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I manoscritti di Canova, oltre 40mila pagine diventano archivio digitale

L’intero Fondo manoscritti di Antonio Canova, patrimonio della Biblioteca civica di Bassano del Grappa (Musei civici), suddiviso per temi e aree, è ora online, si mette quindi a disposizione di tutti e può essere consultato liberamente. Lettere, diari di viaggio, appunti, riconoscimenti e diplomi ricevuti dal 1789 al 1822, un prezzario delle opere e il quaderno su cui l’artista appuntava le sue lezioni di inglese. Oltre 40mila pagine dei 6658 documenti manoscritti in alta definizione e nella cromia originale sono state raccolte in un’unica piattaforma: archiviocanova.medialibrary.it

“I manoscritti sono conservati alla Biblioteca civica, che è una parte di una istituzione complessa composta dai musei, dalla biblioteca stessa e dall’archivio – spiega Barbara Guidi, direttrice dei Musei civici di Bassano del Grappa -. Ed è così dal 1840. Il patrimonio di Bassano, dunque, è composto da documenti, opere d’arte, testimonianze differenti che riescono a raccontare tante storie dell’eredità culturale o il passaggio di importanti artisti in città. Quello canoviano è uno dei fondi più importanti di opere e documenti di Antonio Canova che vi sia al mondo, complementare a quello di Possagno con la Gipsoteca, la collezione completa di tutti i gessi da cui l’artista ha tratto le sue realizzazioni in marmo […] Il Fondo di Bassano è molto particolare, perché oltre alle opere d’arte, come gessi e sculture, conserva documenti più fragili e delicati che, proprio per la loro natura, non possono essere sempre esposti e resi disponibili al pubblico“.

Montaggio: Elisa Speronello

Il Fondo dei manoscritti giunse a Bassano grazie a Giovanni Battista Sartori Canova, fratellastro dello scultore, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, assieme agli album dei disegni, alla raccolta di incisioni in volume e a gran parte della biblioteca personale per la parte di “belle arti”. Tra i materiali più interessanti ci sono quelli che documentano le conversazioni tra Canova, Napoleone e l’imperatrice Maria Luisa avvenute a Fontainebleu il 13 e 29 ottobre, il 4 e 5 novembre 1810. Si tratta di tre documenti, due di mano di Canova e il terzo di Giovanni Battista Sartori. 

“Omo senza lettere” si definiva, in realtà Canova scrisse molto, accumulando un vasto epistolario fatto di lettere ad amici e famigliari, estimatori, collezionisti, committenti, intellettuali, artisti, scienziati, principi, imperatori. Dai materiali che documentano l’incontro con Napoleone “emerge un rapporto assolutamente paritario – racconta Guidi -, con una semplicità di dialoghi che tocca aspetti di quotidianità”.

Il libretto di esercizi di lingua inglese è uno dei più singolari manoscritti canoviani: un quaderno, rilegato in pergamena, costituito da 40 fogli di 23,7 x 17 centimetri, con scrittura e disegni di mano dell’artista. Fa parte dei documenti donati da Giovanni Battista Sartori Canova alla Biblioteca civica di Bassano nel 1851. Degno di nota anche un libretto d’appunti, foderato in pergamena, formato da 34 fogli (due mancano, in quanto strappati), con scrittura e disegni e un attestato di autenticità firmato da Giovanni Sartori Canova: “Attesto che il presente volume è tutto di mano de’ mio fratello Antonio Canova. Crespano 15 marzo 1851. G. B. S. Canova vescono mindense”. Di piccolo formato – 14,2 x 7,7 centimetri – fu usato per segnare i movimenti di cassa a partire dal 28 maggio 1777, soprattutto pagamenti per cibo e abbigliamento, all’epoca in cui Canova iniziò a scolpire la versione in marmo della statua di Orfeo e assunse come assistente Agustin, Agostino Ferrari, ricordato anche nei quaderni di viaggio. L’ultima annotazione datata risale al 3 aprile 1779. E ancora, si diceva, i quaderni con gli appunti dei viaggi a Venezia, Roma, Napoli, e poi i fogli di Londra e Parigi, note su cronologia e prezzi delle proprie opere, osservazioni sugli oggetti d’arte venduti a Desdra e a Monaco. 

Libretto di esercizi di lingua inglese di Antonio Canova

Il progetto avviato a Bassano è durato un anno, ma non finisce qui: il prossimo passo prevederà la digitalizzazione di disegni e stampe. “Si tratta di un percorso lungo e strutturato su un calendario pluriennale, perché il Fondo è davvero immenso e preziosissimo – commenta Barbara Guidi -. Il Fondo dei disegni permette di comprendere Canova in tutti i suoi aspetti, e così tutti i documenti, perché ci raccontano non solo l’artista ma anche l’uomo […] L’obiettivo è di mettere anche stampe e disegni a disposizione di tutti e magari metterli in connessione con i documenti che si trovano nella biblioteca”. Il prossimo 4 dicembre verrà inaugurata Canova Ebe, mostra strutturata attorno alla scultura di Ebe, simbolo dell’eterna giovinezza, coppiera degli Dei: “L’esposizione è stata pensata attorno alla scultura, restaurata dopo oltre 70 anni, distrutta dai bombardamenti nel 1945. Attorno a quest’opera, grazie alle lettere, ai disegni, alle incisioni, ai dipinti, abbiamo costruito un percorso che ci racconta il mito di Ebe nelle arti figurative e di come Canova, attraverso questa scultura, abbia inventato un modello di grazia e bellezza assolutamente inedito”.

Infine, una riflessione sull’importanza di rendere accessibile arte e cultura, anche attraverso progetti di digitalizzazione come questo. “La conoscenza deve essere messa a disposizione di tutti, è un dovere ed è un impegno che noi, come Musei civici, vogliamo portare avanti, investendo risorse. Questi strumenti non devono sostituire la realtà ma devono offrirsi come primo passo di condivisione di conoscenza: mi auguro infatti che possano stimolare i visitatori e convincerli a venire a vedere l’arte dal vero”.

Project Manager e web designer appassionata di cucina e di sport, binge watcher e lettrice nel tempo libero, attraverso la scrittura cerco sempre di trasmettere emozioni.