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Furto di dati, dov’è la novità?

Otto anni fa pubblicavo un articolo simile circa la raccolta dei nostri dati, lo spionaggio della nostra navigazione, il furto d’identità, il tracciamento della nostra posizione (in base ai nostri prelievi bancomat, al possesso di un cellulare e tanto altro), etc. etc. Ebbene, sono stato tacciato per complottista, neologismo che rende perfettamente l’idea, sinonimo di visionario che vede complotti ovunque. Oggi quasi non fa notizia. Oramai siamo tutti ben informati sulla mancata tutela della nostra privacy e, come si direbbe, citando un passo biblico, Nihil sub sole novum (Nulla di nuovo sotto il sole). Ma le sorprese non finiscono mai: ci credereste che siamo spiati dalla cam del PC anche a computer spento?

I FATTI.

Roma – “Il suo computer invece di un utile mezzo di lavoro si è trasformato in un occhio indiscreto puntato contro l’intimità della propria casa e della famiglia. Attraverso webcam e microfono: un cracker ha avuto accesso in più occasioni a quanto dicevano e facevano tra le pareti domestiche il conduttore radiofonico Fabio Visca e sua moglie” (Il Messaggero, 22 Gennaio 2003).

11 Aprile 2018 – Mark Zuckerberg, numero uno di Facebook, testimonia l’11 aprile davanti al Comitato per l’energia e il commercio della Camera Usa. L’audizione arriva dopo le rivelazioni che la società di consulenza politica Cambridge Analytica, che ha lavorato per la campagna presidenziale di Donald Trump, si è impossessata di dati personali di ben 87 milioni di utenti Facebook (inizialmente si pensava 50 milioni). Obiettivo: influenzare la campagna elettorale Usa del 2016. Coinvolti anche 214.134 italiani. Questo è l’ennesimo, e non ultimo, furto adoperato a cura di agenzie specializzate nella raccolta dati sensibili e non, finalizzato alla rivendita (a caro prezzo) di informazioni utili a orientare i gusti, le opinioni, gli interessi, nonché i bisogni di grandi masse di cittadini nella direzione del marketing e/o della politica del momento. Non è un caso che il concetto odierno di marketing si è evoluto (o involuto?) da studio a “fabbrica” di bisogni. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, nel 2009 il 25enne più ricco del mondo, nel 2018 fra i primi 100 uomini più importanti, influenti e ricchi al mondo, si scusa dicendo che gli accorgimenti di Facebook a tutela della Privacy erano insufficienti e che rimedierà. Ai posteri l’ardua sentenza.

LA DINAMICA

Ma vediamo in dettaglio cosa è successo, anzi, cosa succede quando ci affacciamo al mondo virtuale di Internet con i suoi annessi e connessi. In un articolo scritto 8 anni fa, ho provato a mettere in luce com’è possibile esercitare tacitamente il controllo dei nostri movimenti, mediante accesso a tutte le informazioni che ci riguardano, inducendoci ad acquisti, condotte monetarie che presto potrebbero rivelarsi fallimentari per la nostra economia familiare, fino a costringerci a svendere o perdere i nostri valori mobiliari e immobiliari, senza comunque ridurci alla fame: non potremmo altrimenti alimentare una ricchissima oligarchia di menti ben organizzate e coese. 
La domanda che sorge spontanea ora e allora è: “Cui Prodest?” (A chi giova?). 

Quella che una volta era tacciata quale “teoria del complotto”, oggi si traduce in realtà accertata e scandalo, ma non ci stupiamo più di tanto: in poche parole l’inesistente tutela della nostra privacy, adesso è una realtà comprovata e riconosciuta dagli stessi A.D. promoters. Ad oggi sappiamo per certo che quando entriamo in un supermarket e siamo titolari di una Carta Fedeltà, se compriamo frequentemente un vino particolare, saremo presto invasi di email di produttori che vogliono venderci vino.

Se telefoniamo alla moglie con lo smartphone, in un giorno di pioggia, internet acceso, per dirle “Cara portami un paio di scarpe alla stazione perché si è staccata la suola e sto imbarcando acqua al piede sinistro”, tempo un’ora la nostra email viene invasa da emails di Zalando e altri che ci propongono scarpe nuove a prezzi stracciati e, guarda casa, della misura giusta. Ma questo è l’aspetto più evidente e facile da comprendere, in quanto diretto e trasparente: abbiamo depositato i nostri dati compilando un modulo. Vediamo cosa succede nel più profondo campo minato virtuale che calpestiamo continuamente e da molto più tempo di quanto lontanamente possiamo immaginare.

IL TRACCIAMENTO DEI NOSTRI DATI

In tempi che adesso appaiono molto lontani, quasi remoti, siamo stati indotti all’utilizzo di Bancomat, Carte di Credito prima; POS, Home Banking e Trading on-line poi. Questi i metodi “primitivi” ma efficaci per tracciare i nostri movimenti finanziari (oltre che logistici), nonché le abitudini di acquisto e di risparmio di una persona.

Da oltre 20 anni, poi, le telecamere che si trovano in prossimità di istituti finanziari registrano i movimenti di chiunque, e, grazie al riconoscimento delle immagini, identificano istantaneamente la persona e trasmettono i dati a un Database Centrale.

La raccolta dei nostri dati prosegue nel tempo con la nostra navigazione in Internet, l’utilizzo assiduo dei social network (Facebook in particolare), i nostri acquisti on-line, l’utilizzo ossessivo del cellulare (che oramai di aspetto prettamente “telefonico” non ha più alcunché, ed assume la meglio nota connotazione di “smartphone”): quest’ultimo è diventato oramai la nostra “spia” localizzatrice in tempo reale, grazie soprattutto al potenziamento delle architetture di rete sia fissa che mobile, indipendentemente dal fatto che sia attiva o no l’opzione di geo-localizzazione.

Tanto per dare un’idea della preziosità delle nostre abitudini, un investigatore privato (le cui tariffe possono variare da “solo” 300 euro al giorno a oltre 2000) compra a caro prezzo questi dati mediante i canali telematici cui è (non sempre legalmente) abbonato, e, in tempi brevi, ha in mano documenti che possono incastrare il malcapitato. I pedinamenti fisici sono oramai in diminuzione e fuori moda: in tal modo l’investigatore ha un bacino di clienti molto più ampio, costi dimezzati e un business molto più ricco, alla faccia della privacy. Ma non soltanto gli investigatori fruiscono di questi dati.

Un altro esempio: non molto tempo fa un treno aveva deragliato nel territorio italiano, ad una curva: troppa velocità. Le prime spiegazioni del macchinista potevano sembrare credibili, finché le tracce delle sue conversazioni su Facebook hanno rivelato che si divertiva a spingere il convoglio, proprio in quella curva, a velocità ben oltre il limite, e pubblicava le velocità raggiunte e ogni record battuto: tale prova l’ha incastrato definitivamente.

In poche parole, i nostri dati vengono continuamente e sempre più convogliati verso sistemi informativi centralizzati con l’unico scopo di cambiare e unificare i nostri modelli abitudinari. Il tutto si traduce in contributo monetario coatto, sempre crescente che dobbiamo continuamente al sistema, a danno delle nostre (già duramente provate e sempre più esigue) risorse. Non solo: riescono a cambiare le nostre idee politiche, sociali ed etiche, grazie alle fake-news e alle bufale, create a tavolino, per distorcere la realtà da un lato, e per sminuire notizie vere, dall’altro.

Al di là del gusto di qualche svalvolato che ha smesso di fabbricare virus distruggi-computer per fabbricare notizie inverosimili, tuttavia credibili, la fabbrica delle bufale è un vero e proprio “lavoro” di ricondizionamento dell’attenzione; un po’ come ai tempi del G8 e dei fatti di Genova: i black block infiltrati fra i pacifici manifestanti confondevano la polizia che si accaniva contro tutti senza aver modo di discernere i pacifici dai violenti. Così la fabbrica delle fake-news: confondendosi con le altre notizie ottiene un doppio effetto: far dubitare il pubblico attento della veridicità di notizie vere e stupire il maggioritario pubblico credulone con nuove (false) verità. Risultato: il dirottamento dell’opinione pubblica generale in una direzione ben precisa che ripaga ampiamente gli investimenti: il caos. Nel caos emerge inesorabile e drammatica quanto semplice l’antica teoria dello shock: “bisogna creare nella popolazione un senso continuo di insicurezza e di stress psicologico tali che diventi accettabile qualunque decisione politica ed economica”. Le minoranze, con i mezzi amplificatori mediatici giusti governano in forma subliminale, inesorabilmente, le maggioranze fiduciose.

IL REGNO DELLA PAURA E L’NWO, IL NUOVO ORDINE MONDIALE

Ma perché le minoranze riescono sempre a soverchiare le maggioranze, anche sotto le mentite spoglie di una Repubblica? Semplice: le maggioranze sono disomogenee. Ognuno tira acqua al proprio mulino, bada agli interessi propri e della propria tribù, non matura la coscienza che i problemi del vicino prima o poi diverranno i suoi. Ognuno coltiva e protegge il proprio orticello e convive con la paura di essere in qualche modo fregato. Cento gazzelle fuggono quando arriva il velocissimo ghepardo. Questi punterà la più lenta e la raggiungerà prima di stancarsi: i suoi 100 orari tengono solo per qualche minuto. Ma se cento gazzelle si coalizzassero per disturbare e distrarre il ghepardo durante l’inseguimento sul filo degli 80 orari, il predatore sarà costretto a desistere e ritirarsi. Le gazzelle non sono intelligenti e la paura le fa muovere d’istinto verso una fuga anarchica.

Ed è sulla paura che fanno fulcro le minoranze “imperanti nel regno della paura”, sia quelle alla luce del sole (Per esempio: stato, banche, datori di lavoro, commercianti), sia i governi ombra (per esempio: la massoneria, le mafie, i caporali del lavoro, i tracker web che catturano, elaborano e rivendono i nostri dati). Meglio assecondarli , dopo tutto, cosa abbiamo da nascondere? Niente, quindi dov’è il problema? Continuiamo dunque a scrivere il numero della carta di credito in un file e, perché no? Salviamolo sul cloud, magari insieme alla password in chiaro, tanto non abbiamo nulla da nascondere! Superficialità, negligenza e indolenza sono gli odori più forti per attirare gli sniffers della rete globale.

E cavalcando l’onda della paura popolare, che nei secoli ha sempre consentito l’oppressione, la caccia alle streghe, il controllo delle masse, il progetto N.W.O, New World Order guadagna terreno verso il controllo totale del pianeta. Sempre più frequentemente sentiamo parlare della creazione di un “Nuovo Ordine Mondiale”, tanto che i più tenaci cacciatori di bufale hanno desistito: quest’intenzione, da più parti esplicitamente dichiarata davanti ai riflettori (perfino da George W. Bush), è una realtà, ma, in quanto solo intenzionale, rientra nelle teorie complottistiche.

Taluni fra i maggiori esponenti della politica e della finanza lo ripetono incessantemente, quasi in modo ipnotico, ma nessuno di loro dice mai con chiarezza che cosa sia questo Nuovo Ordine Mondiale e che nesso abbia con il controllo automatizzato degli individui nelle loro abitudini e nei movimenti finanziari.

Come si evolve questo controllo? O meglio: qual è il sommo obiettivo finale di queste manovre che oramai sono operate da più di vent’anni, a partire dalla fine della Guerra Fredda?

La C.N.N., organismo informativo internazionale, raccoglie e mette in fila una serie di stralci di interviste e testimonianze. Recita lo speaker mentre si susseguono una serie di filmati, dei quali riporto fedelmente la traduzione italiana: 
“Una possibilità: impiantare un MICROCHIP di localizzazione sotto la pelle dei militari: le grida che si sentono dal video provengono da un gruppo di manifestanti alle nostre spalle: sembrano dire “l’11 settembre é stato un lavoro interno” (Inside Job=Attentato di stato)”.

Chi può contrastare l’N.W.O.? Al momento il Giornalismo Indipendente. Sta raccogliendo testimonianze e affermazioni, come in questo caso, dalle persone più importanti del pianeta.
Ecco una serie di affermazioni di cronaca a cura delle menti più di rilievo del nostro Pianeta.

George H. W. Bush: “Quello che sto per dirvi è un fatto! Le organizzazioni dell’Elite che detiene il potere mondiale NON SONO PIÙ UN SEGRETO. Hanno un piano per condurci verso un GOVERNO MONDIALE comunista. Abbiamo la forza e l’opportunità di forgiare per noi e per le generazioni future un Nuovo Ordine Mondiale. Quando ci saremo riusciti, e ce la faremo, avremo una reale possibilità, con questo Nuovo Ordine Mondiale”
Una scena impressionante quella di una notte a Berlino: migliaia di persone si sono riunite davanti a Barack Obama per ascoltare i punti chiave del suo discorso di politica estera durante il suo tour europeo. Il presidente democratico ha espresso la sua visione sul ruolo degli USA nel Nuovo Ordine Mondiale: “Non è un concetto nuovo: Il Presidente H.W. Bush ne aveva già parlato nel 1991. È una grande idea, il Nuovo Ordine mondiale”. 
Bill Clinton: “Lo disse il Presidente Bush ed io stesso userò le stesse parole: serve Nuovo Ordine Mondiale”
Henry Kissinger: “C’è bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale”
Nikolas Sarcozy: “Faccio appello a tutti gli stati affinché si uniscano a noi a fondare il Nuovo Ordine Mondiale del XXI secolo.” 

Gordon Brown, politico Britannico, ex Primo Ministro del Regno Unito, succeduto a Tony Blair: 
“La gente parlava di un Nuovo Ordine Mondiale già nel 1990 ed ora dovremmo chiederci: come gestiremo tutte queste sfide per assicurare che la Gran Bretagna aumenti la sua competitività in questo processo, e realizzi quello che sarà, quello che credo sia il nostro destino di successo in questo Nuovo Ordine Mondiale? Quindi per concludere, signori e signore, un nuovo mondo sta emergendo, si tratta di un Nuovo ordine Mondiale, con sfide differenti e radicalmente nuove per il futuro. È bene che la gente capisca che stanno facendo sul serio”.

Lou Dobbs, conduttore televisivo e giornalista statunitense, redattore del Lou Dobbs Tonight della CNN, racconta in un’intervista: 
“È un nuovo ordine Mondiale quello che stanno cercando di creare, e ci stanno provando in casa senza l’approvazione o il consenso di questo paese, ma contro il volere del popolo. Si tratta di un assalto diretto delle Elite in questo paese. È in atto un collasso mondiale, si tratta di una depressione. Soltanto una MONETA UNICA e un unico sistema finanziario globale rappresentano la fine della partita. La Cina ha dichiarato la settimana scorsa che vogliono una Unica Moneta Mondiale. La Francia ha detto, ieri o avanti ieri, che vogliono un solo ordine mondiale, un Nuovo ordine Mondiale alla fine di questo evento [la crisi n.d.r.]. Oggi Gordon Brown ha convocato gli altri leader mondiali affinché possano approfittare dell’opportunità che si presenta con questa crisi economica mondiale, per creare una società Veramente Globale. Il Primo Ministro terrà un importante discorso nella City di Londra per dire che spingeranno l’Europa e gli USA affinché si uniscano per creare un forte e più giusto Ordine Mondiale”.

Jim Tucker, giornalista e scrittore americano, deceduto il 29 aprile 2013, noto come colui che più d’ogni altro rivelò le attività del gruppo BILDERBERG, rivela:
“L’Elite Globale, che possiede tutto il denaro e il potere, sa di essere in grado di creare un unico sistema sociale mondiale e di poter controllarne l’Autorità Centrale. In altre parole: Controllo Mondiale, Dominazione Globale. Uno dei desideri più antichi della storia del mondo. C’é un sistema, chiaro, facilmente riconoscibile e prestabilito che unisce tutti questi elementi: il controllo dei media, del governo, dell’energia, riuniti in un unico apparato, lavorando insieme verso l’obiettivo finale, ovverosia il Controllo Globale”.

David Icke, scrittore britannico, tra i più noti autori e fautori della teoria del complotto: “Che il collasso sia creato a tavolino è oramai chiaro: È un problema di massa per il quale ci offrono una soluzione, che consiste nell’infrastruttura che abbiamo predetto durante tutto questo tempo, inclusa la Banca Centrale Mondiale. L’obiettivo di questa manipolazione (che viene operata già da molto tempo) è quello di convincere la popolazione che si tratti di una cosa buona o che comunque sia l’unica scelta possibile in queste circostanze, circostanze che sono state da loro manipolate intenzionalmente: la creazione di un Unico Governo Mondiale e di una Banca Centrale Mondiale che amministrerà tutte le transazioni economiche del pianeta. Una Moneta Mondiale e la popolazione “microchippata” connessa a un computer globale. Grazie alle strutture piramidali, che hanno costruito dentro tutte le istituzioni di governo e le corporazioni finanziarie, gran parte delle persone che contribuiscono quotidianamente spingendoci verso uno stato globale Orwelliano, non hanno idea di cosa stiano facendo perché non sanno come il loro contributo si combini con quello degli altri, perché sono alla base della piramide. Solo chi sta in cima lo sa. Molta gente realmente non sa che alcuni banchieri privati non eletti controllano i governi di questo mondo. C’é un mito di buon gusto che viene perpetrato tra i politici e i media. I mass-media informano il Mondo, come se presidenti e primi ministri fossero davvero gli arbitri finali che prendono le decisioni in questo mondo. Ciò significa che coloro che prendono davvero le decisioni sono personaggi che stanno al di sopra di costoro. I media non li espongono mai da vicino, anzi, tacciono sulla loro esistenza. Se pensate che non vi piaccia la situazione attuale, allora pensate a quello che ancora ci aspetta nel cammino. Più di tutto pensate a quello che i vostri figli dovranno affrontare, perché se pensate che ora viviamo in una società controllata, questo é niente in confronto a quello che ci aspetta da vivere. E quindi ai genitori che ascoltano queste informazioni dirò una cosa: guardate i vostri figli dritto negli occhi e dite loro che non ve ne importa niente! Oppure ammettete di avere troppa paura per fare qualcosa, troppa paura di essere coinvolti, troppa paura per diventare un nuovo Messaggero di queste informazioni, affinché siano diffuse nella coscienza pubblica. Ditegli che avete troppa paura per unirvi con altre persone e smettere di collaborare passivamente con questo sistema per impedire che ci obblighino a metterci in fila. È un pò come mettersi in fila per un campo di concentramento pensando: ‘Andrà tutto bene. Finché rimango in fila e faccio quello che mi dicono di fare, tutto andrà bene’. Ma poi ti rendi conto e pensi:’veramente non sto così bene…’. Se ci fossimo ribellati prima non saremmo arrivati a questo punto”.

David Rockfeller (che non ha bisogno di presentazioni): “Ci sono quasi sette miliardi di persone in questo pianeta, persone che vengono manipolate. Quelli che hanno piena consapevolezza di ciò che portano avanti sono solo una manciata”.
Alexander Emerick Jones, conduttore radiofonico e regista statunitense, noto per aver realizzato il documentario “The Road to Tyranny”, ove cerca di smentire la versione ufficiale data dal governo statunitense su quanto successo l’11 settembre 2001 a New York: “Il problema nella società civile è che le donne e gli uomini buoni non fanno niente, si siedono nella loro vita di comodità e vogliono passare il tempo con le proprie famiglie, vogliono una vita semplice. Nel corso delle Civiltà, della Storia e delle Epoche, siamo stati costretti ad affrontare le pallottole e diverse volte ci siamo mobilitati prima che fosse troppo tardi, cambiando il corso della Tirannia. Sempre più spesso però non riusciamo ad opporci in tempo e finché non succedono cose orribili, la nostra società in decadimento non si rende conto di quanto sia preziosa la libertà. Sono qui per dirgli che non ci riusciranno, Vi sconfiggeranno. Il vostro Nuovo Ordine Mondiale fallirà! L’umanità vi sconfiggerà”

Aaron Russo, produttore e regista americano, attivista politico: “Le Banche Centrali di tutto il mondo stanno lavorando unite per creare un Unico Governo Mondiale, uno stato di polizia molto più sinistro di quanto avrebbe immaginato George Orwell nel suo libro (1984). Ogni persona del pianeta avrà il suo Microchip RFD sottopelle.”
La tecnologia oramai da tempo ha varato il Microchip umano: è il primo microchip impiantabile su una persona, dispone di molteplici funzioni di sicurezza, bancarie e mediche. A più di un centinaio di agenti di polizia in Messico si sta impiantando un Microchip nel braccio. I Chip fanno si che una persona possa essere scannerizzata come una scatola di cereali al supermercato. Proprio come un microchip impiantato nel collo di un cane o di un gatto, che permette l’identificazione dell’animale smarrito: questa capsula di vetro potrà fare lo stesso per gli esseri umani.
Edward G. Griffin, scrittore e giornalista che nel corso degli anni si è occupato di eventi storici di grande importanza: “Un Chip per ogni persona sarebbe Il Sistema Monetario Universale per Eccellenza, perché non ci sarebbe modo di sfuggirgli. Sarete totalmente controllati da chi comanda gli impulsi elettronici del chip”

CONCLUSIONI : COME FERMARE L’AVANZATA DELL’N.W.O.

Cosa dire in conclusione di tutto ciò? Abbandonando la veste giornalistica e indossando le spoglie di semplice opinionista critico, invito a questa riflessione: come contrastare, nel nostro piccolo, l’avanzare inesorabile di questo amico-nemico con un bastone nascosto dietro una carota alla quale non sappiamo resistere?
L’avanzare della precarietà e della povertà che ci circonda, nella quale forse pochi di noi non sono mai o ancora incappati, ne è la prova tangibile. Niente è dimostrabile oggettivamente, ma in cuor nostro temiamo che possa essere così, e la paura di perdere quanto abbiamo consolidato è sempre presente.

QUALCHE INDICAZIONE

1. Non compriamo “orpelli” dell’ultimo grido: privilegiamo la tecnologia precedente. Funziona comunque. Passiamo al modello successivo quando sarà uscito il modello ancora successivo. Esempio se è uscito l’Iphone 10 possiamo passare all’Iphone 9
2. Interroghiamoci sempre su “cosa c’è sotto”, prima di firmare un contratto, un’assicurazione, un mutuo, specialmente quando le condizioni sono incredibilmente vantaggiose, specialmente se la stipula è on-line
3. Privilegiamo i mercati dell’usato, quelli fisici, un po’ meno quelli on-line
4. Stacchiamo la connessione dati dal telefonino quando non serve. Non facciamoci prendere dalla fregola di rispondere al messaggio di WhatsApp o di Google Chat o di Facebook o dal cinguettio di Twitter: prendiamoci un’ora la sera. Si può rispondere a tutti e conversare con calma, mentre il nostro telefonino non è in movimento: verrà tracciata solamente l’ubicazione della nostra casa dolce casa (già tracciata almeno mille volte in precedenza).
5. Spegniamo il router quando non serve: quando verrà riacceso avrà (probabilmente) un altro IP pubblico. La traccia dei nostri dati sarà più difficile.
6. Non mettiamo i nostri dati anagrafici esatti su Facebook o qualsivoglia altro servizio web “a rischio”. Spostiamo anche di soli due giorni la data di nascita, di qualche centinaio di chilometri la nostra residenza dichiarata.
7. Non aggiorniamo continuamente le APPs gratuite: funzionano lo stesso. Gran parte degli aggiornamenti riguarda connessioni a databases di aziende cui vengono destinati i nostri dati (sempre a nostre spese di connessione).
8. Non scriviamo i nostri dati sensibili, codici, password e numeri di telefono su file che esponiamo al web: i servizi di “Clouding” (es. DropBox, Google Drive, OneDrive, etc.) gratuiti: andranno ad alimentare ed integrare quei database su menzionati con quelle informazioni riservate che mancavano a completare il quadro informativo della nostra persona e dei nostri contatti prossimi. Usiamo dei testi umanamente crittografici, mi spiego: se la mia password è QuelRamoSulLagoDiComo.1827, non la scriverò tale e quale, ma adotterò un algoritmo “umano”, solo da me riconoscibile e magari scriverò: LePrimeCinqueParolePromessiSposi.AAAAprimapubblicazione. Tale testo ravvisa la forma in cui dovrò ricordare la password: le iniziali di ogni parola in maiuscolo, il romanzo del grande Manzoni, il punto (segno speciale quasi sempre obbligatorio nelle password) e l’anno di pubblicazione in quattro cifre (AAAA).
9. Ma soprattutto prendiamo coscienza del fenomeno, sempre più evidente, e leggiamo qualche libro che propone alternative, come ad esempio i trattati di Serge Latouche sul tema de “La Decrescita Sostenibile”: possiamo frenare l’Accanimento Tecnologico martellante a favore di un’economia basata sulle cose utili, sulle vere necessità, senza peraltro sostenere grandi sacrifici. Riparare, piuttosto che ricomprare, riutilizzare ove possibile (le nove “erre” di Serge Latouche). Meno consumi, meno discariche, minor inquinamento, meno movimenti finanziari , di conseguenza meno tracce e minor esposizione della nostra privacy . Minore è la domanda più bassa è l’offerta e, perché no? Qualche soldino in più nel nostro portafoglio e qualche soldino in meno nelle già pingui casse dei governi-ombra.

E, dulcis in fundo: attenzione alle tessere sconto dei Supermarket: ma ci fanno risparmiare davvero? Guardiamo quante ne abbiamo nel portafoglio: io ne ho ben tre, più il Bancomat, più la carta di Credito. Evitiamole. Piuttosto continuiamo a cercare le promozioni, occhio alla scadenza. Facciamo la spesa quando siamo sazi, così compriamo solo il necessario e il nostro sacchetto di umido durerà di più. Illuminiamo la nostra mente: il giorno in cui ci convinceranno a “indossare” il chip sottopelle sarà veramente la fine, e l’avvento del N.W.O. sarà inevitabile e il processo irreversibile.

Disse un grande: “I poveri possono dare molto poco, ma sono proprio tanti!”. E lo sanno benissimo i Decision Makers: dal vertice delle loro piramidi li coltivano scrupolosamente e questi si moltiplicano, in tutto il mondo, sempre di più. 

Adesso è più facile rispondere alla domanda “Cui prodest?”.

Vincent

Scrittore, Musicista, Informatico

Fonti : Articolo “Il PC spia, anche da spento”, di Gilberto Mondi, https://www.punto-informatico.it/il-pc-spia-anche-da-spento/
Wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Facebook-Cambridge_Analytica
Altre fonti citate direttamente nel testo