filomena, Neifile, Fiammetta, Elissa, Lauretta, Emilia, Panfilo, Dioneo e Filostrato) e le loro storie in modo simpatico ed ammiccante, adatto ad una lettura moderna, senza stravolgere l’opera.
Ho ritrovato umanità, passione, narrazione di vite di tempi lontani, personaggi remoti eppure attualissimi: ciò che fu quella terribile pestilenza è per molti aspetti paragonabile a quanto è accaduto a noi nell’attualità di questi mesi.
Rinascita dopo la pandemia
Venezia fa parte di quei territori di confine che riempiono di significato la nostra esistenza, dove le cose accadono.
Non parlo solo di frontiera fisica ma anche di momenti forti di passaggio, di trasformazione. Storicamente si è sempre verificato che dopo ogni epoca di grave crisi, la società è rinata rifiorendo più forte di prima.
In particolare nei luoghi di confine, nei porti e nei centri di scambio il processo si avverte ancora di più. Così successe storicamente ai tempi del Boccaccio dopo la peste del 1348.
La peste di allora, come la pandemia di questi giorni, fu occasione di riflettere, di rivedere per capire come ripartire al momento opportuno.
Anche noi siamo stati rinchiusi nelle nostre case e abbiamo avuto un’occasione unica per studiare, confrontarci, ascoltarci, leggere e rileggere libri (mai letto tanto nella mia vita) e come una molla abbiamo raccolto una enorme energia.
È stata un’occasione unica per guardare oltre: per questo sono fiducioso che dopo questa ripartenza il nostro mondo potrà rifiorire grazie alle consapevolezze maturate.
La porta del tempo
Ora, quando si spalancheranno finalmente le porte e tutti i vincoli saranno eliminati, il nostro paese ripartirà come non mai.
Se non ve ne siete accorti … sta già succedendo.
Il Decamerone per me è una porta temporale che ricollega l’essenza di momenti, di stati e situazioni simili, seppur remoti sia nel tempo che nello spazio.
Allo stesso modo ho realizzato che in ogni angolo di Venezia vi sono tantissime altre porte temporali, occasioni uniche per accrescere la nostra consapevolezza riconnettendoci con epoche e persone che possono tornare a esistere e vibrare in risonanza con noi, dentro di noi.
Non mi resta quindi che augurare buona evoluzione a tutti, visitate Venezia!
Ecco un piccolo assaggio del lavoro di Luc-Francois Granier:
PS.: Questo è anche un invito a venire ad incontrare Boccaccio, il suo Decameron e Luc-françois Granier a Venezia, visibile fino al 30 Giugno.
Galleria Itinerarte, rio Terà della Carità 1046, Dorsoduro , dal Mercoledì alla Domenica 15.30-19.30
HGD