Importante scoperta scientifica dalla mostra “POWER & PRESTIGE”
Un test al radiocarbonio promosso dalla Fondazione Giancarlo Ligabue – indagine effettuata per la prima volta su un antico bastone di comando oceanico – prova che l’oggetto proveniente dalle Fiji, è molto più antico di quanto supposto finora e potrebbe avere addirittura tra 350 e 580 anni.
Retrodatata di due secoli, si avvalora la tesi che si tratti di un’antica reliquia rituale: una scoperta di grande rilevanza per la conoscenza di questi manufatti e delle civiltà del Pacifico.
Finora ha stupito il grande pubblico per la bellezza scultorea delle opere esposte e per il fascino di culture e civiltà di cui esse sono testimonianza, che poco conosciamo e che il mondo occidentale ha contribuito a far cadere nell’oblio; ma anche per il mistero dei simboli di cui questi oggetti sono ricoperti e per quel senso di magia e di sacralità che li pervade.
Ora riserva una nuova sorpresa l’inedita mostra “Power & Prestige. Simboli del comando in Oceania” in corso fino al 13 marzo 2022 a Palazzo Franchetti a Venezia; mostra promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue con il Musée du quai Branly di Parigi, ove l’esposizione andrà in seconda sede, e che riunisce per la prima volta 126 antichi bastoni del comando delle isole del Pacifico, prestati da musei e collezioni di tutta Europa a partire dal British Museum di Londra.
Un’importante scoperta scientifica giunge infatti grazie all’iniziativa promossa della Fondazione Giancarlo Ligabue e dal suo Presidente Inti Ligabue che ha voluto avviare, in occasione della mostra, indagini che potessero aiutare a fare luce sul significato e la valenza di questi oggetti, al di là dei luoghi comuni e delle visioni stereotipate che li avevano relegati a mere armi di indigeni.
Un test al radiocarbonio effettuato presso i laboratori di ricerca a Mannheim in Germania – un esame promosso per la prima volta su un bastone del potere oceanico – è stato utilizzato per datare un raro manufatto esposto nella mostra Power & Prestige, con un risultato sorprendente.
Documentato in una collezione privata inglese alla metà del secolo scorso e probabilmente giunto in Europa dalle isole Fiji nella metà dell’Ottocento, questo Kinikini, conservato in una collezione privata – un bastone di comando a pagaia insolitamente grande (134 cm di lungezza) e ricoperto da una patina scura – veniva datato come molti altri raffinati manufatti tra gli inizi del XVIII e XIX secolo.
I risultati del test al radiocarbonio mostrano invece, con una probabilità del 95,4%, che l’albero da cui è stato ottenuto il legno utilizzato per questo club è morto tra il 1491 e il 1638 d.C.
Un dato certamente relativo al materiali e non al manufatto, che tuttavia indica che il bastone potrebbe avere, con assoluta probabilità, un’età compresa tra i 380 e i 530 anni circa.
Si sa infatti, dalla pratica attuale degli intagliatori delle Fiji, che un albero caduto non può essere lasciato nella foresta generalmente più di dieci anni prima d’essere intagliato, poiché il legname in questi ambienti tropicali si deteriora rapidamente.
“Annunciamo oggi una grande scoperta scientifica – commenta Inti Ligabue – perché retrodatiamo di due secoli la nascita di questi oggetti e ne avvaloriamo il significato di oggetti di culto”. “L’indagine al carbonio 14 non era mai stata tentata su bastoni del potere oceanici, ritenuti oggetti troppo “giovani” per essere sottoposti a questo test”continua Inti Ligabue. “Si aprono ora nuove prospettive nella considerazione di tali artefatti e nella conoscenza dei grandi navigatori del Pacifico, avvalorando per altro la testi che ci ha spinti a realizzare la mostra Power & Prestige. Lo scopo della nostra Fondazione – continua Ligabue – è infatti “conoscere e far conoscere” e dunque il nostro obbiettivo è progettare e promuovere eventi culturali che siano sì divulgativi ma anche occasione di riflessione e confronto da parte degli esperti, avvalendoci delle diverse metodologie e degli strumenti di cui oggi disponiamo”.
Altri fattori del resto portavano a ritenere che questo club potesse essere davvero antico tanto da indurre la Fondazione a richiedere ai proprietari il consenso per l’analisi.
In primo luogo faceva riflettere la sua patina superficiale estremamente scura e liscia, non un’applicazione di vernice o colorante, ma un tipo di patina che richiede molti anni per svilupparsi; quindi i disegni sulla lama e sull’impugnatura apparivano insoliti e diversi dalle mazze di nota origine ottocentesca.
Il test effettuato su un campione di legno prelevato con la massima precauzione dai restauratori e dai tecnici – utilizzando un vecchio restauro e l’interno della fessura esistente -porta il curatore della mostra Steven Hooper, tra i massimi studiosi dell’arte oceanica, ad affermare che la mazza possa essere un’antica reliquia di importanza rituale e non solo un’arma ottocentesca.
“Questo è davvero un tema importante della mostra– spiega Hooper – i bastoni non erano solo armi. Sappiamo dai resoconti scritti del diciannovesimo secolo che erano fissati all’interno dei tetti di paglia dei templi come offerte dedicate agli dei delle Fiji. Sappiamo anche che nei templi si tenevano accese le lampade a olio di noce di candela e che gli oggetti importanti venivano periodicamente oliati e lucidati durante i rituali”
Una probabile interpretazione per l’età e l’aspetto di questo club è che dopo un uso attivo in combattimento sia stato dedicato in un tempio e vi sia rimasto per molti anni prima di essere ceduto a un visitatore europeo, probabilmente dopo che i figiani si convertirono in gran numero al cristianesimo nel metà del diciannovesimo secolo, quando le reliquie religiose pagane venivano scartate”.
L’indagine apre dunque la via a nuove analisi e ad una più ampia e profonda considerazione del significato e del ruolo avuto da questi affascianti oggetti per lungo tempo relegati nei depositi dei musei, nelle culture delle isole del Pacifico.