Il Tocatì entra nel patrimonio immateriale Unesco

Tòca-a-tì: dalla voce dialettale veronese che vuol dire “tocca a te”, è il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato dall’Associazione Giochi Antichi in collaborazione con il Comune di Verona e annoverato quest’anno tra i Grandi Eventi della Regione del Veneto.

Non solo giochi tradizionali ma anche giochi da tavoliere, giochi urbani e uno spazio per i più piccoli, avvenimenti, concerti, cinema e teatro, visite guidate e attività collaterali.

Da giovedì 1 dicembre, il Tocatì è ufficialmente una buona pratica dell’Umanità.

Lo ha annunciato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, comunicando la decisione del XVII Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco del 2003, riunito a Rabat, in Marocco, che ha apprezzato la candidatura dell’Italia, nazione capofila insieme a Belgio, Francia, Croazia e Cipro.

“Il Tocatì entra nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Il programma condiviso per la tutela dei giochi e degli sport tradizionali è il primo riconoscimento italiano nella Lista del Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia dell’Umanità. Si tratta di un risultato importante che porta a 17 i patrimoni immateriali riconosciuti dall’Unesco in Italia. L’opera delle comunità e delle istituzioni coinvolte in questa candidatura viene così premiata congiuntamente all’azione intrapresa dalle realtà promotrici dei giochi tradizionali di strada”.

“Questo traguardo – ha osservato il Ministro – è stato raggiunto grazie a un gioco di squadra, con il coordinamento tecnico-scientifico del Ministero della Cultura e con la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Regione Veneto, del Comune di Verona, della Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unesco, della Commissione Nazionale per l’Unesco e dell'”Associazione Giochi Antichi”.

Il programma di salvaguardia coniuga politiche di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale con azioni integrate di sviluppo sostenibile e cooperazione, ponendo al centro lo scambio e il dialogo intergenerazionale come valori delle tradizioni di popoli e culture

“Da Verona a Rabat, ne abbiamo fatta di strada per realizzare questo sogno. Il Tocatì diventa oggi una buona pratica dell’Umanità. Davanti a un mondo globalizzato con tempi frenetici, il festival veneto di giochi antichi è espressione di un patrimonio vivente e di una dimensione ludica con una forte connotazione tradizionale. Nato e cresciuto tra le piazze e i vicoli del centro storico scaligero, il Tocatì è la simbiosi tra storia e gioco, che insieme danno vita a un momento di appartenenza sociale e culturale. Per il Veneto è una ricchezza di conoscenza, al pari di luoghi, monumenti e paesaggi, testimonianza della diversità culturale che da quasi vent’anni è anche bandiera del territorio grazie all’impegno di una grande comunità”, ha commentato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

“Il Tocatì non può essere considerato solamente un appuntamento con i giochi della tradizione, ma si tratta di un momento che punta alla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che appartiene a tante comunità internazionali. Un perfetto connubio tra tradizioni e identità, che arricchiscono il capitale di conoscenze e valori che vogliamo assolutamente tramandare alle generazioni future”, ha proseguito Zaia.

“Questo riconoscimento rafforza ulteriormente l’idea che il patrimonio culturale rappresenti una fonte di identità e la sua tutela deve essere considerata uno dei più importanti driver per lo sviluppo di un territorio, non solo in termini turistici. Il Veneto ora è ai primi posti della classifica delle regioni italiane con il maggior numero di siti Unesco. Infatti, su cinquantacinque siti presenti complessivamente in Italia, il numero di quelli veneti è sorprendente, segno anche di un’attenzione istituzionale che sostiene e valorizza quanto esprime il territorio. La Regione riconosce questa ricchezza che costituisce un patrimonio da difendere e consolidare al tempo stesso”.