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Intervista a Gabriele Loddo

intervista a Gabriele Loddo

Ciao Gabriele, è un piacere rincontrarti dopo pochi anni. Nella precedente intervista abbiamo parlato della tua prima pubblicazione, adesso è uscito il tuo nuovo romanzo intitolato “Vento grigio” per la collana Odissea Crime di Delos Digital.

1 – Partirei con la più classica delle domande: come è nata l’idea di “Vento grigio”?

Ciao Claudia, prima di rispondere ringrazio te e tutto lo staff del Giornale delle Buone Notizie per la nuova opportunità che mi state offrendo di poter presentare il mio ultimo lavoro.

Anche nei ringraziamenti dello stesso manoscritto, specifico che l’idea di “Vento grigio” è nata un po’ per caso, oserei dire per una combinazione di eventi particolari. Il tempo che dedico alla pratica è ancora tanto visto che non sono uno scrittore navigato. In questo senso, l’idea iniziale è sorta come un semplice esercizio, l’ennesima prova pratica volta ad affinare stile e ritmo narrativo.

L’obbiettivo principale era quello di produrre un elaborato che, pur lasciando ampio spazio alla caratterizzazione riflessiva del suo protagonista Roberto, un sedicenne tallonato da una paura profonda, allo stesso tempo non lasciasse occasione al lettore di potersi distrarre durante una narrazione dinamica e, nel suo complesso, caotica.

In definitiva, volevo portare avanti due viaggi paralleli, uno introspettivo attraverso il pensiero adolescenziale del protagonista (momento critico che tutti conosciamo e abbiamo passato), e uno lungo le vie di Milano attraverso una fuga infinita e mozzafiato. Il tutto senza mai perdere in ansia e velocità d’esposizione.

Dopo aver prodotto la prima cinquantina di pagine, ho iscritto l’incipit al torneo Gems di Ioscrittore per capire a quale risultato fossi approdato. Partecipo al torneo da anni e so quanto sia duro il suo sistema di valutazione. Gli iscritti sono agguerriti e non fanno sconti a nessuno e, al contrario di quanto stessi temendo, i giudizi ricevuti sono stati incoraggianti al punto che il testo è passato alla seconda fase del torneo. È stato il primo evento che mi ha spinto a terminare il romanzo: se fosse andata diversamente non so se oggi l’avrei mai completato. 

Successivamente, l’ho iscritto al Giallo Festival. Ha ottenuto due nomination per il Miglior Stile e il Miglior Personaggio Maschile. Infine, l’ho sottoposto in lettura a Maria Elisa Aloisi redattrice della casa editrice Delos Digital, che cura la collana Odissea Crime. Dopo la sua approvazione, abbiamo apportato le ultime modifiche perché il testo rispettasse le caratteristiche richieste dalla collana.

2 – Quindi “Vento grigio” è un thriller puro?

Ritengo che, al giorno d’oggi, un romanzo non possa più essere inquadrato, dentro a limiti definiti e rigidi, in un unico genere letterario. I gialli possono contenere un po’ di rosa o un po’ di storico. Possono avere tracce di fantascientifico come, viceversa, lo stesso può accadere al contrario per gli altri generi. Tutto è stato già scritto, e produrre un testo che contenga un briciolo di originalità spesso necessita di una commistione nelle tematiche. Non lo dico per ciò che concerne il mio stile narrativo, lo sostengo proprio per l’offerta generale del mercato da quanto percepisco come lettore.

Per quanto riguarda “Vento grigio”, ammetto che, dentro alla prima stesura, questa commistione fosse molto marcata. Potrei quasi definire la prima bozza come una cellula “totipotente”, una staminale che si sarebbe potuta sviluppare in un genere o in un altro, a seconda del taglio narrativo impostato: sarebbe potuto diventare un mystery puro, piuttosto che un thriller, marcando la componente paranormale, in un romanzo di formazione accentuando il lato introspettivo del protagonista, o in un thriller come è avvenuto. Le diverse anime sono ancora tutte presenti nella trama, ma se esistesse una bilancia a tre braccia, sì, direi proprio che quest’ultima, la tematica thriller, è quella che predomina nel testo finale.

3 – Dunque, due viaggi che si intrecciano tra di loro e che procedono assieme durante la narrazione. Puoi dirci qualcosa in più?

Come ho accennato, la trama principale riguarda Roberto, un adolescente sedicenne, rimasto orfano dei genitori da circa due anni. Dalla loro morte, il ragazzo abita nella casa dello zio paterno a Milano, ma non vuole mai lasciare l’appartamento. Una paura l’ossessiona, ne limita i rapporti con il prossimo, coetanei o adulti, e quando si è confidato con uno di loro in cerca di un aiuto, zio, compagni, o lo stesso medico che lo ha avuto in cura, non gli hanno dato credito. Anzi, l’hanno scambiato per un pazzo, per un bugiardo e, nei suoi confronti, non mancano offese o atti di bullismo. La sua non è agorafobia, ma la paura per un nemico reale che, appena esce di casa, lo insegue minacciandolo di morte. Non posso dire altro per non spoilerare, se non che, durante la giornata che descrivo, obbligato a recarsi a scuola dallo zio, Roberto dovrà affrontare una serie di eventi al limite della credibilità che metteranno a rischio la sua incolumità.

La sottotrama, che procede parallela alla narrazione principale, tratta dei conflitti adolescenziali. Certo, nel caso di Roberto la paura è estremizzata, identificata nel peggior dei nemici possibili e immaginabili. Ma, se consideriamo la realtà, nell’età dell’adolescenza, un po’ tutti i ragazzi possiedono una paura o un problema personale, proprio perché stanno affrontando il periodo più delicato della loro crescita: il passaggio dall’infanzia, dove si è protetti e coccolati da tutti, verso la scoperta del loro divenire adulti. Il timore di non essere accettati, il confronto con il prossimo, la necessità di emergere, di divenire visibili, la paura di esprimere la propria sessualità, sono solo alcuni dei conflitti che il lettore potrebbe sostituire alla paura provata da Roberto, rendere reale la parte più fantasiosa del romanzo e farsi coinvolgere dalle esperienze del proprio vissuto. 

4 – Un’ultima domanda. Quando ti approcci in un nuovo lavoro, hai una tua area di confort?

In realtà, no. Mi piace scrivere qualsiasi genere, come mi piace leggere qualunque testo che mi capiti sotto mano.

Magari non affronterò mai una tematica storica, la saggistica o la narrativa generale che struttura l’evoluzione della sua trama basandosi sulla pura realtà. Per i primi serve passione e preparazione, i secondi non mi attraggono. A me piace lasciar volare la fantasia e nuotare tra le nuvole, cosa che si ripercuote anche sulla scrittura. Quando scrivo, cammino lungo un perimetro di demarcazione, una striscia sottile che separa la fantasia dalla realtà: basta un soffio che scollino in una delle due parti. La componente mystery/paranormale c’è sempre, perché è un universo che mi attrae. Diciamo che scrivo quello che mi piacerebbe leggere. Poi, il taglio finale può essere il più vario: humor come ho fatto in passato nel primo romanzo che ho pubblicato (Il complotto), thriller come l’attuale “Vento grigio”, o paranormale come in alcuni testi che conservo chiusi nel classico cassetto.

Il romanzo: Vento grigio

Da quando i suoi genitori sono morti in un incidente stradale, Roberto si rifiuta di uscire di casa. Eppure il medico è convinto non sia agorafobia. Allora di cosa si tratta?

Qualunque sia il problema, lo zio con il quale vive adesso è irremovibile: Roberto deve tornare a scuola. Così, zaino in spalla, è costretto a uscire allo scoperto. Ma lo attende un giorno che segnerà in modo radicale il suo destino. Qualcosa o qualcuno lo aspetta là fuori. Perché? E soprattutto, cosa vuole da lui?

Da qualche parte, nascosta nel passato, c’è la soluzione. E Roberto sa di non avere scampo: deve trovarla.

L’autore

Gabriele Loddo nasce a Cagliari nel marzo del 1970. È laureato in Scienze Biologiche e svolge la propria attività professionale nel campo farmaceutico, due imprinting che influenzano la sua scrittura. Nel 2020 pubblica il primo romanzo in formato eBook dal titolo Il complotto, un soft humor con la casa editrice Aliribelli. È vincitore di alcuni concorsi letterari per racconti: Polvere d’Africa (Concorso Giaveno Gialla), Una notte in libreria (Giallo in libreria per Feltrinelli).

Altri suoi racconti sono pubblicati nelle raccolte degli Autori Solidali (Vacanze e altri disastriCorde, delitti e altri misteriSenza Tema, Favole, fiabe e altri incantesimi).

Per MDC Editoria ha pubblicato il fumetto Delitti Editoriali in collaborazione con il fumettista Luca Debus.

Claudia Cocuzza

Sono una farmacista e una scrittrice. La domanda è: con due figlie, un marito, un cane e un lavoro così impegnativo, come fai anche a leggere, studiare e scrivere? Facile: non saprei vivere senza tutto questo.