Nel centenario della nascita di Italo Calvino, La Fondazione Cosso organizza al Castello di Miradolo una tavola rotonda per raccontare aspetti poco noti dell’opera e della vita del grande intellettuale, con Enrica Melossi, che per la prima volta ripercorre sul filo della memoria gli anni einaudiani e Andrea Basevi, musicista e compositore.
“Per anni mi sono affacciato a un balcone sul Po, con la vista sui ponti e sulla collina. Per anni, girando gli occhi dal balcone, ritrovavo l’ansa del Po, i ponti, la collina che affioravano in ombre celesti e d’oro in un quadro di Menzio”. Così scrive Italo Calvino nel testo dedicato al pittore Francesco Menzio per il catalogo della mostra del 1979 a lui dedicata a Torino, a Palazzo Madama.
Enrica Melossi, allora giovane iconografa, ricostruisce la rete di pittori piemontesi cui Calvino ha dedicato note preziose (Chessa, Sobrero, Scroppo, Paolini, Paolucci).
Il rapporto di Italo Calvino con la Città di Torino iniziò presto, quando in città Calvino si laureò e proseguì con l’attività editoriale presso Einaudi, l’occasione per inserirsi in un panorama culturale unico e peculiare, dove arte e musica hanno avuto un’importanza fondamentale.
Significativo è stato il suo rapporto sia con il gruppo Cantacronache di intellettuali e musicisti fondato a Torino nel 1957 – al quale parteciparono anche Emilio Jona e Franco Fortini insieme a molti intellettuali non solo torinesi e che verteva soprattutto sull’importanza del recupero delle tradizioni popolari – e sia con Luciano Berio, nato negli anni ’50 nell’ambito della sinistra intellettuale milanese e che sfocia in due importanti opere liriche: La vera storia e Un re in ascolto.
Andrea Basevi, che ha studiato con Gilberto Bosco, Brian Ferneyhough, Luciano Berio e Simca Aron, racconta questi proficui rapporti.
La ricerca iconografica è curata da Erica Giacosa.